Berlinguer, PC, Stato Mafia

Berlinguer, PC, Stato Mafia

Berlinguer, PC, Stato Mafia

 

Berlinguer, PC, Stato Mafia

Punto di osservazione, credit Mary Blindflowers©

 

Andrea Finottis©

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Stato di polizia, anni di piombo

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Il Pci di Berlinguer è quello che ha dato il via libera a Cossiga per perseguitare tutti quelli a sinistra del Pci e instaurare uno stato di polizia, con arresti di massa arbitrari, torture e agenti che sparavano sui manifestanti. Ero giovanissimo ma mi ricordo come facevano la spia alla polizia quelli delle Fgci e l’odio che avevano per qualunque altra formazione di sinistra, anche se era pacifista e democratica, perché volevano avere il monopolio e l’esclusiva della sinistra, per mantenere i loro piccoli poteri. Mentre c’era un vastissimo movimento giovanile, gioioso, creativo, indipendente, di tendenza socialista anarcoide, che hanno cercato di cancellare anche dalla memoria collettiva, coprendo quel periodo con l’etichetta “anni di piombo” o “gli anni dell’eroina”. Si può percepire ancora quel movimento in Andrea Pazienza, Il Male, gli Skiantos, ecc.

I terroristi erano appoggiati da una ristrettissima minoranza e alimentati dallo Stato per poter scatenare una repressione che colpisse tutti, come ha ammesso anni dopo lo stesso Cossiga, infiltrarsi, alimentare gli estremismi, per poi reprimere tutti; tecnica tutt’oggi utilizzata tramite i black bloc. Pure la diffusione dell’eroina era sponsorizzata dall’associazione Stato/Mafia, vedi l’operazione Bluemoon

Di quel Pci o dei terrorismi io non ho alcuna nostalgia.

Meglio Stalin, guardate anche solo la metropolitana di Mosca fatta da lui e capirete che raccontandoci un comunismo basato su miseria e oppressione per il popolo ci hanno raccontato una montagna di falsità, figlie della guerra fredda e di un partito comunista italiano diretto da personaggi come Giorgio Napolitano, borghesi legati al potere acquisito che in realtà avevano paura del comunismo. Berlinguer era una persona onesta, ma era troppo legato ai meccanismi del partito. Nella base invece c’era molta brava gente, encomiabile, si doveva partire da lì rilanciando la sinistra dopo la morte di Berlinguer, invece di vergognarsene e cancellarsi con Ds/Pd.

Allego l’elogio di Stalin, quando morì, fatto da Sandro Pertini (l’unico di sinistra che ha avuto un qualche potere in Italia):

Senato della Repubblica

Sandro Pertini commemora Giuseppe Stalin

06/03/1953

Signor Presidente, onorevoli colleghi il dolore e l’angoscia che sono in noi impediscono ogni frase retorica ed ogni accento polemico. Dinanzi a questa morte non si può rimanere che stupiti e costernati.

Stupiti, per la grandezza che questa figura assume nella morte. La morte la pone nella sua giusta luce; sicché uomini di ogni credo politico, amici ed avversari, debbono oggi riconoscere l’immensa statura di Giuseppe Stalin.

Egli è un gigante della storia e la sua memoria non conoscerà tramonto. Siamo costernati dinanzi a questa morte per il vuoto che Giuseppe Stalin lascia nel suo popolo e nella umanità intera. Signori, se abbandonate per un istante le vostre ostilità politiche, come le abbandono io in questo momento, dovete riconoscere con me che la vita di quest’uomo coincide per trent’anni con il corso dell’umanità stessa. Quattro tappe, soprattutto, della esistenza di Stalin rappresentano quattro pietre miliari della storia universale.

Ottobre 1917: questa data costituisce una svolta decisiva per la storia del mondo, come la costituì il 14 luglio 1789. Il 14 luglio 1789 si affermò e trionfò il Terzo Stato che dette una sua politica, economica e sociale, a tutto il secolo xix. L’ottobre 1917, segna l’affermazione vittoriosa del Quarto Stato, il quale soprattutto da quel giorno diviene da oggetto soggetto di storia. Per opera di quella vittoria l’utopia d’uri tempo diventa realtà e quella che era una speranza a sospingere le masse diseredate ed oppresse verso la meta suprema diviene una certezza.

