Festini, pietra, paradiso, abasie

Festini, pietra, paradiso, abasie

Festini, pietra, paradiso, abasie

 

Communication, mixed media on paper

Communication, mixed media on paper, credit Mary Blindflowers©

Di Mary Blindflowers©

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Il Paradiso

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Festini in pietra che una giara impetra,
lucide abasie di reminiscenze vecchie,
secchie lasciate all’abbandono del caso,
e il naso che sa di carioplasmi al loto,
il paradiso è vuoto,
non c’è nessuno qua,
nessuno che possa uccidere il già morto spento,
i lucidi orgasmi di vento,
non c’è nessuno,
nemmeno un fiore, una bugia,
un orto dei poeti, un parastento di follia,
non c’è nessuno,
nemmeno un ligio andirivieni di ectoplasmi
né un litigio in moto o un lampo vivido d’azoto
dentro una vecchia scarpa a nuoto impresso.
Da lontano, dopo aver camminato tanto,
un santo,
ma è di gesso,
ha una levetta che se la spingi dice: “fesso!”

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Il parnaso circo degli unti

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Glassa la tassa che scassa la massa di libri e lebbra sottile,
plessa la ressa che spinge che intasa e ritinge la nube del ciclostile,
pittima svapora la luce che scuce l’aurora di petopoeti in gorgiera,
i figli della riviera, del prego,
ah è nobile lei, per di qua,
ora collego collego, ma va parente del certo e stranoto certini?
Sì, quello che scrive poesie sui cerini.
Assoldati, per bene, lisciati divini,
di latte di vacca caprina consunti,
e la spina?
Non c’è, si fanno a vicenda il bidé
poi prendono appunti già espunti ed un the
col mignolo alto
al salto del parnaso circo d’unti bisunti
dal culo cobalto di lucido smalto.

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Video – The Black Star of Mu

Rivista Il Destrutturalismo

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

 

 

 

 

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