Di Franco Piri Focardi©

Globali 2, elaborazione grafica di Franco Piri Focardi©
Brilla,
sull’abito nero, nella scollatura abbronzata
un diamante
scintille di luce si spandono intorno
son stille di odio e di sangue
passioni racchiuse da passaggi di mani.
Ci corre incontro, sorridente
Zaila di 3 anni, e saluta
agitando il suo mozzo avambraccio.
Racconta la madre, toccandosi di continuo
gli occhi ed il petto: – Aveva 4 mesi, quando
entrarono con i fucili spianati.- Dov’è
tuo marito? Dov’è quel ribelle?-
-Non lo so! Non lo so!- Buttarono
in aria ogni cosa, come se potesse
essere nascosto in un cassetto o
in una pentola! Poi guardarono Zaila,
ancora appesa al mio petto. – È vostra
figlia? Sì! Sì!- dissero – È vostra figlia!-
La presero.
-No! No che fate? Siete pazzi? Siete marci!?-
-Assassinii!!-
In tre
dovettero tenermi, quasi spezzandomi
le ossa. Urlavo.
E appoggiando sul tavolo quel
corpicino, dissero brandendo
il coltello: -Così si ricorderà
per sempre chi è suo padre!-
E calarono di colpo la lama
su quel braccino. – Nooo!!! – Il grido
mi si spense in gola.
Uscirono ridendo,
afferrai Zaila, il sangue schizzava
via, corsi piangendo dal dottore.
Zaila sorride, sgattaiola via
è piccola che ne sa della guerriglia,
dei diamanti, di donne che fanno le fusa
al marito per quelle scintille di luce.
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