Il sogno, il compromesso, il business e la realizzazione

Il sogno, il compromesso, il business e la realizzazione

Il sogno, il compromesso, il business e la realizzazione

Di Mary Blindflowers©

Il volo, credit Mary Blindflowers©

 

Nessuna costituzione democratica al mondo sancisce come diritto inequivocabile ed inalienabile la realizzazione del sogno. Il valore di un sogno individuale infatti non è dato dalla sua volgare realizzazione, bensì dall’atto stesso del suo concepimento.

Questo concetto così apparentemente poco pratico e così scarsamente capitalista e sgomitante, è a tutti gli effetti la base fondamentale di ogni buona speranza o sogno che dir si voglia, degno di rispetto.

Continuamente personaggi arrivati ci inducono a credere che, insistendo, i propri sogni possano e debbano alla fine realizzarsi. Possono farcela tutti, in pratica, purché non mollino. Ovviamente le favole che ci propinano sul come sono arrivati a occupare il posto che occupano, sono sempre cariche di omissioni. Si dice quello che si può dire e niente più. L’importante è dare un messaggio positivo ai tanti, creare una sorta di pseudo-processo identificativo, in cui il personaggio noto dichiara che agli inizi della sua carriera era un uomo qualunque, sognante, esattamente come chiunque lo ascolti e creda alle sue facezie.

Il fatto che questi oratori portatori di sapienza non sottolineino e ignorino volutamente la terza incognita, quell’elemento che sorride attivo tra il sogno e la sua realizzazione, la dice lunga sull’onestà del portatore insano di fama e sulle sue orazioni pro-popolo bue.

Il terzo fattore di cui il famoso non parla mai apertamente si chiama compromesso.

Secondo la logica del fine che giustifica i mezzi, quell’insistendo di cui il portatore di fama si vanta, diventa cedimento a logiche non sempre oneste che permettono nel 90 per cento dei casi di realizzare il sogno senza tanti problemi. Il problema però permane anche in fase post-realizzativa di un sogno concretizzatosi per via di sotterfugi e trucchetti. Il sogno realizzato con metodi machiavellici, non è più un sogno, è un progetto di impresa la cui purezza originaria viene completamente snaturata.

Il sogno affoga nella realtà, e nel momento in cui si realizza, ha perso totalmente il suo valore di sogno.

Un’altra barzelletta molto in voga è la fiducia in se stessi. Per realizzare il sogno della tua vita, dovresti sempre credere in ciò che fai e avere un ego concentrato fiducioso fino all’esaltazione. Perché se tu stesso non credi in te, chi mai potrà darti retta? Tutto molto bello, ma inutile e banale. Infatti se hai fiducia in te stesso, ma non hai gli agganci giusti, puoi giusto farci il brodetto con la tua fiducia e il tuo splendido splendente ego. Come condimento del brodo puoi metterci pure il talento che, in pratica, in un mondo in cui prevale la logica del business, se non hai un portafoglio gonfio, non serve quasi a nulla, perché senza soldi non puoi muovere le pedine giuste e sarai sempre e solo un signor Nessuno.

Un esempio pratico?

Se sei ricco e bene agganciato e fai due tagli su una tela, ti basta pagare profumatamente per esporre il tuo capolavoro in posti strategicamente importanti, dove un poveraccio non potrà mai entrare per mancanza di fondi. Tu paghi ed esponi, ma non esponi nel piccolo museo dove ti vedono due gatti in tutto, esponi nel centro schiattato delle città, e lo fai unicamente perché hai pagato. Poco importa ciò che sai fare, l’importante in un mondo alienato in cui contano solo i soldi, è pagare.

La realizzazione di un sogno dunque non attiene al sogno stesso, ma a circostanze esterne ad esso, circostanze che dividono e classificano le persone. Mentre tutti, dal più povero al più ricco, possono sognare gratis, non tutti possono realizzare perché i sogni hanno un costo che non tutti sono disposti a pagare.

La conclusione sarebbe che dovremmo smettere di sognare?

No, sarebbe come chiedere ad un artista di rinunciare al suo talento solo perché privo di quei mezzi che potrebbero farlo diventare celebre.

Il valore del sogno si concretizza unicamente nel suo concepimento, non in un’attestazione ufficiale di fuffosa celebrità. Il sogno per il sogno dunque, l’arte per l’arte. Se poi arriva qualcosa, ben venga, ma senza patemi, senza sgomitare, che tanto il mondo è costruito a immagine e somiglianza dei ricchi e dei potenti. È sempre stato così, e sempre sarà così.

In poche parole il diritto inalienabile al sogno nessuno può togliercelo, non abbiamo bisogno che venga sancito da nessuna carta costituzionale, è un dato di fatto contro cui nessun potente potrà far nulla, perché il potere agisce sulla realizzazione, ostacola e distrugge, oppure favorisce e costruisce i suoi figli dando loro basi fittizie e illusorie di fama da business, ma nulla può contro la metafisica di un sogno.

Sognate dunque, lasciando la sicura realizzazione a gente senza qualità.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

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