Oltre le vetrine, il libro

Antique Engraving Print, The Young Destructive, 1845

Oltre le vetrine, il libro

Di Mary Blindflowers©

Antique Engraving Print, The Young Destructive, 1845

Antique Engraving Print, The Young Destructive, 1845, credit Antiche Curiosità©

 

Cos’è il libro?

Un gruppo di fogli stampati della stessa misura, cuciti e incollati insieme, a formare un volume dentro cui ci sono scritte delle parole? Tutto qui?

Man mano che cala il livello di istruzione e di cultura di un popolo, sale la richiesta di oggetti chiamati impropriamente col termine generico di “libri” che divulghino e rendano ovvio ciò che a menti alienate dai media e non abituate a leggere, appare difficile, complicato, eccessivamente elaborato perché richiede lo sforzo in più di capire, di penetrare dentro un meccanismo che sta alla base di un ragionamento magari innovativo.

È come se tra noi e il libro vero, quello da cui nascono le ricerche e le teorie degne di nota e le idee geniali, ponessimo un filtro, come se avessimo bisogno di un interprete, di qualcuno che appunto riferisca dopo averlo assimilato ed interpretato a suo modo, ciò che viene detto da altri.

Siccome l’uomo è un animale curioso, non sempre l’interprete si limita a riferire i contenuti precisi così come sono, ma ci mette del suo, quindi taglia, sistema, leva ciò che non gli piace, mette un pizzico di simpatia e politica in più rispetto all’originale, sintetizza, frulla, trita, impasta e cuoce. Quindi leva dal forno un prodotto di seconda categoria che molti definiscono divulgativo o saggio su un determinato argomento già ampiamente studiato. Molti sono pronti a giurare di capire questo prodotto da forno globale con facilità, meglio e forse più del testo originale che, ovviamente non hanno mai nemmeno provato a leggere.

La divulgazione spiccia volgarizza e semplifica, per esempio, i libri di De Crescenzo sui classici Greci, sono una volgarizzazione dell’epica ad uso di un popolo che ama la cultura del fast-food, pillole per tutti e a buon mercato, senza sforzo e che fanno pure ridere. La saggistica accademica, al contrario, complica senza dire spesso nulla di nuovo, e nasce per acquisire crediti universitari con pubblicazioni definite importanti e che vengono poi vendute agli studenti dei corsi universitari, uno dei motivi per cui i professori universitari pubblicano senza problemi. Hanno infatti un bacino di acquirenti garantito, visto che costringono gli studenti dei loro corsi a comprare i loro libri. Accade così che un libro accademico su Kant sia pesante e noioso, riflettendo il punto di vista e l’orientamento religioso di chi scrive. Sarebbe più semplice leggere direttamente Kant, ma non conveniente per il corpo docente. Il mattone del professore sul filosofo deve far parte del corso, è obbligatorio. Che poi lo studente abbia letto sul serio davvero Kant, non ha importanza per la legge del filtro e della cultura di terza mano.

L’ideale sarebbe leggere sempre direttamente l’autore che si studia, farsi un’idea personale e poi procedere con più letture interpretative su quello stesso autore, in modo da avere una base culturale solida per capire se quelle letture siano o no in accordo con il nostro personale punto di vista, per sviluppare un pensiero critico che vada oltre ciò che chi conta vuole che noi sappiamo.

Fermarsi alla lettura di libri filtro, che fanno dell’interpretazione un’arte, senza apportare contributi originali, significa non aver mai letto nulla veramente. Se poi questi libri filtro vengono continuamente pubblicizzati come casi editoriali, campeggiano in tutte le vetrine, perfino negli scaffali del supermercato, se la stampa cerca di dar loro enorme visibilità parlandone in continuazione, si tratta solo di un’operazione commerciale, destinata a tirar su un po’ di soldi, un’operazione che punta ad un pubblico di non lettori. Chi legge veramente va oltre, oltre le poche sparute nozioni parziali della scuola dell’obbligo, oltre i libri che vogliono farci leggere, oltre le vetrine.

Solo chi ha il coraggio di superare la vetrina delle illusioni e delle definizioni pubblicitarie, può definirsi un vero lettore.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

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