Di Mary Blindflowers©
Fisime indulgenti al sé disfatto,
corroso al tatto di un’ipotenusa vuota,
italiotacalca e menzognariscatto, ridono a braccetto
e non c’è tedio né vergogna all’ossessione
del laccetto, compagnia che conta,
gesso, un, due, tre, matto,
va in onda l’Iscariota,
doppia risoluzione al subprogresso,
ma non lascerai l’impronta dello scatto
sulla ruota,
c’è qualcosa che ti manca
lì dove ti hanno messo.
Fisime fulgenti al sé ancorato
questo è il prologo,
la fine e l’antefatto.
(2017)
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