Ma scrittore è colui che scrive? Siete sicuri?

Ma scrittore è colui che scrive?

Ma scrittore è colui che scrive? Siete sicuri?

 

Il libro, credit Mary Blindflowers©

 

Lucio Pistis & Sandro Asebès©

Ma scrittore è colui che scrive?

 

Chi è lo scrittore? Che funzione svolge o dovrebbe svolgere? Sapreste darne una definizione?

C’è chi su fb ha le idee chiare:

Uno scrittore è chiunque crei un lavoro scritto, e chi scrive in diverse forme e generi più o meno codificati. Abili scrittori possono usare il linguaggio (narrativo o meno) per esprimere idee e immagini.
Uno scrittore può comporre in molte differenti maniere tra cui in poesia, prosa o musica. Di conseguenza, uno scrittore può essere classificato come poeta, romanziere, paroliere, commediografo, giornalista ecc.” ecco il mio riferimento alla parola scrittore, poi ovviamente tutto quello che viene dopo è abbastanza relativo perché per esempio io potrei sostenere di conoscere molti bravi scrittori che alcuni, per esempio magari non riconoscerebbero, ma qui tastiamo terre desolate e battaglie che si avvalgono di sentimenti personali”. (F. Raccis)

Questa definizione da manuale fa acqua da tutte le parti, primo perché chi compone musica non è uno scrittore ma un compositore. Nessuno infatti si sognerebbe mai di definire Mozart uno scrittore. Secondo perché non basta creare un lavoro scritto per essere scrittori, se così fosse Moccia, Volo, Coelho, e tanti altri sarebbero come Kafka e qualsiasi impiegato che scriva due righe su un foglio sarebbe uno scrittore. Certo se l’impiegato scrive come Kafka è certamente uno scrittore, ma se scrive come Moccia sicuramente non lo è. Il fatto che ci siano autori scarsi che pubblichino con grossi gruppi editoriali, dimostra soltanto l’illusorietà dell’editoria e anche il suo fallimento culturale:

“Kafka del resto, non ha mai saputo di essere Kafka come Van Gogh non ha mai saputo di essere Van Gogh. Per questo motivo continuo a dubitare fortemente di chi oggi pensa di sapere esattamente chi è e si definisce, si liscia, si presenta” (M. Blindflowers).

E voi, voi sapete chi siete?

Siete degli scrittori?

Avete amici giornalisti che hanno detto questo e lo hanno pure scritto sui giornali?

Avete amici degli amici che vi hanno chiamato poeti, artisti e vi siete convinti pure di esserlo?

Pensate che uno scrittore debba essere classificato come un bue da esposizione?

Oppure siete di quelli a cui piace enormemente sfuggire alla classifiche e definizioni?

Siete tra quelli che pensano che lo scrittore sia un adeguato, una persona che si adatta al suo tempo e non lo contesta per fare carriera? Oppure pensate che uno scrittore abbia diritto di guardare negli occhi l’epoca in cui vive e decidere lucidamente e al di là delle convenienze, se gli piace o no la società contemporanea?

Insomma cos’è lo scrittore, un indifferente, un passivo trascinato dalla corrente o uno che nuota cercando di scansare la marea di pesci acefali, tutti uguali, che viaggiano all’unisono in una stessa direzione?

Vi dobbiamo pure rispondere?

Chi è lo scrittore, Kafka l’anticipatore, surrealista sconosciuto e ignorato in vita, che mostra attraverso un universo fantastico, le storture della modernità, l’isolamento angoscioso dell’uomo, la sua sottile psicologia da incubo, oppure Coelho e le sue scempiaggini da quinta elementare tradotte in tutto il mondo per lettori che non leggono?

Noi riteniamo che gente del livello di Kafka possa essere etimologicamente definita col termine “scrittore”, il termine basato sulla radice *SCRIP, che in greco antico era *GRAP, ed indicava l’azione del graffiare una superficie di cera per lasciarvi una traccia. In una civiltà della cultura orale come la classica, dove le parole erano estremamente volatili e facilmente modificabili per azione della memoria e del tempo, lo scriptor era colui che rendeva intangibili ed immutabili le fonti del suo pensiero lasciando traccia indelebile di ciò che gli era volato dalla chiostra dei denti messo in libertà dalla sua mente. È quindi metaforicamente scriptor colui che lascia ineludibile traccia di sé, colui che graffia la mente e il cuore di colui che lo legge. Se non avete questa etimologia in voi lasciate perdere la scrittura: non inciderete nei cuori e nei cervelli di alcuno!

