Antonio de Curtis, massone?

Antonio de Curtis, massone?

Antonio de Curtis, massone?

Di Mary Blindflowers©

La loggia triangolare, credit Mary Blindflowers©

 

«Nella Sede storica di Piazza del Gesù, 47. E’ passato all’O. Et. l’Illustre Fr. Antonio de Curtis 30° Venerabile della R.L. “Fulgor Artis” dell’O. di Roma. Il titolo distintivo che Egli scelse per la Sua bella Officina significò per Lui incitamento e passione per quell’arte incomparabile di cui attinse con indeclinabile fede le più incantevoli cime. La Massoneria abbruna i suoi Labari con infinita tristezza; ma con il massimo orgoglio iscrive il Suo nome sul Gr. Libro d’oro degli innumeri Fratelli che con la loro arte ed il loro ingegno onorarono l’intera umanità».
Questo l’annuncio della Loggia Fulgor artis sulle pagine del Tempo di Roma alla scomparsa del celebre ed indimenticato Antonio de Curtis, in arte Totò, il 21 aprile dell’anno 1967.
Luciano De Crescenzo che ha conosciuto Totò nega:
“Totò massone? Non può essere vero” – sbotta lo scrittore – “io che l’ho conosciuto, lo posso dire: tutto poteva essere tranne che un massone”. De Crescenzo aggiunge: “Io parlerei di un’ incompatibilità di tipo caratteriale. Perché ci si iscrive ad un’ associazione più o meno segreta? Per ricavarne dei vantaggi, per contare di più. Ma a che tipo di vantaggi poteva aspirare uno come Totò, che nel suo campo era il massimo, e che ovunque andava era conosciuto ed amato da tutti?”. “La verità è un’ altra” – prosegue lo scrittore – “è destino comune a molti personaggi famosi finire senza saperlo in liste massoniche o, peggio, in elenchi di affiliati ad associazioni di criminalità organizzata. Ricordate Franco Franchi, sospettato di essere mafioso? E Claudio Villa, anche lui accusato di essere massone? In entrambi i casi, non era vero niente. Anche a me una volta, a Napoli, è capitato di essere trascinato ad una festa che – per fortuna me ne accorsi in tempo – era una specie di riunione della camorra. Ma da qui a dire che ero un camorrista ce ne corre”.
A’ livella invece secondo altri, tra cui l’avvocato Virgilio Gaito, Antonio Bassolino e il gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, sarebbe la dimostrazione artistica del riconoscimento dei valori e dei simboli della massoneria.
Inoltre in alcuni film ed interviste il comico ricorrerebbe ad un linguaggio corporeo ispirato alla geometria massonica. Nel film “Letto a tre piazze”, mentre scala una montagna dice che più su c’è un “massone” di cui ci si può fidare…
L’Archivio Storico del Grande Oriente d’Italia, a Piazza del Gesù, conserva il suo Testamento massonico, busta 158 che attesterebbe un Totò maestro venerabile. Sembra che sia stato iniziato a Napoli nel 1945 nella Loggia Fulgor della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana (Piazza del Gesù). Sarebbe diventato nello stesso maestro venerabile della Loggia Fulgor Artis di Roma frequentando pure le camere rituali del Rito Scozzese Antico e Accettato fino al raggiungimento del 30° grado. Gli sarebbe stato assegnato il 33° grado post mortem.
Totò fu veramente massone?
Avrebbe detto “ebbene sì”, oppure “mi faccia il piacere?”…
Io propendo per la prima ipotesi.

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=fa3a50pLmu8

Comment (1)

  1. françois Nedèl Atèrre

    Non saprei, non avrei gli elementi per dirlo. Posso immaginare -solo immaginare, preciso- che un uomo come lui, così apparentemente lontano dall’ordine e dalla regola, avesse in realtà un bisogno profondo, anche se inespresso, di ordine e di regola, di riconoscimento formale.
    Per questa ragione, probabilmente, lottò perchè gli fosse riconosciuto il titolo nobiliare al quale aveva diritto, ottenendolo diversi anni dopo l’inizio di un lungo contenzioso.
    Il tuo contributo, Mary, guarda come al solito da un’angolazione che gli altri tralasciano: indipendentemente dal fatto che sia stato o meno, cosa che mirabilmente tu lasci in sospeso.

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