Guarino, Padre Pio, Beato impostore

Padre Pio, Beato impostore

Guarino, Padre Pio, Beato impostore

Mario Guarino, Beato impostore, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Padre Pio, Beato impostore

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Padre Pio da Pietrelcina (Benevento), figlio di Maria Giuseppa de Nunzio e Grazio Forgione, due contadini cattolicissimi e analfabeti. L’ambiente bigotto e ignorante nel quale il futuro frate crebbe, segnò definitivamente la sua infanzia. Fin dall’età di 4 anni infatti ebbe “vessazioni diaboliche” e diede segni di isterismo. Il diavolo che gli si presentava in orribili forme minacciose, non lo lasciava dormire. A cinque anni poi iniziarono le estasi e le apparizioni divine. A nove anni già si flagellava con una catena di ferro, dando segni di esaltazione e fanatismo: “Mi devo battere come i giudei hanno battuto Gesù e gli hanno fatto uscire il sangue dalle spalle”. Nel settembre del 1902 aveva già le idee molto chiare in tema di matrimonio e rapporti tra uomo e donna: “Se fossi re!”, scrive in un tema assegnatogli dal maestro Càccavo, “combatterei prima di tutto il divorzio, da molti cattivi desiderato, e farei sì che il sacramento del matrimonio fosse maggiormente rispettato. Io cercherei di illustrare il mio nome col battere sempre la via del vero cristiano: guai poi a coloro che non volessero seguirla. Li punirei subito o col metterli in prigione o coll’esilio oppure con la morte”.

Così il 22 gennaio 1903 Francesco Forgione cambiò nome e divenne Padre Pio. Tra apparizioni, isterismi, risse con Satana degne del più oscuro e credulone Medioevo, auto-punizioni corporali e disturbi psicosomatici, ebbe anche le famose stigmate. Secondo i biografi infatti “le sue mani e i suoi piedi furono trafitti dalla lancia del Serafino”. La notizia delle stigmate fece subito il giro di San Giovanni Rotondo, propagandosi a macchia d’olio in tutta Italia. I pellegrini si ammassavano attorno al convento dove viveva il padre, per assistere al prodigio. Ci furono episodi di isteria collettiva, gente che si accalcava in lunghe file d’attesa per la confessione col frate santo. Alcuni fedeli arrivarono al punto di scavalcare le finestre del convento per implorare la grazia da Padre Pio.

Qualcuno parlava invece di imbroglio, anche perché l’unico che avrebbe potuto confermare la veridicità delle stigmate, padre Paolino, frate guardiano, scrisse ad un amico che nessuno è stato testimone del miracolo, nemmeno lui che in quel periodo si trovava nel vicino convento di San Matteo, quindi non esistevano prove circa l’apertura delle ferite nel corpo di Padre Pio. Nessuno aveva visto le piaghe aprirsi. E quando vennero esaminate da un medico non si poté certo dimostrare che erano di origine divina o miracolosa… Ma si sa come gira il mondo… I giornali sempre alla ricerca di uno scoop, fecero altisonanti titoli sul padre santo che aveva le stigmate e guariva gli infermi, anche se di fatto nessuno poté provare né guarigioni, né origine delle ferite.

Il medico napoletano Vincenzo Tangaro, incuriosito da tutto il rumore che facevano i giornali, decise di esaminare le ferite del santo, poi pubblicò le risultanze nel Mattino di Napoli: “Le stigmate sono superficiali e presentano un alone del colore caratteristico della tintura di iodio… Capziosa e artificiosa mi sembrò la spiegazione della presenza nella cella di Padre Pio, di una bottiglia di acido fenico commerciale nero (ricorda il colore delle stigmate) che, secondo il frate guardiano, Padre Pio verserebbe per attutire, a scopo di umiltà, il suo odore di santità”.

Eloquente è anche la relazione del professor Amico Bignami (ordinario di patologia medica della Regia università di Roma):

“Sulla natura delle lesioni descritte si può affermare che rappresentano un prodotto patologico sulla cui genesi sono possibili le seguenti ipotesi: a) che siano state determinate artificialmente e volontariamente; b) che siano la manifestazione di uno stato morboso; c) che siano in parte il prodotto di uno stato morboso e in parte artificiale. Una interpretazione soddisfacente può essere la terza ipotesi. Possiamo infatti pensare che le lesioni descritte siano cominciate come prodotti patologici (neurosi, necrosi multipla della cute) … e siano state mantenute artificialmente con un mezzo chimico, per esempio la tintura di iodio. Ho notato una pigmentazione bruna dovuta alla tintura di iodio. È noto che la tintura di iodio vecchia, per l’acido iodidrico, diventa fortemente irritante e caustica”.

La scienza aveva espresso il suo parere. Ma la forza trascinante del miracolo attirava i disperati di tutta Italia, li nutriva con la speranza, con l’illusione. La leggenda miracolistica del frate, nonostante le evidenze scientifiche, non si arrestò perché i poveretti avevano bisogno di credere e la stampa per vendere alimentava le illusioni e faceva notizia con il Padre santo.

Francesco Morcaldi, fascista, uno degli ambigui personaggi di cui Padre Pio amava circondarsi, e che lo mise in contatto con la massoneria e con persone importanti, nel maggio del 1963 in un’aula di Tribunale, affermava : “circolavano voci delle quali ebbi notizia sicura, le stigmate di Padre Pio erano da lui stesso provocate con acido nitrico e acqua di colonia, di cui potevano rinvenirsi nella sua cella due bottiglie”.

Un altro fedelissimo di Padre Pio era l’avventuriero Emmanuele Brunatto che divenne ben presto il capo di un clan dedicato allo sfruttamento a fini di lucro del fenomeno delle stigmate. L’ambiguo personaggio per anni diede vita ad un traffico di reliquie insanguinate del santo, per esempio vendeva i pannicelli intrisi, a suo dire, del sangue di Padre Pio. Questi stracci insanguinati arrivavano al costo di 50 mila lire.

Padre Pio che soffriva di un chiaro disturbo istrionico di personalità, era strenuamente difeso dai fascisti, per questo non veniva trasferito mai altrove e poteva fare nel convento il bello e il cattivo tempo, aiutato dai suoi amici, Morcaldi e Brunatto. Essi si prodigarono per attirare anche vip e personalità di un certo rilievo nel convento, attori, camerati, politici, in modo che la fama del padre e i loro introiti, ne fossero accresciuti.

Troverete questo e molto altro nel libro di Mario Guarino, Beato impostore, controstoria di padre Pio, Kaos edizioni, la cui lettura è molto istruttiva.

Ancora oggi molti credono nella santità di Padre Pio e si comprano il suo calendario, i libri apologetici a lui dedicati, le sue immagini, le medagliette, le magliette, così il business continua.

I santi non esistono, I fatti lo dimostrano, la scienza lo dimostra, ma uomini e donne disperati hanno sempre bisogno di credere. Da qui nasce l’affare e l’illusione che resiste nel tempo.

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