L’epoca dell’insulto, la bimba che nasconde la mano

l'epoca dell'insulto, la bimba che nasconde la mano

L’epoca dell’insulto, la bimba che nasconde la mano

Di Lucio Pistis & Sandro Asebès©

Woman sewing, graphite on paper

La donna che cuce, 1957, credit Mary Blindflowers©

 

Rei di aver scritto per questo blog un articolo sulla manipolazione delle coscienze da parte dei media, abbiamo assistito, non senza un certo divertimento, ai commenti fb sullo stesso.

Quando andavamo alle scuole medie avevamo un’insegnante di lettere, peraltro molto carina, che ci diceva sempre: “la prima regola di uno storico è verificare con le fonti o col ragionamento sempre ciò che si afferma o si scrive”, una regola elementare, basilare, la regola delle regole in un mondo che può anche essere senza regole ma che non dovrebbe confondere in modo lapalissiano la bugia con la verità. Pensavamo che anche per un qualsiasi scribacchino di bassa categoria, tale regola dovrebbe essere un principio basilare, specie se ci si azzarda a parlare in pubblico e si critica qualcosa o qualcuno. Se faccio ad esempio una critica ad un articolo, poi cerco di sostanziare quella stessa critica con delle argomentazioni, con dei fatti, con un ragionamento che sia logico e coerente. Ora accade tutto il contrario, si butta la pietra e si nasconde immediatamente la mano e se l’interlocutore vuole capire quale mano nasconde la pietra, e insiste per ottenere una risposta, ci si ritira in un guscio crisoelefantino unto di bava di lumaca a buon mercato: l’insulto, che non costa nulla, consente di risparmiare tempo, fatica, e di non rispondere mai a nulla.

Accade che una signora molto saccente di nome Valeria Ronzani, esprima un giudizio su un articolo del nostro blog: “l’articolo è orribile, livoroso, è fatto male e i due articolisti sono dei frustrati”.

L’articolo in questione è questo:

https://antichecuriosita.co.uk/2018/08/29/il-pittore-inglese-il-trovalibri-e-luovo-della-zia-peppina/

Ottimo, c’è stata una critica e addirittura un giudizio morale su due scriventi, in pratica su di noi, senza conoscenza. Infatti non abbiamo mai visto e conosciuto la gentilissima signora.

Alla Ronzani viene detto che ad ogni azione corrisponde una reazione forse più forte e contraria, dunque l’interlocutore chiede di motivare meglio la critica espressa su fb, di mostrare in quali punti l’articolo non sarebbe scritto bene, in che cosa consisterebbero gli errori, perché in buona sostanza sarebbe “fatto male”, perché sarebbe “orribile”. La signora glissa non troppo brillantemente, dice che non vale la pena di discuterne, dà del frustrato anche all’interlocutore, oltre che a noi e saluta, mostrando di volersi dileguare e ritirare dalla conversazione.

L’interlocutore a quel punto comincia a divertirsi e insiste: “Ma ci dica perché l’articolo sarebbe fatto male, vogliamo saperlo”.

La signora risponde così: “L’articolo è fatto male e non argomenta un tubo, ma tranquilli l’web è grande, c’è posto anche per queste cose…”.

La signora non ha detto nulla di nuovo, ha ripetuto per l’ennesima volta che l’articolo è fatto male, ma di fatto si ostina a non spiegare perché. L’interlocutore insiste, vuole sapere di più. La signora risponde così: “Lei mi ha stufato, lavoro per il Corriere e il Sole 24 ore dal 2000 e sono pure direttore di un magazine on line da me fondato e ideato con un socio nel 2015 e una roba del genere non la pubblicherei mai. Ora vada a sfogare le sue frustrazioni da qualche altra parte, grazie”.

Dopo di che si dilegua e banna l’interlocutore senza aver mai risposto al perché l’articolo sarebbe orribile, in pratica è orribile perché lo ha deciso lei, la grande giornalista free lance del Corriere e de Il Sole 24 ore, rinnova gli insulti e sparisce senza motivare alcunché, rifiutando la discussione quando viene messa alle strette e quando viene l’ora della spiegazione.

Un delirio di sicumera, il ragionamento che viene sostituito dall’insulto assolutamente gratuito e soprattutto dall’esibizione di un curriculum che dovrebbe impressionare gli altri. Noi non ci siamo impressionati per nulla, a dire il vero, anche perché per scrivere in un qualsiasi giornale a tiratura nazionale e non, specie italiano, basta conoscere qualcuno. Inoltre non ci risulta che un free lance abbia introiti da re Mida, quindi c’è poco da sventolare le bandiere.

Se queste sono le frontiere del nuovo giornalismo, insultare e criticare a vanvera nella totale incapacità di sostenere un’argomentazione civile, allora può darsi che il nostro articolo sia orribile, resta il fatto che riteniamo sintomo di scarsissima intelligenza e di cialtroneria offendere chi non si conosce soltanto perché non è d’accordo con noi.

La bambina ha gettato la pietra contro i passanti e ha nascosto la mano, e quando le è stato chiesto perché lo hai fatto? Ha risposto: “Perché sono orribili e fatti male”. Ma non ha saputo dire altro perché è rimasta al suo stadio di infantile egocentrismo, quello che le suggerisce di essere talmente superiore da non dover dare spiegazioni a nessuno, oppure di essere talmente vuota da non avere nessuna spiegazione da dare, ma soltanto insulti da servire sul piatto caldo del web.

Se questa bambina lavora veramente per dei giornali, preoccupatevi. Se l’informazione è in mano a questa gente, cominciate a farvi qualche domanda in più.

E diremmo che il termine bambina tira dietro sé conseguentemente il concetto narcisistico autoreferenziale; Narciso al di là dello specchiarsi non immagina nemmeno che quel riflesso riverbera se stesso; si innamora di quel riflesso e muore per questa pulsione, perché lanciandoglisi addosso annega; in altri termini trapassa proprio per non aver riconosciuto se stesso. Dunque egli, il narciso, ama, ambisce all’altrui essenza, ma digiuno com’è di quell’esperienza, è incapace di fruire un’alterità che non sia se stesso. In altri termini, il narciso, l’autoreferente perisce per totale mancanza di rapporto con l’altro.

Forse farebbe bene alla signora Ronzani rileggere il mito di Narciso prima che muoia defunta di sé!

Il nostro articolo può continuare a farle schifo, ma noi attenderemo ancora pazienti che la dea si liberi da questo suo svantaggio psicologico ed apprenda come argomentare il Sé confrontandosi con l’Ego allotrio! Il curriculum non la salverà dal decesso! 

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

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