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Video – The Black Star of Mu

Rivista Il Destrutturalismo

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

 

Comment (1)

  1. Raffaele Abbate

    il tuo ragionamento lo condivido in pieno, ma estendiamo il discorso alla poesia. Ti incollo una mia nota di qualche tempo fa

    LA POESIA IERI OGGI E DOMANI
    Oggi ha ancora significato scrivere poesie?
    Le poesie hanno lettori?
    Le poesie hanno possibilità di pubblicazione?
    Domande alla quali la risposta è intuitiva .
    Si aggiunga che taluno sembra volere introdurre canoni nell’unica isola di originalità e
    libertà che è la poesia, pur anche brutta ed ingenua.
    In un panorama editoriale dove ex spogliarellisti ed animatori di discoteche scrivono
    vendutissime autobiografie, dove scrittori di acclamati best seller, in crisi di
    ispirazione (forse) eseguono attenti compitini da III media di “versione in prosa e
    parafrasi” dell’Iliade, dove comici televisivi più o meno in disarmo compilano
    vendutissimi best seller con tutti i luoghi comuni ed i topoi dei romanzi gialli da edicola
    di stazione ferroviaria senza un grammo di originalità e con un lessico da telenovela,
    dove “romanzieri” di terza età da anni non fanno altro che riproporre lo stesso
    personaggio, il medesimo intreccio e la medesima fabula con qualche piccola
    variazione, dove l’unica letteratura che esiste è quella proposta da mamma TV, in
    questa realtà dove non c’è nulla di inaspettato, di sorprendente, ma tutto è
    codificato, regolamentato, come gli applausi a comando in TV, la poesia può essere una
    via di uscita. Io credo che la poesia debba recuperare la sua funzione originale: quella
    di canto che racconta emozioni, odio, indignazione, amore e morte.
    Espressione d’arte che risale alle civiltà orali.
    Ricordate gli aedi simbolo della cultura popolare.
    La poesia è suono.
    La funzione della metrica, tanto per parlare di essa, aveva solo una funzione
    strumentale ed esterna alla poesia:permettere all’aedo di ricordare i versi quando li
    doveva declamare.
    Ma ora abbiamo la scrittura, abbiamo internet e quindi la musicalità del verso nasce
    dal suono delle parole, dalla giustapposizione di esse, dalle assonanze, dalle ripetizioni.
    E tutto questo nella massima libertà.
    Io scrivo racconti e “cose” che convenzionalmente si denominano poesie.
    Ma non mi definisco e non voglio definirmi perchè questo sarebbe una limitazione e
    l’attribuzione di un ulteriore ruolo. Ne ho avuti a sufficienza.
    Io dovrei definirmi per i ruoli via via ricoperti: Raffaele Abbate, dottore in
    Giurisprudenza, Dirigente INPS in pensione, ex assessore alla “monnezza”, narratore ,
    poeta, padre, suocero, nonno, chatteur, tiratardi ed arrivato a questo punto mi fermo.
    La poesia è movimento armonico, danza acrobatica, espressione: è la porta da cui si
    libera l’io.
    Ed è anche forma che segue regole sintattiche e metriche ben precise.
    E’ un connubio reale tra disciplina ed emozione.
    De André, riprendendo un pensiero di Croce, asseriva: “Fino a 18 anni tutti scrivono
    poesie. Dopo i 18 anni, continuano solo due categorie: i cretini ed i poeti. Nel dubbio, io
    mi autodefinisco cantautore”.
    Ecco questo dubbio ci salva.
    Io, l’ho già detto, non mi definisco e non voglio definirmi perchè questo sarebbe una
    limitazione e l’attribuzione di un ulteriore ruolo.
    Ho espresso la mia idea sulla poesia veniamo ora ad un altro quesito fondamentale:
    come giudicare una poesia.
    Credo che ci sia un aspetto “tecnico” ed uno “sentimentale”, il primo si basa su
    metrica, musicalità, scelta dei termini e su questo possiamo discutere, apprezzare e
    stroncare. Sul secondo aspetto, i sentimenti, qui non si giudica perché nessuno è
    all’altezza di comprendere il dolore o la felicità di un altro individuo.
    Secondo la definizione di De Andrè, ci sono “poeti” e “cretini” ma la divisione non è
