Scenari dell’avvenire presente, Swift

Scenari dell'avvenire presente, Swift

Scenari dell’avvenire presente, Swift

Di Roby Guerra©

 

Un altro mondo-universo è possibile. Scenari dell'avvenire presente

Un altro mondo-universo è possibile. Scenari dell’avvenire presente, cover.

 

 

Di Roby Guerra©

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Estratto da Un altro mondo-universo è possibile. Scenari dell’avvenire presente di Bruno Vigilio Turra, libri Asino Rosso, a cura di Roberto Guerra.

“Oggi siamo tutti produttori diretti ed indiretti di informazione ma, paradossalmente, questo lavoro costante di produzione non viene né riconosciuto né remunerato”.

Dublino, Irlanda, anno 1729 . Il reverendo J.Swift; (l’autore di Gulliver) pubblica uno scritto satirico titolato “Una modesta proposta per impedire che i bambini della povera gente siano di peso per i loro genitori o per il Paese, e per renderli utili alla comunità”. La proposta consiste nell’ingrassare i bambini denutriti e darli da mangiare ai ricchi proprietari terrieri anglo-irlandesi. I figli dei poveri sarebbero venduti ad un anno di età in un mercato della carne appositamente predisposto, e, così facendo, si solleverebbero le famiglie dal costo di nutrire ed allevare i figli, garantendo loro un piccolo reddito aggiuntivo derivante dalla vendita dei pargoli; si migliorerebbe così l’alimentazione dei ricchi, si combatterebbe la sovrappopolazione e la disoccupazione e si contribuirebbe al benessere economico della nazione irlandese. Il feroce sarcasmo di Swift; si spinge a fornire dati e statistiche circa il peso ideale, il numero e i possibili modi per cucinare i bambini suggerendo ricette e consigli. Ipotizza infine che la realizzazione del progetto possa contribuire a risolvere i problemi irlandesi di ordine politico, sociale ed economico meglio di qualsiasi altra misura, con ricadute positive anche sulla moralità familiare, poiché i mariti tratteranno meglio le mogli e i bambini saranno valutati come un bene (economico) più prezioso. Lo scritto, che suscitò critiche e polemiche feroci, anticipò di soli 12 anni la catastrofica carestia del 1740- 41 e di poco più di un secolo quella ancora peggiore del 1845-46 (La grande carestia Irlandese) che causò, su una popolazione di circa 8,2 milioni di abitanti, la morte per fame di un milione di persone e la migrazione forzata di un altro milione verso l’Inghilterra e il nord America. All’epoca della modesta proposta la popolazione mondiale era stimabile in 790 milioni di persone (di cui il 20% circa residente in Europa). Italia, 2018 . Un paese con 60,6 milioni di abitanti che si trova in una posizione geografica tornata ad essere strategica. Non siamo più in un economia agricola di sussistenza caratterizzata dal rapporto diretto con la terra, ma in un economia globale, digitalizzata e interconnessa; abitiamo su un pianeta con oltre 7,6 miliardi di persone (di cui il 10% in Europa). Viviamo all’interno di un ambiente artificiale in costante sviluppo, un interfaccia tecnologica che media il rapporto tra i corpi di miliardi persone e ancor più il rapporto di queste con una natura che sembra ora addomesticata e distante. Le capacità produttive dell’attuale sistema tecnico-scientifico planetario sono davvero sbalorditive se paragonate con i tempi in cui fu redatta la “modesta proposta”. Esso funziona perché strutture tecniche, organizzazioni, macchine e persone agiscono in modo finalizzato, per produrre e commercializzare ogni tipo di bene e servizio che deve poi essere consumato per consentire il funzionamento e la crescita dell’intero sistema. La cifra di tale consumo deve essere costantemente ampliata: servono sempre nuovi mercati che, in un processo di sistematica distruzione creativa, sono alimentati costantemente attraverso i meccanismi del marketing, della moda e dell’obsolescenza programmata…

Certo, anche oggi servono cibo ed acqua come nell’Irlanda del diciottesimo secolo. Ma la loro disponibilità dipende assai di più dallo stato dei sistemi tecnici menzionati che dal lavoro diretto delle persone che lavorano innanzitutto nel settore agricolo, base indispensabile per la produzione di cibo. Prendendo a prestito lo spirito provocatore di Swift, lancio allora una nuova “modesta proposta” mirata a far sì che in un tempo caratterizzato dalla straordinaria abbondanza di beni prodotti la possibile liberazione dalla necessità del lavoro non si trasformi per molti in un incubo.

Un reddito (o una rendita) universale da prestazione digitale passiva pagato (in forme tutte da inventare) ai produttori di informazione (a tutti noi connessi nostro malgrado alla rete a prescindere da età, religione, censo, razza, etnia, nazione, genere, lingua, orientamento sessuale, credo politico, zona di provenienza, cultura, gruppo e appartenenza), per garantire uno standard di vita minimo ad ognuno anche in mancanza di lavoro, e per far sì che nessuno precipiti al di sotto della soglia di povertà assoluta nel bel mezzo di un’abbondanza materiale che non ha precedenti nella storia…

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=Lfe5x2DZp_s

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