Altra tappa della vita di Giuseppe Stalin è, a mio avviso, l’edificazione socialista nella sua terra. Allora erano molti i pessimisti, gli scettici che dicevano che non sarebbe stato possibile edificare il socialismo in un paese solo. Invece questo Uomo, ereditando il pensiero e lo insegnamento di Lenin, riuscì a trasformare il suo popolo; riuscì a dargli anche una economia industriale, che sembrava un tempo un sogno ed una pazzia, sfruttando le immense ricchezze che il suolo della sua terra racchiudeva. Portò, così, il lavoratore sovietico, liberato da ogni catena, ad un alto livèllo di vita e di dignità umana. E, badate, signori, è stato questo sforzo gigantesco a costruire ed a consolidare quella cittadella, contro cui più tardi s’infrangerà la valanga nazista.

Ed ecco la terza tappa che rappresenta un’altra pietra miliare per l’unità e su cui deve essere scritta la parola « Stalingrado». Signori, voi tutti ricorderete le ore angosciose che abbiamo vissuto quando la valanga nazista si rovesciò sull’Unione Sovietica. Le armate naziste già scorgevano le torri del Cremlino e le vette del Caucaso. Ebbene, noi sentivamo che se, per dannata ipotesi, fosse crollata l’Unione Sovietica, con l’Unione Sovietica – non dimenticatelo voi che mi ascoltate – sarebbero crollate tutte le speranze di un trionfo della libertà sulla dittatura nazifascista. In quel momento sentivamo che uomini di tutti i credi politici trattenevano il respiro consapevoli che la loro sorte era legata alla sorte di Stalingrado. E Stalingrado diventò la Valmy della Rivoluzione d’Ottobre e al mondo attonito offrì il miracolo di una strepitosa vittoria, sotto la guida di Stalin. Allora comprendemmo che da Stalingrado aveva inizio la vittoria delle armi democratiche contro le armi della barbarie !

Vi è poi l’ultima tappa, signori; altra pietra miliare sul cammino dell’umanità. Se a me, umile e piccolo uomo di fronte a tanta grandezza, fosse concesso di scoprire su questa pietra dei nomi, tre ne scriverei : «Pace Roosevelt Stalin». Perché, signori, oggi noi dobbiamo tutti riconoscere che lo sforzo che ha fatto questo uomo in questi ultimi anni è stato quello di gettare le fondamenta di una pace sicura e duratura. Ecco perché egli si intese subito con un altro uomo che aveva indicato al suo ed agli altri popoli la strada da seguire dopo la guerra, se si voleva veramente avviare il mondo verso la pace e non verso un conflitto mondiale : Roosevelt. Non è vero che Roosevelt sia stato ingannato! Egli ha ascoltato semplicemente la sua coscienza, il suo grande spirito ; e ecco perché si intese subito con Giuseppe Stalin.

E Giuseppe Stalin continuò su questa strada che era la strada della pace.

Per quale ragione, o signori, egli ebbe tanto a cuore questo bene prezioso? Vedete, chi come noi è stato nell’Unione Sovietica ha avuto la esatta impressione che i dirigenti della politica dell’Unione Sovietica sentono di doversi preoccupare non soltanto delle sorti del popolo lavoratore sovietico, ma anche delle sorti dei lavoratori di tutta la terra. Ecco perché, o signori, noi respingiamo sdegnosi e sdegnati l’insinuazione fatta da un’alta autorità politica italiana ed apparsa stamani sui giornali e che cioè Giuseppe Stalin «non abbia avuto comprensione per il popolo lavoratore italiano». Le sorti del popolo lavoratore italiano stavano a cuore a Giuseppe Stalin come gli stavano a cuore le sorti del popolo suo e quelle di tutti i popoli della terra.

Egli si è sempre battuto per la pace, consapevole che coloro che pagano il più alto tributo di sangue e di sofferenze, nella guerra, sono i suoi contadini e gli operai. E da buon socialista egli sapeva che non si doveva volere la guerra per distruggere quanto la società attuale ha costruito, bensì si deve tendere a trasformare la vecchia società per edificarne una nuova. Questa è stata la sua volontà ferma ; per questo egli negli ultimi anni si è battuto. Ha sempre respinto ogni provocazione, ha sempre rinunciato ad atti di forza pur di difendere questo bene che appartiene non solo al suo popolo, ma a tutta l’umanità.

L’ultimo suo atto come statista fu precisamente un nuovo appello per la pace. Egli ha terminato bene la sua giornata, anche se troppo presto per noi e per le sorti del mondo. L’ultima sua parola è stata di pace. Ebbene, in questa ora per noi così triste, ci auguriamo che questo invito alla pace, che rispecchia la volontà di tutti i lavoratori della terra, non cada nel vuoto, ma venga raccolto da tutti coloro che hanno nelle mani le sorti dei popoli.

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=hBYdJ9xBAO4

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