Che cosa è il Destrutturalismo?

Che cosa è il Destrutturalismo?

Che cosa è il Destrutturalismo?

 

 

Che cos'è il Destrutturalismo?

Il cambio della lampadina nelle case dei ricchi, mixed media on canvas by Mary Blindflowers©

 

Di Mary Blindflowers©

Destrutturalismo e oltre

Che cosa è il Destrutturalismo?

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Kronos crea e divora i suoi figli secondo la legge dell’eterno mutamento.

La creazione stessa non esiste in termini di realtà, è un fenomeno ciclico e naturale che l’uomo definisce come inizio, in sintesi è solo una fase, un concetto puramente aleatorio, esattamente come quello del centro. Non esiste un centro, non esiste un inizio, non esiste una fine. È il cervello umano, che per convenzione e comodità, crea questi falsi miti. Sic et simpliciter nel momento in cui nascono nuove consapevolezze, nasce una mentalità diversa, si parla di creazione ed inizio, per sottolineare che qualcosa si muove nell’immobilità perenne del già visto e già dato e già deciso. Ma la maturazione è già nell’ordine naturale delle cose, connaturata all’uomo, e quest’ordine che nasce come caos e distruzione, è solo apparentemente caotico. Si tratta di una rivoluzione consapevole e necessaria, di un pasto dovuto, di una lotta naturale, di un’indagine intellettuale e di una giustizia che non ha paura di divorare i figli del vecchio ordine per costruire il nuovo.

Ciò che appare perfino “costruzione” da parte dell’uomo non è invece altro che “cibo”, il pasto del vecchio ordine che precede e dovrà essere scalzato da un metabolismo-destrutturalismo nuovo di concetti smontati e parcellizzati nei loro elementi essenziali finalmente messi a nudo, nella distruzione del privilegio e del rancido che di questo pasto ormai scaduto fanno parte e nell’eliminazione, attraverso una coscienziosa analisi, di ciò che rende innaturale la natura, di ciò che avvilisce il talento, quello vero, quello che esplode dentro senza che nessuno l’abbia chiamato o cercato. Esiste perché c’è e questo dato di fatto, nascosto da spezie troppo piccanti di politica e sistema, deve essere salvato dal pasto avariato del vecchio regime che contiene pillole obliose del talento, a questo indifferenti e totalmente aliene in un tempo non tempo che afferma il suo è non è, continuamente, senza tregua, anche se da un passaggio all’altro passano ere, purtroppo, ere, non-ere di immobilismo troglodita.

Quando il dio del tempo divora i suoi figli l’ordine viene mutato? No, perché in effetti muta, di per sé, continuamente. La mutazione era già in sé, un elemento naturale presente in germe nelle ceneri del vecchio ordine, che mal si rassegna a morire e ovviamente opporrà resistenza, dirà che il nuovo ordine è follia, orrore panico, appunto, distruzione della poesia, dell’arte. Non si accorgono, le vecchie strutture rose dal tarlo, che quella stessa poesia e quell’arte di cui vanno rumorosamente cianciando, sono sepolte da ampi strati di politica e corruzione, una polvere densa e marcia che pervade tutto.

La mutazione però non può avvenire senza sforzo perché la nuova pelle nata sulle ceneri della prima, sembrerà curiosa a chi la guarda, diversa da quella del vecchio ordine, avrà cose in più e i suoi pori respireranno nuove libertà che già facevano parte del ciclo eterno del continuo divenire, soltanto che gli uomini e le donne non lo sapevano e da questa ignoranza nasce la diffidenza, la mancanza di fiducia in ciò che non si è già visto, l’occhio indagatore e critico verso chi non usa una pelle vecchia e consunta per viaggiare nel mondo che muta per sua stessa natura ed essenza. La vecchia pelle attaccata al monolite del pensiero, è familiare, le sue consunte primavere ormai sbocciate e sfiorite coi fiori putrefatti che ha prodotto, per l’occhio ottenebrato dell’immobilista, è musica, stabilità, sicurezza che il mondo rimanga ben saldo nelle sue posizioni in cui niente cambia e i soliti privilegiati rimangono tali per sempre.

Il male è l’uomo stesso che non muta mai. Destrutturare significa distruggere il vecchio ordine e non fermarsi ma crearne uno nuovo, basato sul talento senza sovrastrutture di ordine politico-teologico, senza un punto dio-fisso da adorare.

Ruotare attorno ad un dio-punto fissato da tradizioni fruste è errore comune, diffuso, replica di un modello gerarchico riprodotto in ogni ambiente e categoria, replica di un potere ramificato e statico come pietra dura inattaccabile. Ma l’inattaccabilità della roccia è un falso mito, ci sono infatti elementi che sanno e possono corroderla, complice il tempo, quest’entità che non esiste ma condiziona le nostre vite, questo Chronos che scandisce stupisce col moto, lo stesso tempo che il punto-dio vorrebbe dominare, senza di fatto riuscirci. Se ci fosse riuscito nel corso dei secoli nulla sarebbe cambiato, non ci sarebbe stata evoluzione, né rivoluzione culturale di sorta. Il Caos è l’origine di tutte le cose, un principio non risolutivo e non definitivo, un dio non dio, un dominatore mutevole e capriccioso che segna con la sua impronta il mondo ordinato poi dai burocrati e dagli scribacchini. Il disordine caotico è moto che nessun dio assiso in trono di nessuna religione o credenza mistica del mondo, potrà mai fermare, perché è più forte e potente di qualsiasi divinità accettata e ricoperta di onori e gioielli. Il dio è dogma intollerante, anti-arte, il caos tanto bistrattato dal comune buon senso, è moto tollerante, arte pura nel movimento delle possibilità mutevoli e delle categorie smontate. Il Destrutturalismo esalta il moto, la freschezza che combatte ogni radice dogmatica di pensiero per una mentalità aperta e non dipendente dal linguaggio che si manda a memoria per devota ostinazione e soggezione alla staticità e al buon senso (costruzione deleteria quanto artificiosa).

I punti chiave del Destrutturalismo sono semplici e chiari:  l’anti-piaggeria; il contro-antropocentrismo; il disvelamento dei meccanismi dell’editoria; l’esaltazione della visionarietà letteraria sperimentale per dire una verità attraverso la bugia; l’abbattimento del mito preconfezionato e della presunta quanto fallace indiscutibilità della poesia, dell’arte e della letteratura; la discussione contro il comune buon senso, per intenderci quello che prevede un atteggiamento omertoso e l’assenza del giudizio a favore del carrierismo; la lotta contro fanatismi e intolleranze di qualunque tipo. 

Il blog Destrutturalismo è anarchico, significa che non è politicamente schierato e non crede nel gioco dei partiti. Qualsiasi tentativo di trascinarlo da una parte o dall’altra per renderlo schiavo, verrà soffocato sul nascere.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Rivista Il Destrutturalismo

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