Di Mary Blindflowers©
Scrivo anche mentre dormo e mi deformo; sogni al fulmicotone, creativi spazi di cicatrizzazione del senso; scrivo anche mentre vivo su un mattone e mi cucio gli occhi sulla coperta della notte, come stelle di carne galeotte cresciute troppo in fretta;
scrivo sempre,
negli spazi brumenici antiecumene a dispetto,
mia disdetta, fragile follia in estinzione di materia, foglio in petto,
cenere di venti psichedelici in coazione d’ansiti famelici di intensa purità.
Scrivere
è come respirare nella
lugubre oscurità
di solare semiseria intensità.
(Febbraio 2014)