I limoni per la ricerca non sono affatto bio

i limoni per la ricerca non sono affatto bio

I limoni per la ricerca non sono affatto bio

Di Mary Blindflowers©

Cibo sano, credit Mary Blindflowers©

Su Internet leggo una notizia importante:

Anche nel 2018 ritorna “I Limoni per la Ricerca”, la collaborazione fra Citrus – L’Orto Italiano e la Fondazione Umberto Veronesi. Dal 4 al 22 aprile, per ogni retina di limoni venduta negli oltre 2.500 punti vendita aderenti all’iniziativa, 40 centesimi saranno devoluti alla ricerca. Siamo lieti di partecipare alla seconda edizione de “I Limoni per la Ricerca” -ha dichiarato Marianna Palella, 25enne CEO e Founder di Citrus – l’Orto Italiano – in quanto credo fortemente nella ricerca scientifica come motore di innovazione e principale leva competitiva del nostro Paese, come sinonimo di pace, di speranza e di valori. Su questa logica, “I Limoni per la Ricerca” rappresentano non solo un’occasione di raccolta fondi ma anche di sensibilizzazione e divulgazione in merito alla sana alimentazione e alla prevenzione a tavola». «Grazie alla seconda edizione di questo progetto – ha affermato Monica Ramaioli, Direttore Generale della Fondazione Umberto Veronesi – e al prezioso sostegno di Citrus – l’Orto Italiano, sarà possibile finanziare il lavoro di ricercatori che quotidianamente si impegnano a trovare soluzioni di cura sempre più efficaci per malattie che ancora oggi colpiscono numerose persone. Il numero dei ricercatori finanziati dalla Fondazione Umberto Veronesi cresce anno dopo anno, grazie al contribuito delle persone e delle aziende che condividono con noi l’importanza del sostegno alla ricerca scientifica, per il bene di tutti. Un ringraziamento particolare a tutti gli ambasciatori coinvolti per il supporto nella diffusione del progetto».

Un’iniziativa lodevole, considerando che il professor Umberto Veronesi ci avverte che ci ammaleremo tutti di tumore anche a causa di metalli pesanti e sostanze chimiche presenti in frutta e verdura, piene di pesticidi che non esistevano nell’agricoltura antica. Quindi egli promuove il cibo “sano”.

L’Italia però è un Paese curiosamente contraddittorio.

Abbiamo chiesto a Citrus l’Orto Italiano, ossia l’azienda scelta dalla fondazione per raccogliere fondi per la ricerca, tramite la vendita dei limoni in vari punti vendita italiani, se i limoni venduti per la ricerca, sono biologici.

Risposta: “Confermiamo quanto detto da Fondazione Umberto Veronesi. Questi limoni, varietà primofiore, sono 100% italiani e più precisamente nati in Sicilia nelle zone di Siracusa.
Tutti i nostri agrumi non sono mai trattati in superficie perché, raccogliendo quotidianamente il prodotto sulla pianta, non abbiamo bisogno di allungarne la vita utilizzando delle cere. Gusta la scorza, è amica della salute e utile per fare prevenzione a tavola”.

Ci hanno detto che sono limoni siciliani, con la buccia non trattata. Ci hanno tenuto ad informarci che la varietà è “primofiore”. D’accordo la scorza non è stata trattata, lo sapevamo già, c’è scritto sulla confezione, ma il resto, la polpa è trattata? Sono o non sono biologici al 100% questi limoni?

Citrus non ha più risposto e nella busta dei limoni che vende per la ricerca non troviamo scritto o certificato da nessuna parte che quei limoni non siano trattati con pesticidi o metalli pesanti.

C’è in tutto questo qualcosa che non va perché questi limoni non sono biologici, sono solo stagionali e prodotti in Italia e come dice l’etichetta “non trattati in superficie”.

Infatti se andate nel sito della Citrus troverete due tipi di limoni, quelli venduti per la ricerca la cui scorza non è trattata ma non sono biologici e quelli veramente biologici in una confezione diversa in cui si legge a lettere cubitali “bio”.

https://www.citrusitalia.it/

Ma come? Umberto Veronesi tuona contro i pesticidi, ci dice che addirittura sono responsabili del cancro, poi la sua Fondazione si affida per la vendita di limoni per la ricerca, ad un’azienda che non risponde quando le chiediamo se i limoni per la ricerca siano biologici al 100%, ad un’azienda che gioca con le parole e ci dice che la scorza non è trattata? E che facciamo? Per non farci venire il cancro, ci mangiamo la scorza che non ha i pesticidi e buttiamo la polpa che invece è trattata?

Perché questa ambiguità?

E perché non è stata scelta un’azienda bio certificata al 100% per la vendita dei limoni?

Mancavano le aziende che producono frutta bio in Italia?

Noi ce lo siamo chiesti, anche se nel nostro fetente stivaletto, come recita una nota canzone “il paradosso è cosa normale” e avere dei dubbi pare che sia un imperdonabile difetto.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

Post a comment