Il terzo occhio e l’opinionismo del gruppo

Il terzo occhio e l'opinionismo del gruppo

Il terzo occhio e l’opinionismo del gruppo

Di Mary Blindflowers©

L’opinionismo del gruppo, credit Mary Blindflowers©

 

Il nero e il bianco, il sì e il no, la luce e il buio, nessuna via di mezzo, non sono concessi dubbi, sfumature di senso, riflessioni sulla sottigliezza nascosta sotto l’apparente eclatante lucidità dei simboli proposti, nessun ragionamento su quello che si vede, è d’obbligo lo schierarsi, per essere nel mondo, e godere di quell’ansia partecipativa da girini che muovono la coda nella direzione dove c’è il colore che reputano migliore. Esistono individui che hanno l’imprinting, come le papere, che seguono ciò che vedono ciecamente, senza riflettere, perché così è scritto, tutto deciso, o si sta da una parte o si sta dall’altra, non ci sono concessioni alla libertà dei neuroni, questi devono essere già inscatolati dentro le regole che il sistema ci propone.

E la proposta del giorno è che due sono gli occhi, uno situato a destra e uno a sinistra, solo che quello posizionato a destra vede solo le cose a destra, quello posizionato a sinistra, vede solo le cose a sinistra, una visione parziale, difettosa. Il terzo occhio che non si vede ma è capace di superare la visione ordinaria del mondo, diventa così rara capacità di non schierarsi né da una parte né dall’altra. Esso è il simbolo della sensibilità e del pensiero che supera gli interessi delle parti in gioco nella scacchiera di un tempo le cui trame sono per molti versi già decise. Il terzo occhio ama un elemento che nessuno o quasi prende in considerazione: il dubbio. Appena i giornali dell’occhio sinistro e dell’occhio destro sfornano la notizia, i girini si muovono, ciascuno procede verso la posizione del suo occhio, per poi lanciarsi insulti più o meno mediatici e improduttivi dalle torri dei loro castelli di paglia a cartone, costruiti su due rive opposte.

Solomon Asch, psicologo polacco, nel 1956 condusse una serie di interessanti esperimenti di psicologia sociale. Dati 8 individui adulti di cui 7 complici dello psicologo all’insaputa dell’ottavo, in un laboratorio, per quello che venne definito un semplice esercizio visivo, e date tre linee di diversa lunghezza in ordine decrescente, e una scheda con una sola linea di lunghezza uguale alla prima linea della prima scheda, si vagliarono le risposte del soggetto esaminato, l’ottavo. I complici iniziarono a rispondere in modo errato, influenzando la risposta dell’ottavo soggetto sperimentale.

Gli esperimenti dimostrarono che l’appartenenza ad un gruppo condiziona fortemente le scelte del singolo e le condiziona a tal punto che l’individuo, pur sapendo che quella del gruppo non era la risposta esatta, la sbagliava, perché apparteneva a quel dato gruppo e doveva dare la stessa risposta che avevano dato gli altri componenti del gruppo a cui si sentiva legato. Nell’esperimento originale di Asch, soltanto il 25% dei partecipanti non si conformò alla maggioranza, il 76% diede la risposta sbagliata proposta dagli altri componenti del gruppo almeno una volta, mentre il 5% dei soggetti si adeguò ad ogni singola ripetizione della prova, in atteggiamento di totale dipendenza psicologica dal gruppo di riferimento.

A questo punto ci si chiede quanto la scelta di un individuo legato ad un gruppo di potere, possa vedere realtà se non parziali, dettate dall’interesse del suo stesso gruppo di riferimento? Quanto le sue affermazioni che influenzano fortemente l’opinione pubblica, possono essere attendibili nel fenomenale gioco delle parti? È concesso qualche dubbio di tanto in tanto su personaggi che ci dicono di che colore ci dobbiamo vestire e quali spettacolari simboli dobbiamo indossare come patacche identificative di un gruppo, dogmatismi potentemente evocativi di illusioni che nemmeno esistono? 

Le acque del mare Monstrum sono divise dal dio della propaganda che ha schierato folle da una parte e dall’altra, ad affogare sopra castelli la cui carta è già semidistrutta.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    E proprio in ragione dell’influenzabilità in questione Nietsche scriveva che buona parte di individui rimaneva ferma su un ‘opinione non tanto quando essa era frutto autonomo del proprio discernimento, ma soprattutto per lo sforzo fatto per apprenderla da altri. Una base vanesia dell’essere umano difficile da scalfire. Del resto a sentir come parlano sia Renzi che Salvini come si potrebbe non definire entrambi mostri partoriti dalla vanità?

Post a comment