Visionarie architetture, Toni Pecoraro

Visionarie architetture, Toni Pecoraro

 

San Petronio, Pecoraro, credit Marco Fiori©

 

Visionarie architetture, Toni Pecoraro

Di Marco Fiori©

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Chi conosce Toni Pecoraro solo attraverso la sua opera grafica forse lo immagina un personaggio un po’ introverso, più problematico di quello che è nella realtà. La complessità delle sue immagini, legate da sempre alla struttura del labirinto, difficilmente fanno pensare ad un artista metodico e laborioso, simile ai maestri delle antiche botteghe, quale lui è. La definizione che gli si potrebbe adattare maggiormente sarebbe forse quella di “incisore-artigiano”, un calcografo con grandi stimoli intellettuali e di notevoli risorse tecniche al servizio di una iconografia legata al sogno, alla leggenda e al mistero.

Come un antico cartografo, Pecoraro sembra dichiarare in modo esplicito l’influsso arcaico e misterioso che guida la sua ispirazione poetica. In una sua incisione del 2008, Knossos, è rappresentato con visionaria fedeltà il più celebre dei labirinti antichi che, fin dalle tavole giovanili, lo ha ispirato nell’invenzione di scorci prospettici di spettacolare suggestione. Se la scoperta di questo labirinto, nel 1902 a Creta, ha ispirato alcuni lavori dei maggiori artisti del novecento (come Mondrian, Mirò, Picasso, Escher) che lo hanno inserito in alcune varianti delle loro poetiche, per Pecoraro il labirinto di Cnosso è sempre stato la fonte principale della sua ispirazione. Novello Dedalo sembra vivere a proprio agio in questi spazi misteriosi e, come un geniale architetto, costruisce in questi grovigli da incubo monumenti, cattedrali, piazze ed intere città. Questa vocazione monumentale, sviluppata e supportata da un procedimento di lavoro forse unico fra i calcografi contemporanei, nell’esito finale sembra richiamare la monumentalità espressa da Piranesi nelle “Antichità Romane de’ tempo della prima Repubblica e dei primi imperatori”. Queste tavole, incise verso la metà del XVIII secolo, evidenziano con l’isolamento e la dilatazione degli elementi architettonici una grandiosità artificiale che ne enfatizza gli antichi splendori. Lo stesso meccanismo mentale, lo stesso suggestivo artificio, è possibile individuarlo oggi nelle tavole calcografiche di Pecoraro dove la sua “monumentalità d’invenzione” è funzionale alla visionarietà del racconto.

Piranesi tendeva ad… (Continua su Destrutturalismo n. 5).

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

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