San Giuseppe da Copertino, la levitazione degli allucinati

San Giuseppe da Copertino, la levitazione degli allucinati

San Giuseppe da Copertino, la levitazione degli allucinati

Di Mary Blindflowers©

Vita di Giuseppe da Copertino, di Franciosi, credit Mary Blindflowers©

 

Padre Ernesto M. Franciosi, minore conventuale, dà alle stampe, Recanati, Stabilimento Tipografico Simboli, 1925, un testo sulla vita di un santo: “Vita di S. Giuseppe da Copertino” che più che una biografia è un libro comico infarcito di ingenuità.

S. Giuseppe, nato poverissimo, a Copertino, il 17 giugno del 1603, non era esattamente un fulmine di intelligenza, ma la sua mancanza di cultura viene giustificata con il suo straordinario spirito di santità.

In cosa sarebbe consistita tale santità?

“Si entusiasmava facilmente dinanzi alle bellezze del creato, ed era capacissimo, fin dalla prima giovinezza, di parlare con abbondanza su soggetti leggeri, ad esempio, un fiore. Scrisse poesie che, se lasciano a desiderare in quanto alla forma, hanno tuttavia una certa grazia e traboccano di pie aspirazioni. Belle e molto frequenti sono le similitudini… Dotti religiosi, che vollero sperimentarne la scienza, se ne partivano da lui ripetendo: Ne sa più di noi…”.

Da tutto questo l’autore deduce quanto fosse poco fondata l’opinione di quanti hanno pensato che il santo fosse un semideficiente, perché in “Giuseppe c’era la scienza necessaria per ascendere al sacerdozio” e tanto bastava.

In realtà il santo ebbe molta difficoltà a superare gli esami di ammissione alla vita religiosa, e soltanto dopo ben tre anni di prova venne ammesso tra i chierici e promosso al sacerdozio, proprio perché la sua arguzia lasciava alquanto a desiderare.

Padre Giuseppe era famoso per le sue estasi e le sue levitazioni.

Il Seicento era un’epoca in cui il popolino mangiava poco e male e si consumava anche pane con la segala cornuta, che provocava gravi intossicazioni, deliri, allucinazioni, derealizzazione, spersonalizzazione, alterazione dello schema corporeo. Uno dei componenti degli alcaloidi della segala cornuta è infatti l’acido lisergico. Quindi il fatto che testimoni oculari vedessero Giuseppe volare, non suscita grande meraviglia. Poi il popolino era loquace e la fama del santo che levitava non tardò a diffondersi. La credulità, la fame, e il bisogno di miracoli fecero il resto.

Padre Giuseppe proprio per la sua capacità di attirare la simpatia delle folle, venne sottoposto anche al parere dell’Inquisizione. L’accusa era formulata così: “Scorrere per quelle province un uomo di trentatre anni, e qual altro Messia condursi seco dietro intere popolazioni con prodigi ad ogni passo, accreditati dalla plebe che sempre a tutto crede e non mai distingue il verisimile dal vero; darne perciò contezza ai Superiori, affinché o il rimedio prevenga il mal futuro, o il mal futuro non si renda restio ed incapace al rimedio”.

L’Inquisizione lo trattenne per qualche settimana e poi lo liberò.

L’autore dice che il Sant’Uffizio lo rimise in libertà per averne conosciuto la santità.

In realtà Padre Giuseppe era poverissimo, non aveva beni che la Chiesa avrebbe potuto incamerare, inoltre era anche estremamente ignorante, rispondeva in pieno ai desideri di un potere ecclesiastico che impediva ai suoi servi quello che chiamavano “soprassapere”, ossia una cultura ampia, una mente indagatrice e curiosa. Giuseppe da Copertino era completamente innocuo e sottomesso ai desideri di Santa Madre Chiesa, non avendo le basi mentali e culturali per poter elaborare un pensiero filosofico che esulasse da ciò che gli aveva insegnato una madre castrante e rigorosissima per ammissione dello stesso Franciosi: “la madre Franceschina Panara, fu di costumi severi e usò sommo rigore ed estrema durezza nell’educare i figliuoli; tanto che Giuseppe, entrando nell’ordine francescano poteva ripetere con ragione di non aver bisogno di noviziato perché già lo aveva fatto con la mamma sua”. Anche l’ossessione del santo per la Madonna, cos’era se non il desiderio di una madre dolce e amorevole, che non chiedeva nulla, solo il cuore e che potesse sostituire inconsciamente l’arcigna bigotta Franceschina?

Il santo non poteva costituire un pericolo per la Chiesa, anzi, siccome la fama delle sue presunte levitazioni e dei suoi miracoli, si era ormai sparsa tra il popolo e anche tra i potenti, condannandolo la Chiesa avrebbe potuto scontrarsi e con l’esuberanza popolare e anche con la fede di diversi uomini importanti che, in quel tempo di credulità e mirabilia a basso costo, invitavano il sacerdote a dir messa nelle loro cappelle private, sicuri che l’uomo fosse un santo.

Ancora oggi nel 2018 i credenti pensano che Fra’ Giuseppe volasse come una libellula anche se il pane non contiene più segala cornuta, ma le favole sono dure a morire.

Ognuno crede a ciò in cui ha bisogno di credere.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

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