Mastr’Anghelu, versione di Torralba

Mastr'Anghelu, versione di Torralba

Mastr’Anghelu, versione di Torralba

Tempo fa ho pubblicato la versione thiesina della leggenda di Mastr’Anghelu, che potete trovare in questo stesso blog.

https://antichecuriosita.co.uk/2017/07/17/sarchibusada-de-mastranghelu/

 

Ora pubblichiamo qui di seguito la versione di Torralba. Non esiste nessuna testimonianza scritta che provi l’origine del detto “s’archibusada ‘e Mastr’Anghelu”, quindi entrambi i paesi ne rivendicano la paternità.

 

Mario Dore©

Mastr'Anghelu, versione di Torralba

Casa abitazione di Mastr’Anghelu Tanchis, credit Mario Dore©

Cos’è un ARCHIBUGIO?
È un’antica arma da fuoco portatile composta di una canna di ferro, che si carica con polvere e pallottola di piombo, fissata a un’armatura di legno, detta cassa, e munita di un dispositivo, molto vario a seconda dei tempi, destinato a dar fuoco alla carica. Lo sparo della stessa è chiamato: ARCHIBUGIATA (colpo di archibugio).
Fatta questa premessa, l’archibugiata più famosa è stata quella di “mastr’Anghelu Tanchis” di Torralba, perché nei nostri paesi del Mejlogu, quando si vuole dare significato, si suole pronunciare il famoso detto proverbiale: Hat fattu che-i s’archibusada ‘e Mastr’Anghelu; che significa aver compiuto un’azione talmente veloce che più di così non è possibile, oppure anche: detto e fatto. La provenienza di questo “Detto Proverbiale” è da un fatto successo in Torralba nel 1892.
Mastr’Anghelu Tanchis faceva il fabbro ferraio, e oltre a ricamare il ferro battuto, ferrava cavalli, asini e buoi, nella sua bottega situata in Via Carlo Felice N. 131 (numerazione civica attuale).
Si diceva anche che avesse una bella moglie e, nei paesi, quando una donna è troppo bella, fa nascere l’invidia nelle altre. Dalla gelosia e da questo sentimento spiacevole nasce la calunnia diffamatoria favorita anche da un altro detto che recita: “Muzere bella, maridu corrudu” e perciò, le lingue cattive dicevano che la moglie (metteva le corna), tradiva mastr’Anghelu.
Erano gli anni in cui in Torralba c’era anche Don Nenaldu Flores, un nobile che, come altri altolocati, sovente, scherniva e sbeffeggiava il povero popolo di bassa classe sociale.
Mastr’Anghelu e Don Nenaldu erano dirimpettai. Il titolato tutti i giorni e ogni qualvolta vedeva il vicino, aveva preso la cattiva abitudine di salutare simboleggiando le corna con le mani; e se Mastr’Anghelu era impegnato nel suo lavoro, il nobile lo chiamava finché, il fabbro, sollevava la testa dall’incudine ritrovandosi di fronte a Don Nenaldu con il solito saluto canzonatorio.
La scena si ripeteva fino a quando l’uomo non raggiungeva il massimo della pazienza.
Lo scherzo è bello quando dura poco, ormai il disprezzo non si sopportava più, ne andavano di mezzo la dignità e l’onore del fabbro. A quei tempi la legge sarda, in tema di onore, era molto rigorosa, e perciò molti si sentivano quasi autorizzati a farsi giustizia da sé, e il sardo, sotto quest’aspetto, non esitava minimamente a difendere l’onore, anche a costo di pagarne le conseguenze a caro prezzo.
Mastr’Anghelu, nato nel 1824, aveva sessantotto anni, mentre Don Nenaldu essendo nato nel 1852 ne aveva quaranta, e nonostante la differenza di età il nobile non usava rispetto.
A quei tempi, nelle case dei paesi, al lato del portone principale, c’era sempre una lastra in pietra “sa pezza”. Nel muro, un anello di ferro (sa loriga) che serviva a legare sia l’asino sia il cavallo; Questa lastra era utilizzata anche per salire sull’animale con più facilità e nelle notti del periodo estivo serviva come sedile, quando ci si ritrovava a prendere il fresco con il vicinato, per chiacchierare e sentire i vari racconti “sas contanscias o paristorias”, al buio o con il solo bagliore della luna, infatti, non c’era ancora l’illuminazione pubblica. L’occasione buona da sfruttare. Mastr’Anghelu aveva pensato bene di dare una lezione al maleducato; così la sera dell’11di luglio del 1892, dopo aver cenato, ha caricato l’archibugio ed è uscito da casa, si è seduto “in sa pezza” con l’arma pronta a sparare, anticipando l’uscita di Don Nenaldu.
Erano le ore 22,00, finalmente si vedeva il nobile uscire dalla sua porta, si sedeva “ in sa pezza sua”, alzava lo sguardo e vedeva il fabbro di fronte a lui; come d’istinto alzava la mano volendo simboleggiare le corna, ma non faceva in tempo a compiere il gesto perché il fabbro gli sparava “un’archibusada” al petto, Don Nenaldu rimaneva fulminato all’istante e si accasciava sulla lastra di pietra.
Questi sono i fatti che hanno originato il detto: “HAT FATTU CHE-I S’ARCHIBUSADA ‘E MASTR’ANGHELU”, perché questi ha ucciso Don Nenaldu prima che riuscisse a mostrare le corna con le dita della mano; ma la storia non finisce qui.
Il giorno seguente, i carabinieri lo arrestarono mentre tentava di darsi alla macchia nelle campagne di Bonnanaro.
Processato e condannato per il delitto, Mastr’Anghelu entrava in galera per scontare la pena.
Nella sua prigionia, passata in una colonia penale, forse Tramariglio, continuava a lavorare il ferro e un bel giorno mettendoci tutto il suo talento, costruiva una bellissima spada e ne faceva dono al Re.
Vittorio Emanuele II, pare abbia particolarmente gradito questo regalo, al punto che s’interessò del carcerato. Informatosi dei motivi che avevano portato il fabbro a compiere il gesto delittuoso, non riscontrò in lui pericolosità alcuna e gli concesse la “Grazia”, rimandandolo libero di ritornare a Torralba nella sua casa in via Antonio Fiori N° 47 (numerazione civica attuale), dove è morto all’età di novantuno anni, il 19 agosto 1935.
Il giornale La Nuova Sardegna del 14 e 15 luglio 1892, pag. 2, ha pubblicato due articoli dove dava notizia e altre informazioni (non del tutto esatte).

La Nuova Sardegna, credit Mario Dore©

 

IL DETTO (su dicciu): “hat fattu lestru che-i s’archibusada ‘e mastr’Anghelu”, come citato prima, è nato a Torralba.
Ricerche scritte: Uccio Malgari di Bonnanaro
Testimonianze orali di persone torralbesi non più in vita:
Petretto Salvatore (100 anni) periodo racconto anno 2008
Cossu Antonietta ( 95 anni) periodo racconto anno 2014
Arru Gavino (70 anni) periodo racconto anno 1982
Arru Giuseppina (82 anni) periodo racconto anno 2000
Testimonianze orali persone torralbesi ancora in vita:
Pinna Maria di anni 92 periodo racconto anno 2016
Falchi Antonio di anni 77 periodo racconto anno 2017
Uras Maria di anni 82 periodo racconto anno 2016

https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-psico-pillole/

https://www.youtube.com/watch?v=2UZR2sOMBxw

 

 

 

Comment (1)

  1. Stefano Gambelli

    Che Leggenda che fa drizzle I peli!!! Significativa e profonda nella vita in genere

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