La miniera del mondo, arte asistematica

La miniera del mondo, arte asistematica

La miniera del mondo, arte asistematica

Di Mary Blindflowers©

La miniera del mondo, credit Mary Blindflowers©

 

“La miniera del mondo, artieri, inventori, impostori”, di Piero Camporesi, racchiude notazioni curiose e suggerisce l’idea del mondo come, appunto “miniera”, laboratorio eterno e inesauribile di arte e mestieri, contraffattori, imbonitori, contadini, barbieri, chirurghi, saltimbanchi, guaritori, falsari, alchimisti, architetti e geniali paracelsiani. Un libro che illumina gli antri bui e desolati dell’età pre-moderna e che offre uno spaccato di vita che, tra epidemie di peste e malaria, suzioni d’immondo operate da santi che avevano necessità impellente e fanatica di dimostrare la loro erotica dedizione a dio, e invenzioni di bonifica e canali, ci fa riflettere sulla primitività della specie umana. Fino al Settecento la medicina usava materie escremenziali per curare vari mali, le monache bevevano la loro stessa urina per curare l’assenza del ciclo, i medici praticavano continuamente salassi, così se il malato aveva qualche possibilità di salvarsi, dopo il salasso spesso era bell’e che spacciato. L’igiene delle città pre-moderne praticamente non esisteva, e questo era un problema generale di tutta Europa e oltre: “Nella civile Milano dell’ultimo decennio del secolo scorso i fianchi del duomo erano arabescati da ben visibili vespasiani che, all’occorrenza, funzionavano anche da depositi fecali… La città di Cork in Irlanda è il luogo ove dal mese di agosto fino a gennaro si ammazzano più di centomila capi di bestiame ad uso della flotta inglese. Nei sobborghi settentrionali e meridionali di Cork trovasi una quantità de beccherie e accanto ad esse delle gran fosse, in cui si gettano il sangue e tutte le parti inutili di queste bestie. Quando poi vengono delle lunghe piogge, tutto questo putridume esce dalla sua palude e dalle colline scorre giù nel fiume… Uno scenario non molto lontano (con l’eccezione di Amsterdam) da certe città d’Africa o d’Oriente, come il Cairo dove il canale che lo attraversava -a secco quando le acque del Nilo si ritiravano – era (o avrebbe dovuto essere) il collettore generale della grande città. Tutti gli abitanti gettano in detto canale ogni sorta di immondizie e perfino i cadaveri, sicché vi si genera un limaccio che manda un colore insoffribile. Per questa ragione è così frequente la peste nel Cairo… Ad Aosta nella prima metà dell’Ottocento un gruppo di studenti anglo-ginevrini, rimase sorpreso nel vedere come la popolazione bevesse acqua da ruscelli dove galleggiavano pezzi di ciabatte, budella di maiale, e nella quale i crétins si lavavano i piedi e gli indigeni tranquillamente, lavavano biancheria… e pulivano gabbie, vecchi cappelli, brache usate e altri arnesi…” (p. 200 e ss).

Tutte le città europee e non, erano immerse in odori non proprio gradevoli, di fango, stabbio ed escrementi, dato che non solo gli animali defecavano in libertà per strada, ma pure le persone buttavano i rifiuti del corpo per via.

Un viaggio impressionante dunque nel budello della vita pre-moderna, una prosa affascinante, mai noiosa, scorrevole e attraente.

Il difetto forse de “La miniera del mondo” è che nell’esposizione dei capitoli, manca un po’ di sistematicità, a volte le notazioni si affastellano troppo creando una congerie di dati e riferimenti, gradevolissimi alla lettura ma un poco sgranati e asistematici nell’esposizione, forse un po’ troppo miscelati, confusi tanto che danno l’idea della baraonda. Per esempio la parte prima ha un titolo preciso, dedicato al maestro di tutte le arti, Leonardo Fioravanti, i capitoli seguenti invece non hanno titolo perché preferiscono optare per la scelta di informazioni forse troppo miscelate e non sufficientemente sistematiche secondo un piano di saggistica ordinato. Per fortuna lo stile evita le aridità enciclopediche di tanta saggistica accademica, e quindi la lettura non viene disturbata da questa scarsa sistematicità che comunque resta, come un difetto su una perla bianca.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

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