Libri déjà-vu, papere, imprinting

Libri déjà-vu, papere, imprinting

Libri déjà-vu, papere, imprinting

Di Mary Blindflowers©

Libri déjà-vu, papere, imprinting

Contemporary Relationships, mixed media on canvas by Mary Blindflowers©

 

Libri déjà-vu, papere, imprinting

.

La divulgazione diventa una forma deteriore di saggistica, una sorta di volgarizzazione e semplificazione  del già detto, quando consiste semplicemente nel mettere insieme, spacciandole come novità, informazioni già note e scoperte da altri in libri privi di sufficiente ed originale spessore bibliografico e scritti appositamente per un pubblico di cultura medio-bassa, poco abituato a leggere e che ha bisogno di esempi elementari per riuscire a capire concetti anche molto semplici che dovrebbe aver studiato alle scuole dell’obbligo.

Libri che rispondono a domande a cui si è risposto da anni, a dubbi che la scienza e la storia hanno fugato da secoli e che consistono nel mettere insieme confusamente informazioni rabberciate qua e là, insomma dei resumés di resumés che non sono altro che resumés. Il trionfo della sintesi e della pillola per un popolo ormai culturalmente imbarbarito, abituato a non leggere nulla.

Eccoli, dunque, personaggi che occupano da decenni un posto che dà loro visibilità o prestigio, sorridono in tv come mummie incartapecorite dall’uso e quasi fossilizzate in un ruolo che occupano senza nemmeno i titoli necessari. Hanno molto appeal sul pubblico, tanto da potersi permettere il lusso di raccomandare tutta la loro discendenza, come si usava un tempo, dal patriarca, al figlio al nipote, insomma l’albero genealogico al completo, sistemato e adeguatamente pubblicizzato, una pratica che, in uno stivale fatto come è fatto fin dall’epoca romana, consente di mantenere i punti sulle ipsilon che non hanno bisogno di punti, esattamente come i libri di questi personaggi, i cui fondamentali assiomi costruiti sul nulla rigirato e impanato per la frittura dello zero, si rivolgono ad un pubblico altrettanto fritto e ormai cotto alla perfezione nell’olio del vuoto confuso col pieno. Ecco i fantastici libri dei presentatori tv, dilettantistici bignami per polli da batteria. Che poi qualcuno di questi libri venga pure proposto da docenti delle scuole dell’obbligo come lettura estiva, per spiegare semplicemente perché l’acqua calda sia calda, non meraviglia più di tanto, dato lo stato pietoso in cui versa la scuola italiana, fucina di giovani girini consenzienti, schiava della non riflessione e dell’adeguamento a programmi ministeriali cristallizzati in concrezioni di litico grigiore. 

Siamo a ciò che potremmo definire la grande illusione di sapere che confonde l’esse col percipi, in un gioco di riflessione in cui ciò che si vede di più diventa conoscenza soltanto in virtù della sua notevole e continua, martellante ed ossessiva visibilità. In poche parole se è visibile è, se non è visibile non è. Perché se un dato oggetto non è visibile, la gente comune non sa che esiste, e non sapendo che esiste in pratica ne decreta una sorta di inesistenza universale.

La sorte che confonde il fenomeno con l’essenza, è ovviamente in mano a chi decide tutto, cosa dobbiamo leggere, che programmi dobbiamo vedere, che persone dobbiamo seguire, etc. Ce lo impone attraverso la visibilità mediatica la quale a sua volta non ha assolutamente nulla a che fare col talento nello scrivere.

La visibilità di libri scarsi diffusi ovunque, dà la misura di una pseudo-conoscenza in cui il sapere è ridotto alla sola coscienza di quello che si vede ovunque, nelle pubblicità tv, nei centri commerciali, sui giornali, dentro le librerie, nei supermercati, etc.

Si vuole arrivare a che il soggetto smetta di essere tale, ossia di avere una propria coscienza critico-individuale e si stemperi nell’oggetto, che entra nella sua vita e condiziona le sue scelte. Poi interviene un processo identificativo, una sorta di magnetismo del successo, per cui se qualcuno dietro le quinte del grande teatrino che è il mondo, decide che una persona debba diventare personaggio e acquistare il marchio indelebile e garantito di origine controllata della visibilità, tutti apriranno le bocche e confonderanno le pietre con le pepite. Opportunamente camuffata e indorata, una pietra comune e grezza, per un osservatore superficiale e maldestro che non abbia troppo tempo per l’approfondimento, sembrerà una grossa pepita e le moltitudini saranno accecate dal suo falso bagliore e correranno verso la sua luce, come i moscerini che confondono la lampadina col sole.

Che dopo pochi mesi questo bagliore, questa lampadina da pochi soldi, questo pseudo-sole fasullo come una patacca o come la pirite, in fase post-prima-fiammata, finisca sopra una bancarella di libri usati a 1 euro, ha poca importanza, intanto il business è stato fatto, una certa quantità di idioti che seguono senza riflettere giornali e tv ha comprato il libro del divetto pubblicizzato al momento. E questo è sufficiente fino al prossimo libro che il personaggio sfornerà su richiesta di un mercato di non-lettori che trattano il libro come un fenomeno di costume, come un vestito che è di moda in quel momento per poi diventare desueto dopo poco, sostituito da altre mode, da altri vestiti di altrettanto scarsa qualità.

E la vera letteratura, la vera saggistica?

Quella non fa rumore e sono in pochi a leggerla, pochi che percepiscono la differenza tra un saggio divulgativo di quinta categoria, sfornato per un pubblico televisivo avido di autografi e di finte novità, ed un libro vero, uno di quei libri che aiutano a pensare, a riflettere su argomenti non ancora indagati, costruiti su un percorso creativo e personale di ricerca che non sia composizione di déjà-vu per stupide papere da imprinting.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

https://www.youtube.com/watch?v=vrpJB7ucC5Y

Post a comment