Il professore, un uomo di sinistra?

Il professore, un uomo di sinistra?

Il professore, un uomo di sinistra?

Di Mary Blindflowers©

 

Il professore, un uomo di sinistra?

Il leone imbalsamato, credit Mary Blindflowers©

 

Il professor X insegnava storia moderna in una qualsiasi università italiana. Basso e pingue, con gli occhiali, capelli corti e già bianchi. La sua grossa testa senza collo spuntava direttamente dal busto e sembrava facesse fatica a girarsi a destra e a sinistra. Sembrava una grossa testuggine la cui studiata lentezza di movimenti aveva lo scopo di aumentare la gravità intellettuale del suo evidente stato baronale. Aveva una caratteristica sublime in quelli della sua razza, non guardava mai l’interlocutore in faccia, a meno che non appartenesse alla schiera dei suoi cavalier serventi, studenti che passavano molte ore al dipartimento di storia per cercare di ingraziarsi il professore, tra inchini, lodi smodate e del tutto ingiustificate, richieste di usare il computer del dipartimento, nonostante ne avessero più d’uno a casa, incensazioni al dio che, brusco, concedeva poche parole ai suoi servi. Mi comunicò che sarebbe partito ben presto per Bologna.

«Allora, cosa ha deciso?» Chiese.

«Non posso trasferirmi per una tesi di laurea».

Sembrò contrariato.

«Quindi lei mi sta dicendo che non vuole continuare la sua tesi con me perché non vuole trasferirsi a Bologna».

Avrei voluto dirgli che il fatto che continuassi la tesi con lui o con un altro era indifferente, dato che non mi aveva mai corretto un rigo né apportato nulla a ciò che avevo scritto, ma mi trattenni. «Non ho la possibilità economica di trasferirmi in questo momento», mi limitai a dire.

«Chi non ha soldi all’università non ci deve venire», rispose, continuando tranquillamente a scrivere quello che stava scrivendo su un foglio di carta, come se non avesse detto nulla.

Molte lune sono passate da quel giorno,  eppure a distanza di anni ricordo ancora la frase del professore.

Ci si chiede a questo punto quale sia il ruolo di un educatore nella società e nella università contemporanee e se il termine non sia soltanto relativo ad un insegnamento di stampo prettamente contenutistico-erudito, gonfio di classismo e privo di buon senso democratico; ci si chiede se gli eroi fittizi di un’italietta in cui la cultura è ormai soltanto politica e appartenenza ad un partito che garantisca e favorisca i propri accoliti, debbano ancora per millenni essere esenti da quella sensibilità etica che dovrebbe distinguere un buon educatore da un costruttore di opinioni sparate a caso soltanto perché si è sicuri di avere le spalle coperte e di essere il lupo di fronte all’agnello sacrificale che non si piega alle esigenze della casta che comanda e impera.

La costruzione di una democrazia parte anche dalla rottura di mentalità cristallizzate nel tempo e dure a morire. Il noblesse oblige esiste ancora dentro le aule di una università che non si evolve e in cui dominano le guerre interfacoltà per assicurarsi un potere che con la cultura ha veramente poco a che fare e che determina la selezione sulla base di appartenenze e non del reale talento, escludendo sistematicamente chiunque non abbia mezzi o non sia incline alla piaggeria.

Del resto cosa aspettarsi da una società malata che è tutta strutturata sulla base di cerchie di riferimento e in cui la mentalità di casta pervade ogni settore?

È il trionfo della non-cultura, di un oscurantismo da cui non si esce e non si uscirà per lunghissimo tempo ancora.

Dopo aver detto ad una studentessa che all’università ci deve andare solo chi ha il portafoglio ben gonfio, il professore pensa anche di essere un autentico uomo di sinistra, democratico, naturalmente cattolico, e pluralista soprattutto. Un pavone catto-sinistrato con le chiarissime penne radical chic tendenti al ricalco delle tesi degli studenti più recalcitranti. Ma questa è un’altra storia di ordinaria amministrazione baronale, una come tante, che non interessa a nessuno.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Di sinistra? Un barone? Parce sepulto! “Bepi, qua parliamo di Gadda! Se c’è tempo anche di Auerbach!” disse il tesserato PDUP all’sssistente compagno di tessera che stava per interrogarlo… Egli annuì e sfornò un bel 30 cum laude…Piccoli baroni crescono…

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