Osso desiderio, wishbone etrusco

Osso desiderio, wishbone etrusco

Osso desiderio, wishbone etrusco

Wishbone, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

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Osso desiderio, wishbone etrusco

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Curiosando in un mercatino mi sono imbattuta per caso in una curiosa Y. Inizialmente non capivo di cosa si trattasse esattamente, poi ho realizzato: forcella dell’osso del petto di un volatile: wishbone, formata da due clavicole che si fondono, in pratica un osso del petto di un pollo che ha la forma di Y e che negli uccelli ha il compito di fortificare lo scheletro toracico. Il venditore me lo ha confermato. Gli ho chiesto il senso. Il senso è che si tratta di un gioco portafortuna. Gli inglesi dicono che trovare la forcella dell’osso del petto di un pollo sia di buon auspicio. Due persone prendono le due estremità di tale osso e tirano, chi avrà il pezzo più lungo sarà maggiormente favorito dalla fortuna.

“L’osso del desiderio” è talmente conosciuto che a lui si ispirano amuleti, pendagli, spille, orecchini, bracciali e monili vari in materiali più o meno preziosi, a volte associati con pietre dure o perle che dovrebbero aumentarne l’efficacia e la bellezza. In alcuni di questi gioielli, in mezzo alla forcella viene segnata una data per ricordare un avvenimento importante o un compleanno, oppure una lettera per sottolineare le iniziali del nome della persona a cui si regala.

La tradizione dell’osso del desiderio risale a un rituale etrusco che prevedeva l’osservazione delle ossa dello sterno degli uccelli a scopo propiziatorio rituale. Gli etruschi pensavano infatti che le galline potessero possedere poteri di divinazione. Sceglievano una gallina, quindi collocavano dei chicchi di mais in un cerchio. Ciascun chicco rappresentava una lettera del loro alfabeto. A seconda di quali chicchi la gallina mangiava, potevano prevedere gli eventi dell’anno e comporre frasi per il futuro. Poi sacrificavano l’animale, estraevano “l’osso del desiderio”, lo lasciavano asciugare al sole per permettere poi a tutta la comunità di toccarlo. Nel tentativo di toccarlo prima o poi si spezzava, probabilmente, data la fragilità dell’osso, la tradizione si è evoluta nella competizione per avere il pezzo più lungo, una specie di gara alla fortuna che è sopravvissuta ed è stata esportata in America dai pellegrini. Soltanto che la tradizione americana gioca alla fortuna con l’osso di un tacchino anziché di un pollo nel giorno del Ringraziamento, quindi si prega e nello stesso tempo si mette un pratica un’usanza pagana, come spesso accade, a dimostrazione che il paganesimo non è mai morto e che il passato non può essere dimenticato.

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=2NQhz1wfiJw

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