L’essenza dell’anarchismo©

L’essenza dell’anarchismo©

Di Mary Blindflowers©

 

L’essenza dell’anarchismo, credit Mary Blindflowers©

 

Nel 1910 Cesare Enrico Aroldi dà alle stampe “L’essenza dell’anarchismo”, per la collana Biblioteca del Popolo, Sonzogno, 20 centesimi a volume. Si tratta di libri la cui carta spesso si ingiallisce, ti si rompe in mano se non la maneggi con cura. I volumetti sono soltanto degli opuscoli spillati, impaginati senza filo e con una stampa che tende a sbiadirsi.

L’editore su una copertina fragilissima, tendente alla disgregazione, in un riquadro apposito, precisa molto sapientemente: “Ogni volumetto consta di 64 pagine di fitta composizione, edizione stereotipa, e contiene un completo trattatello elementare di scienza pratica, di cognizioni utili ed indispensabili, dettato in forma popolare succinta, chiara, alla portata di ogni intelligenza”. Sul retrocopertina incalza: “La Biblioteca del Popolo è sorta col programma preciso di offrire al pubblico la volgarizzazione delle diverse dottrine e discipline scientifiche. L’intera collezione dei suoi volumetti, che va sempre accrescendosi, costituisce, si può dire, una Enciclopedia, così per gli studiosi, come per i profani. Ogni volumetto forma un trattatello a sé, scritto con chiarezza, un sunto completo di una determinata disciplina scientifica o industriale. Di qui l’immenso successo della Biblioteca, i cui volumi presentano il vantaggio di esser messi in vendita a 20 centesimi, una cifra che è accessibile a tutte le borse. Le arti usuali, le scienze fisiche e matematiche, la chimica, l’astronomia, l’igiene, la medicina, l’economia politica, la sociologia, l’antropologia, le discipline filosofiche, le moderne teorie naturalistiche, la letteratura, l’arte, lo sport, etc, etc, sono, per dir così, rappresentate nella Biblioteca del Popolo, e svolte in altrettante serie di opuscoli la cui lettura riesce, utile, facile e dilettevole per ogni persona”

Quelli che vengono definiti pomposamente “Enciclopedia”, non sono saggi, non sono libri, non sono trattati, ricordano invece una sorta di Bignami, una riduzione inefficace di filosofie la cui complessità espositiva viene frantumata populisticamente in poche frasi ad effetto e per l’uso e il consumo di chi non ha voglia, né tempo, né forse capacità di leggersi le fonti originali. Insomma scopriamo che Luciano De Crescenzo che volgarizzava i testi classici per farli capire a tutti, in letture popolari ma alla fine snervanti per eccesso di banalizzazione, non si è inventato assolutamente nulla.

Cesare Enrico Aroldi si promette di riassumere super partes per un lettore non navigato, la filosofia di Feuerbach, Stiner, Bakunin, Proudhon, etc. propinandola in pillole usa e getta a lettori pigri e bisognosi di informazioni sintetiche da fast-food della cultura.

Del resto l’editore stesso precisa che i libretti sono per “ogni intelligenza”, insomma chiunque può leggerli purché abbia 20 centesimi da spendere.

Manca infatti del tutto qualsiasi riferimento bibliografico, ma soprattutto quello che stupisce di più è il maldestro tentativo di comprimere in 64 pagine di semplificazione banale, un argomento così complesso come socialismo, comunismo, anarchia, per poi dire pomposamente di aver sottolineato le differenze tra comunismo e movimenti anarchici.

Il risultato è un libro che si legge in venti minuti e che può servire ad uno studente di prima media come spunto per più approfondite letture, sempre che abbia voglia di farle.

Non so fino a che punto abbia senso proporre una pseudo-saggistica riassuntiva di idee formulate da altri. Credo siano sufficienti i libri scolastici per ridurre le teorie dei filosofi alle poche righe che lo studente deve imparare per avere una base che gli consenta di non essere un perfetto ignorante.

E allora a che serve la saggistica volgarizzante?

Secondo me a tirar su un po’ di soldi, fare cassa con libretti a poco costo, che non spaventano il lettore, dato che sono pillole per polli frettolosi. Occorre allora distinguere tra scrittori e volgarizzatori. I primi esprimono idee originali, e usano le fonti che hanno a disposizione per offrire allo spazio vuoto della carta da riempire, qualcosa di nuovo; i secondi invece veleggiano comodamente sul déjà-vu, rimpastano, sbattono un pochino la pasta sul tavolo da lavoro, la limano, la lanciano in alto, la fanno ricadere in basso e poi la fanno a pezzi, in modo da ottenere da un grosso impasto tanti piccoli pezzi con cui confezionare libretti da vendere come pizze a un mercato rionale.

In parole povere Aroldi non è uno scrittore e nemmeno un saggista. Siamo ben lontani dal trattatello completo di cui parla l’editore in quarta di copertina.

La differenza tra uno scrittore e un volgarizzatore, oltre al fatto che il primo esprime idee nuove e il secondo copia quelle di altri, è data dal business. Il volgarizzatore ha scoperto la formula magica del successo, che funziona in ogni epoca, vendere l’oro degli altri impoverendolo e ridicolizzandolo. Molti grandi scrittori sono invece morti poveri. Il genio non viene pagato.

Comment (1)

  1. christian

    io l’ho capito perchè il genio non viene pagato e è abbastanza semplice è che prima di esser compreso dal pubblico deve aspettare almeno un’altra generazione e nel frattempo muore

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