Chiusura dei porti, pudenda, statue e grandi affari

Chiusura dei porti, pudenda, statue e grandi affari

Chiusura dei porti, pudenda, statue e grandi affari

Di Mary Blindflowers©

La demos-cratia, mixed media on canvas by Mary Blindflowers©

 

Una ragazza siriana che ho conosciuto di recente mi ha raccontato di essere scappata dalla guerra. Mi ha detto che, quando abitava ancora al suo Paese, non era infrequente durante la notte, l’assalto improvviso di soldati armati che penetravano in casa, costringendo, fucili in mano, tutti gli abitanti ad alzarsi. Perquisivano tutte le stanze, perfino i letti e se ne andavano solo dopo non aver trovato nulla di ciò che cercavano, forse armi, forse persone nascoste, non si sa. E questo avveniva spesso. Ordinaria amministrazione di un mondo in guerra.

Salvini chiude i porti, una decisione che divide gli italiani.

Invece di discutere su questo mi sono venute in mente delle domande: Chi è che vende le armi ai Paesi in guerra,  Africa e Medio Oriente, causando il fenomeno migranti?

La legge n. 185  del 9 luglio 1990 ha introdotto nel nostro Paese “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”. Secondo la legge il presidente del Consiglio dei ministri è tenuto ad inviare al Parlamento una relazione annuale sulle operazioni di importazioni, esportazioni e transito di armi nell’anno precedente. Però la trasparenza richiesta dalla legge non viene rispettata, infatti l’Italia dal 2009 non invia informazioni precise all’Unroca, cioè al Registro delle Nazioni Unite sulle armi convenzionali. I Paesi che non inviano informazioni all’Onu sulle proprie importazioni di armamenti sono: Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar, Turkmenistan, Paesi con cui l’Italia ha un buon rapporto, tanto che perfino il Vaticano fa affari con loro.

Sappiamo in poche parole cosa l’Italia esporta, quali tipi di armamenti, ma non si conosce esattamente l’acquirente, perché il nostro Paese nel depositare le informazioni alle istituzioni internazionali preposte, circa le esportazioni di armi si avvale di una “clausola di riservatezza” che ha spesso impiegato, per motivi non ben precisati di “sicurezza nazionale” che probabilmente hanno più che altro a che fare con la sicurezza del business dei produttori di armi. Questi infatti vedrebbero falliti i loro affari se si facessero relazioni accurate sullo stato delle esportazioni di armi dall’Italia.

In sintesi la guerra è un affare, da sempre e per non solo per l’Italia ma per tutti, tranne che per la gente che muore.

Solo che questo affare oltre alla morte, ha altri spiacevoli effetti collaterali, ossia migranti che scappano dai Paesi in guerra e che si affollano nei nostri civilissimi paesi “pacifici” e “democratici”.

L’Italia corruttissima, Paese devastato da politica e clientelismi, non riesce nemmeno a controllare se stessa, e la sua massa di disoccupati laureati e non, figuriamoci i migranti che, a detta dei parlamentari dagli stipendi d’oro, costano e pure tanto.

Non siamo in grado di accogliere, e questo è vero, però siamo in grado di esportare armi e fare lucrosi affari coi Paesi arabi. I migranti sono soltanto l’effetto visibile di una politica affaristica e doppiogiochista. Il Papa tutto lindo e pinto, vestito di bianco, rosario in mano, e Gesù in bocca, da buon gesuita sostiene che il fondamentalismo è nemico di dio, però non si fa scrupolo di fare affari con il sovrano del Qatar. Il ruolo del Qatar tra i finanziatori del terrorismo internazionale di matrice islamica, non solo è arcinoto, ma sembra essere in accordo con quelle che ancora impropriamente e falsamente vengono chiamate democrazie occidentali e perfino con la nostra religione, che dice “non uccidere”, testuale dai dieci comandamenti.

Stringendo la mano ad un potere che finanzia un altro potere terroristico e fondamentalista, non si sta forse uccidendo la vita?

Allora perché continuare a vedere solo l’effetto collaterale migranti? Di chi è la colpa se arrivano orde di profughi? Qualcuno tra i tuttologi del web che si schierano pro e contro i porti chiusi, se lo è chiesto?

Chiudere i porti è solo una misura di emergenza per evitare il collasso in un Paese come il nostro che, da una parte ipocritamente parla di accoglienza, dall’altra vende armi e fa lucrosi affari con gli amici dei fondamentalisti.

La soluzione vera sarebbe rinunciare al business della vendita di armi, ma chi mai adotterebbe una simile pratica?

Nessuno, meglio vendere armi e fumo negli occhi della gente, fomentare divisioni puntando l’interesse sulla chiusura o meno dei porti, panacea per tutti i mali, soluzione non soluzione, in modo che il gatto continui a mordersi instancabilmente la coda e tutto rimanga esattamente come prima.

Salvini dopo aver respinto l’Aquarius, si occuperà anche di capire a chi vengono vendute le armi italiane e che ruolo hanno i vari emiri ospitati in Italia con tanto di tappeto rosso e copertura delle pudenda delle statue, nel finanziamento del terrorismo islamico? Giusto per non fare le cose a metà…

Chissà…

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

Post a comment