Misoginia e poesia, si fa per dire

Misoginia e poesia, si fa per dire

Di Lucio Pistis & Sandro Asebés©

Il fiore, credit Mary Blindflowers©

 

La misoginia (dal greco μισέω misèō, “odiare” e γυνή gynḕ, “donna”), è l’odio contro la donna che perdura tenacemente anche nelle società contemporanee, favorito soprattutto dai grandi monoteismi e da una mentalità retrograda. Molti sbagliano nel ritenere che tale atteggiamento sia proprio solo degli incolti. Ci sono uomini e donne che non sanno relazionarsi con le donne. Sì, perché anche le donne possono essere misogine e combattere i diritti delle donne stesse dando ragione a uomini prepotenti che non hanno il minimo rispetto delle idee dell’universo femminile.

Alla nostra età siamo rimasti abbastanza scandalizzati da alcuni interventi di tal Franco Cimarelli, strombazzatore di una poesia ad imitazione belliana, piuttosto sorpassata, che, per bacheche, si lascia andare a critiche offensive e del tutto prive di spiegazioni razionali, specie se l’interlocutore è donna, mostrando di avere, nonostante si vanti di essere un poeta, una totale incapacità a dialogare con educazione. Cimarelli dovrebbe conoscere una delle nostre mogli, forse gli passerebbe la voglia di insultare gratuitamente le donne, in compenso trascorrerebbe brutti quarti d’ora.

E siccome siamo due vecchi pettegoli e uggiosi, ci siamo incuriositi, e abbiamo letto qualche “poesia” di questo educatissimo “signore”:

Haiku
commestibile
sarebbe una bestemmia
lasciatte vive

Er girotonno de la vita.

Da millanta de mill’anni la notte
signora e padrona der buio
un po a 
la chetichella s’allontana

dovenno in un eterno girotonno
lassà che spunti l’arba
e tutt’attorno
risbocci nell’incanto dell’aurora
un monno imbrillantato de rugiada

Operto er sipario
fa capoccella er sole
l’urtima stella more.

Svanischeno le perle
la brina se dissorve
er giorno se consuma
e sfuma

E rimore e rinasce
e maestosa e sacrale
ecco la vita ecco la morte

riecco er girotonno
ce riaccalora Febo
poi se rianninna a mare

Risorteno le stelle
er buio rispadrona
pe rimorì a bonora.

Il “poeta” scrive solo in romanesco. Adattare il romanesco alla tradizione orientale dell’Haiku non è stata decisamente una grande idea. Il termine commestibile cosa sta a indicare, che si mangia? Elegantissimo poi l’invito all’uccisione di qualcuno per evitare la bestemmia.

La poesia ci dice invece che la notte è signora e padrona del buio, che si allontana quando spunta l’alba e il mondo è ammantato di rugiada: ma che bello! Che significato profondo e originale! Siamo decisamente colpiti, soprattutto quando il “poeta” continua annunciandoci pomposamente che l’ultima stella muore e il sole si affaccia, “fa cappocella”. Informazioni di interesse universale. Ora sappiamo che c’è l’alternanza di luce e buio, ce lo dice questa densissima poesia, una lirica di cui davvero non potevamo fare a meno.

L’aspetto più divertente di questo chiamiamolo così “autore” (dal Latino auctor, “colui che fa crescere”, sostantivo fondato sul verbo augeo, far crescere, accrescere, aumentare, ingrandire, fecondare, innalzare, arricchire… oddio! Cimarelli depaupera chi legge, ben lungi dall’arricchirlo!) è il fatto che critichi tutti indistintamente, senza spiegazioni, se una poesia a lui non piace, è brutta, perché lo ha deciso lui, e se qualcuno osa contraddirlo, specie se una donna, inizia ad insultare.

La poesia ha davvero bisogno di simili personaggi? Personaggi che si paludano dietro al dialetto per tacitare anche marchiani errori di grammatica tipo quel po privo del segno di elisione e che par confondersi con la digitazione errata del più grande fiume nazionale, fluttuando tra il romanesco verace e popolare dei capoccella e rianninna e quello più forbito dei vanischeno e degli articoli determinativi femminili mai aferetizzati. Ci spieghi poi er vate der Testaccio che divieto ponga una poesia in vernacolo all’uso della punteggiatura! Non l’abbiamo compreso!

Aggiungasi che l’immagine del girotondo non ci pare la più calzante per metaforizzare l’alternanza giorno/notte: il girotondo è una visione circolare laddove gli elementi componenti si avvicinano e si allontanano all’osservatore; giorno e notte spariscono agli occhi di chi guarda nel loro andirivieni! Ah, Cimma, ah riprovace!

Noi lo troviamo deprimente, soprattutto dopo aver letto le sue inutili, innocue, poesie.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

Comments (2)

  1. enrico

    Sono anni, forse dieci, che questo tizio, con il nick Tebro, ci molla i suoi capolavori (e riceve in cambio sonore pernacchie).

  2. Vittorino

    That man, a so-called poet, in my opinion is a poor shit eater.
    Severely mentally ill.
    I can not understand why his family does not take care of him.
    Maybe they hate him. Is it possible?

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