I legni della Waehner

I legni della Waehner

I legni della Waehner

Di Marco Fiori©

Foto fornita da Marco Fiori©

 

L’editrice Maria Luigia Guaita decideva spesso sull’onda di un entusiasmo iniziale che non di rado finiva per frangersi contro la sua stessa impazienza: andò così anche nel 1972, quando accettò di pubblicare l’imponente ciclo di ben 68 xilografie, Creazione e annientamento della viennese Trude Waehner, presentatale dall’amico Cesare Gnudi. “Caro Raffaellino – scriveva a Raffaele De Grada incaricato di presentare la cartella – sono alle prese con la prosa sgangherata della Trude Waehner (riferendosi alle complesse didascalie delle tavole e agli appunti per un’autobiografia che l’artista aveva tenuto a scrivere di persona, pur nel suo italiano incerto, considerando il ciclo il suo lavoro più importante). Personalmente non ho dimestichezza con la Bibbia e questo mettere tra virgolette parole bibliche e personaggi mitologici mi urta, a parte le altre leggiadrie. Per favore, pensaci tu, dato che ormai ai anche il tuo nome fa parte di questa pubblicazione”.

Che i “legni” della Waehner, integri e asciutti nel loro scheletro disegnato, non si adattassero alla minima piacevolezza, era cosa che doveva esserle stata ben chiara fin da subito; lo stesso De Grada la definiva, nel testo, artista incapace di divagazioni: “ogni legno inciso è come inchiostrato nel sangue, nella conoscenza diretta del periodo brutale in cui ha vissuto gli anni della giovinezza e della maturità, nel mondo pre-nazista e nazista”. L’antifascismo comune, tuttavia, in quel caso non bastò a salvare i rapporti: stremata dalla difficile intesa con una donna caparbia almeno quanto lei, e forse soprattutto delusa dalle difficoltà tecniche e commerciali incontrate nella realizzazione e nella promozione dell’opera, a cose fatte si confidava proprio con Gnudi, ammettendo di non sopportarla più: “Sono pentita di aver stampato il suo terribile ciclo, di cui non riuscirò a vendere neppure una copia, e per la stampa del quale ci ha fatto dannare moltissimo”… ( Tratto da pag. 147 de “Il Bisonte sono io” – Due mostre per ricordare Maria Luigia Guaita e i 50 anni del Bisonte, Firenze, 2009
Fondazione Il Bisonte – per lo studio dell’Arte Grafica).
Trude Waehner (1900-1979), straordinaria artista austro-tedesca poco conosciuta in Italia, ma nota a livello internazionale, che usò nella Germania di Weimar e dell’espressionismo la xilografia per denunciare la guerra, la violenza fascista e nazista, i dolori dell’uomo ed il suo bisogno d’amore con ciglio lucido, immagini d’accusa, iconografie che valgono per tutti i tempi, divenute universali, con legni tratti da disegni del 1927 e degli anni successivi.

 

 

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