Sperperando congedi alle conclusioni

Sperperando congedi alle conclusioni

Sperperando congedi alle conclusioni

 

Oltre i cancelli, credit Mary Blindflowers©

 

 

Feffo Porru©

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SPERPERANDO

Sperperando i congedi alle conclusioni
le mie profezie massacravano il caso
e gli oracoli di un apocalisse disinvolta
che scorreva nell’inutile integrità del corpo.
Un chino misfatto su di me proteso su un pendio
era il tuo indorato odio d’odalisca
come un tentacolo mi prendeva la luce
gettandola in un livido sul cuore senza parafulmini
senza argini per le piene di giocattoli.

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A UNA BUONORA

A una buonora opportuna al disperare
ho interrato l’oscurità in un fiammifero
che indossava un’umidità di benzolo
benché i fiori di loto narcolessici
locavano la bonderizzazione
della gladio profuga delle mie comprensioni.
Giammai ripresi mano allo scavo
quando mi proclamavi sovrano:
ero un arto spastico che chiedeva carne.
Ma l’ora ritornava congrua a un animoso trasporto
in una teca argillosa sepolta da un simmetrico io
concepito dalla negazione d’essere assente
dove la cognizione dei limiti non vuole.

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SENZA PIU’ TELAIO

La gerla greve che mi da il tuo sbuffare
germoglia la mia infelice memoria
distesa leggiadra sopra il banco di un bar.
Oh megera, incauta fu la tua nebulosa uscita
sulle tua gonna nucleare che non era per me
quando la mia passione sbavava sbronza!
Una squama incerata sugli occhi mi diede la tua brinata risata
che sterrare mi volle l’altura scarabocchiata
sulle odi di un dionisiaco ipocrita incanto.
Oh venere infausta, ardita è stata la tua spola tra i miei disinganni
che ancora io tesso chili di incontri tra noi
è un geometrico disegno d’amore rimanda una bottiglia consigliera .
La tua valigia pronta fu un mortaio immane
che fece fuoco sulla mia orditura felice
e un bicchiere parlante mi dice ora d’orbare.
Oh bellezza scialacquata, ora ti cerco
Il sottobicchiere mi suggerisce che hai portato via la mia seta!
E non si placa la sete del mio bruciato telaio!

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DENTRO UN’ . . .

Dentro un’indotta esposizione femminea
la felicità è in desertificazione industriale
nella libertà di licenziare cuori probi
sempre meno popolati dai girasoli
con i pannelli solari accecati dai gioielli radiali.
Le precipitazioni disperse di chiavarde bloccate
cadono scarne sull’arsura tettonica delle fauci non eque
mentre i minatori nelle miniere del mio eremo
mangiano i martelli pneumatici delle curiosità incomposte
inconcusse nel polviglio microclino
di un etica aggraziata dall’andropausa.
Oh mio mezzo disabitato sterno anelettrico
che tenevi i miei averi congestionati
in un ottica sincopata da Febo
quale profezia ci fu incognita
quando aravamo quest’anima con le folgori
per aver raccolti mitologici ?
Era Artemide che respingeva l’acquata
collocava ordigni nelle mia infiorescenza d’industrie gaie
affamava i cavatori autonomi.

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=dIGl_qth81c

 

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