L’uomo e la donna acqua, il futuro di morte

L'uomo e la donna acqua il futuro di morte

L’uomo e la donna acqua, il futuro di morte

Di Mary Blindflowers©

L’omologazione, credit Mary Blindflowers©

 

L’acqua prende la forma del recipiente che la contiene, se la si travasa da un recipiente all’altro, cambia spettacolarmente e completamente forma senza pensarci un minuto.

La forma dell’acqua è la metafora triste di ogni flessibilità servile, il trasformismo della personalità, adeguata miseramente al recipiente dentro cui sosta occasionalmente. Se il recipiente è quadrato, l’acqua diventa quadrata, se è tondo, ecco il liquido trasparente diventare tondo. Così gira il mondo delle possibilità, incastrato ferocemente in una depersonalizzazione voluta e cercata ad hoc per raggiungere l’obiettivo, principalmente quello di fare carriera.

Il carrierista così si arrampica sugli specchi della sua perenne inutilità, adeguando come l’acqua le proprie forme espressive, i propri comportamenti e contenuti al recipiente più potente che possa trovare in quel momento e che voglia accoglierlo. Nella finzione c’è il rischio pesante non solo di aver fatto inutili sforzi, spesso accompagnati dalla assoluta mancanza di talento, ma anche di spersonalizzarsi, non arrivando più a distinguere l’essenza del vero sé, così negativamente sfaccettato, diviso, sezionato e plurioccupato ad impersonare altri sé differenti e spesso contrastanti tra loro. La finzione genera finzione in un crescendo parossistico che poi diventa vizio, mentalità corrosa e bacata, utile a concepire il mondo solo secondo i metri di un piccolo e ristretto universo concentrazionario già marcio e putrefatto nella sostanza, pur mantenendo nell’ovvio ottime apparenze. Il fingitore sarà sempre lustro e bene educato, eviterà con ogni accuratezza untuosa di esprimere pareri impopolari a voce alta, sussurrerà attraverso gli stipiti delle porte, delle chat e dei salotti; accarezzerà con mano melliflua i velluti damascati della seduzione del potente, che poi magari cadrà miseramente, perché a volte il destino sa essere beffardo e imprevedibile, così gli sforzi dell’uomo acqua non saranno serviti a nulla.

L’uomo e la donna acqua hanno uno stagno al posto del cervello, e in questo stagno si muovono creature viscide e repellenti che fingono innocuità, altra caratteristica fondamentale assieme alla capacità di adeguamento formale e alla piaggeria.

L’uomo e la donna acqua vivono nel mondo della pseudo-gioia artefatta, tastando soltanto le superfici, per non rompere la crosta dell’acqua di cui essi stessi sono costituiti. Così questi primati involuti, costruiscono biografie zeppe di lodi collezionate corrompendo giornalisti amici ed estimatori interessati a cui avranno regalato prestigiose prime edizioni; sciorineranno a gran voce la notizia plurifotografata di trafiletti sui giornali locali che parlano dei loro capolavori editoriali, trafiletti pagati con favori nella logica del do ut des, trafiletti di due righe concepiti da chi il loro capolavoro non lo ha neppure letto, ma l’importante non è essere, bensì apparire sulla superficie, come quegli insetti che pattinano sull’acqua stagnante delle paludi con le loro leggere mostruose zampette.

Altra caratteristica della personalità liquida che è l’uomo/donna-acqua, è infatti la cura di tutti i particolari concernenti l’apparenza e l’immagine per lo più fittizia, realizzata magari aggiungendo particolari interessanti e curiosi alla biografia e sperimentandoli pubblicamente.

Condiamo poi questo quadretto edificante con la regola principe per avere successo nel mondo, l’innocuità. Essere innocui, sempre, non criticare mai nessuno, solo quelli che vengono criticati apertamente da chi si vuole ungere, in modo da far parte di un coretto eletto che riproduce come un nastro magnetico usurato, critiche già sperimentate e accettate dal sistema del potere. L’innocuità poi prevede che si annulli completamente e per qualsiasi argomento il proprio spirito critico, perché l’uomo e la donna acqua devono vendere i prodotti della loro grande e meravigliosa arte riciclata e a volte pure copiata, quindi devono essere simpatici a tutti, e per non inimicarsi nessuno, non danno mai pareri su niente, tranne ovviamente giudizi approvati e già filtrati dal potente che sostengono e a cui leccano per bene le scarpe di lucida vernice. La concezione dell’amicizia per il tipo di umanità liquida sovradescritto, è ovviamente, di stampo ciceroniano. L’amico è colui che aiuta a fare carriera e a raggiungere obiettivi importanti, pur non avendo in teoria le carte necessarie; l’amico è un procacciatore di contatti interessanti che poi produrranno altri contatti, e così via, secondo una mitica catena di Sant’Antonio e la logica mafiosa degli amici degli amici. Ovviamente se uno di questi amici osa criticare qualcuno del proprio circolo, verrà fatto a pezzi e isolato, perché la critica non è assolutamente ammessa, l’acqua deve essere placida, docile, stagnante. I mari in tempesta sono pericolosi.

L’uomo e la donna acqua saranno gli intellettuali del futuro?

Se è così prepariamoci ad una stagione di morte cose e di sicure pose.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

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