Cibo, strumento di controllo

Cibo, strumento di controllo

Cibo, strumento di controllo

 

Cioccolato dark al 90% di cacao, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

.

Vi siete mai chiesti perché quando mangiate un cucchiaino di nutella c’è qualcosa che vi spinge a volerne ingerire ancora e ancora fino quasi a sentirvi male? Lo stesso può accadere per pizza, dolci, patatine fritte in busta o da fast food, gelato, etc.

Le industrie alimentari conoscono molto bene la combinazione vincente carboidrati-zuccheri-grassi-sali, in modo da attivare certe zone del cervello che innescano sottili circuiti di gratificazione.

Il cibo diventa così una forma di controllo sociale che, unita agli effetti devastanti e ingannatori della pubblicità, induce alla disinformazione e alla costruzione di falsi miti di evoluzione alimentare e sociale.

Per esempio si veicola l’informazione che il cioccolato sia antiossidante e aiuti il dimagrimento, senza specificare che il cioccolato è un prodotto industriale raffinato, addizionato di zuccheri e grassi, nonché di aromi non sempre naturali. È il cacao ad avere proprietà antiossidanti, quindi per godere delle sue virtù occorre acquistarlo puro, per poi aggiungerci del latte e poco eventuale zucchero nelle preparazioni casalinghe, oppure mangiare una barretta di cioccolato che contenga, il 70-90 per cento di cacao, altrimenti si ingeriscono solo zuccheri e grassi che creano un innalzamento della serotonina nel sangue, spingendo l’individuo a mangiare e mangiare. Lo stesso accade per le patatine fritte in busta che sembrano non saziare mai, data la quantità di sale e grassi che spinge a nutrirsene compulsivamente.

Secondo alcune ricerche dell’Università della California di Irvine e dell’Istituto italiano di Tecnologie di Genova l’assunzione di lipidi, fin dal primo assaggio, crea un segnale che arriva al cervello e all’intestino producendo endocannabinoidi (composti simili a quelli presenti nella marijuana). Gli  endocannabinoidi, a loro volta, mandano al cervello segnali che richiedono l’assunzione di altri grassi, creando un circolo vizioso che spinge a ingerire grandi quantità di cibo.

Il cibo può essere una droga. Lo sa bene Mc Donald’s che, per creare opportuna dipendenza nei suoi clienti, mette lo zucchero dappertutto, perfino nei panini e nelle patatine fritte già piene di grassi e sale, creando una droga lecita e a portata di mano. C’è un Mc Donald’s ad ogni angolo, infatti. Inoltre i prezzi relativamente bassi e la stupidità della gente, fanno il resto. Questi fast food, sempre più frequentati, hanno anche aree ludiche per intrattenere i bambini che sempre più spesso si nutrono di cibi che creano dipendenza, per una nuova generazione di drogati da cibo.

Le multinazionali conoscono le giuste combinazioni per farci “drogare” senza assumere sostanze stupefacenti, al resto pensano pubblicità allettanti che veicolano false immagini salutistiche legate alla commercializzazione dei prodotti alimentari.

“Il marketing afferra i nostri pensieri, ridefinendo le categorie del pensare. Può farlo perché osserva, studia, si interroga sul chi siamo, fraziona i nostri sogni, i nostri desideri, i nostri bisogni al fine di segmentare. Questa operazione di segmentazione è già d per sé un modo di assoggettare in forme, dobbiamo rientrare nei target, nei mercati obiettivo, singolarmente o in gruppo”1.

A mio parere i fast food hanno una sola utilità, si chiama bsppg: buoni solo per pisciare gratis.

.

1V. Cremonesini, Il potere degli oggetti, il marketing come dispositivo di controllo sociale, Franco Angeli, 2006, p. 166.

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.meghantelpner.com/blog/5-reasons-nutella-should-be-banned-from-your-breakfast-table/

 

Comment (1)

  1. Rita

    Eh purtroppo sì. Ci controllano gli appetiti e soprattutto le conseguenze dannose che scaturiscono dal cibo cd spazzatura

Post a comment