    netta, spesso siamo “poeti” altre volte siamo “cretini”, alle volte scriviamo magnifici
    versi altre volte cadiamo nella “cretineria “.
    Quello che non deve spaventarci è il confronto che porta ad apprezzamenti o a
    stroncature (chi grande poeta o scrittore non ne ha avute?), non bisogna, a mio avviso,
    offendersi perché ognuno di noi ha l’intelligenza di comprendere quando la stroncatura
    è frutto di una critica costruttiva o di una inutile offesa, nel primo caso ci deve far
    riflettere per migliorare, nel secondo caso la si ignora senza cadere nella trappola
    delle discussioni inutili.
    In conclusione come possiamo definire il Poeta?
    Forse una persona che scrive versi che possono piacere o meno ma che viene ricordato
    nei testi di letteratura anche molti anni dopo la sua morte e che spesso viene studiato
    a scuola.
    Non amo i luoghi comuni per i quali tutti siamo poeti, tutti siamo maestri, tutti siamo
    saggi, perché, diciamo la verità, pochi sono i poeti, molto pochi i maestri e non so se
    sulla Terra al giorno d’oggi è ancora vivo qualche saggio.
    Ascolto molta musica, ma se mi chiedete come si chiama quel cantante o quel musicista
    o il pezzo di jazz o di musica classica che sto ascoltando, difficilmente saprò darvi una
    risposta. Allo stesso modo leggo molti libri ma spesso dimentico l’autore o il titolo del
    testo.
    Perché? La risposta è che mi piace la buona musica (buona per me, naturalmente), che
    mi piace un certo tipo di letteratura e poco m’importa di chi ne è l’autore. Alle volte, in
    libreria, prendo dei libri a caso, sfoglio qualche pagina, leggo un paragrafo, se lo stile,
    il modo di narrare mi colpisce, allora l’acquisto, altrimenti lo ripongo al suo posto. E
    come amo leggere così amo scrivere.
    Tante domande: Posso definirmi poeta ? E chi è il poeta? E’ davvero importante
    saperlo? A quale scopo? Per capire se lo sono anche io ? E chi è lo scrittore? Sono uno
    scrittore? Ci sono migliaia di persone che scrivono su internet: sono scrittori o poeti
    queste persone ? Chi passerà allo storia? Chi venderà 1 milione di copie del suo
    romanzo? Non lo so.
    Ma allora poeti e scrittori si giudicano solo dal livello di produzione, distribuzione e
    “memoria storica”, intesa come permanenza del loro nome nel tempo?
    Non credo sia questo il metro per valutare se si è poeti, se si è scrittori.
    Ci sono molte ragioni che spingono a scrivere.
    Tra queste esiste di certo un modo per esorcizzare alcuni mali della vita. C’è chi scrive
    diari, dove parlarsi di quanto attornogli accade e c’è chi si cimenta nella composizione
    artificiosa, o non, di poesia.
    Che poi, non basti solo questo a fare un poeta è un fatto certo.
    La poesia può nascere dalla formattazione di una metafora, di una figura poetica o
    quant’altro
    Poi c’è chi vuol andare oltre ed entrare nelle parole, perdercisi, lasciarsi assorbire .
    Ma questo è un passaggio a cui non sempre si arriva.
    In conclusione mi piace dare una definizione alta della poesia
    ecco alcuni versi di L. Ferlinghetti
    Cos’è la poesia
    Poesia è notizie dalla frontiera della coscienza,
    Poesia è religione religione poesia,
    Sia poesia emozione ritrovata in emozione,
    Ogni poesia una temporanea follia
    e l’irreale è il più realistico,
    Dice l’indicibile
    Pronuncia l’impronunciabile sospiro del cuore,
    Una poesia… sta in una pagina sola
    ma può riempire un mondo
    e sta bene nella tasca di un cuore,
    Poesia è lotta continua
    contro silenzio,
    esilio inganno,
    Lasciate che un nuovo lirismo salvi il mondo da sé
    sia in sfide per giovani poeti
    Siate poeti, non affaristi…,
    Mettete in discussione tutto e tutti…,
    Date alla vostra poesia ali per volare sulle cime degli alberi,
    Evitate la provincia, mirate all’universo,
    Cercate di raggiungere l’irraggiungibile,
    Resistete molto, obbedite meno
    Credo si debba meditare su questi versi

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