Conversazioni baudelairiane sul Papa©

Conversazioni baudelairiane sul Papa©

Di Mary Blindflowers©

Equilibri religiosi, oil on paper by Mary Blindflowers©

 

Di recente ho avuto una discussione con un gruppo di papisti, persone molto per bene, timorate di dio, tolleranti ed educate, gente che sa tutto, ha la verità preconfezionata in tasca e dà lezioni di vita al mondo. La domanda era: perché vi piace il nuovo Papa Francesco?

Chi ha parlato della sua presunta umanità, chi dei suoi viaggi, chi delle carezze che distribuisce ai bambini, chi del fatto che sarebbe un papa rivoluzionario.

La parola rivoluzionario mi ha fatto scattare una molla.

Fino a prova contraria in ogni rivoluzione che si rispetti c’è un tentativo di ribaltamento della situazione precedente, il nero diventa bianco o il bianco nero.

Il nuovo Papa, che tra parentesi, particolare trascurabile, ha fatto carriera sotto la dittatura argentina, sarebbe aperto mentalmente, moderno, dinamico, ottimo comunicatore, etc. etc.

Ecco cosa dice delle unioni gay: “Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da dio e ogni altro tipo di unione… la famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al ‘sogno’ di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità… la Chiesa con rinnovato senso di responsabilità continua a proporre il matrimonio, nei suoi elementi essenziali, prole, bene dei coniugi, unità, indissolubilità, sacramentalità, non come un ideale per pochi, nonostante i moderni modelli centrati sull’effimero e sul transitorio, ma come una realtà che, nella grazia di Cristo, può essere vissuta da tutti i fedeli battezzati”.

Circa le unioni civili, nessuna apertura, nessuna rivoluzione, tutto come prima.

Bergoglio però è un abile manipolatore, da buon gesuita, e pronuncia a voce spiegata la frase “Chi sono io per giudicare un gay?”.

Ed ecco il tripudio di ovazioni per il papa della rivoluzione sessuale.

Rivoluzione?

Siamo sicuri?

Abbiamo letto tutto?

Nell’articolo 2357 del Catechismo della chiesa cattolica è scritto, testuale:

L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati”.

Bisogna approfondire gli spot ad effetto che il papa usa per attirare su di sé le simpatie del popolo e di certa sinistra disinformata e vendoliana, insomma leggere bene tutto quello che scrive, non fermarsi ad un’unica frase.

Le posizioni della chiesa sull’omosessualità non includono rivoluzione alcuna, sono le stesse da millenni.

E sul divorzio?

Ecco gli articoli 2384 e 2382: “Il divorzio è una grave offesa alla legge naturale. Esso pretende di sciogliere il patto, liberamente stipulato dagli sposi, di vivere l’uno con l’altro fino alla morte. Il divorzio offende l’Alleanza della salvezza, di cui il Matrimonio sacramentale è segno. Il fatto di contrarre un nuovo vincolo nuziale, anche se riconosciuto dalla legge civile, accresce la gravità della rottura: il coniuge risposato si trova in tal caso in una condizione di adulterio pubblico e permanente… Tra i battezzati «il Matrimonio rato e consumato non può essere sciolto da nessuna potestà umana e per nessuna causa, eccetto la morte». 2385: “Il carattere immorale del divorzio deriva anche dal disordine che esso introduce nella cellula familiare e nella società. Tale disordine genera gravi danni: per il coniuge, che si trova abbandonato; per i figli, traumatizzati dalla separazione dei genitori, e sovente contesi tra questi; per il suo effetto contagioso, che lo rende una vera piaga sociale”.

E sulle donne?

Il modello proposto è sempre quello di Maria, la donna non donna, priva di sessualità e vagina, un’asessuata senza personalità il cui compito è figliare e sostenere il potere dell’uomo.

Il papa condanna la discriminazione sessuale in apparenza e i suoi motti ad effetto rimbalzano nei media, ma di fatto la chiesa non consente alle donne di fare carriera al suo interno.

Il Catechismo della Chiesa cattolica si pronuncia sul “lavoro” delle donne in modo chiaro: «Il Signore Gesù ha scelto uomini per formare il collegio dei dodici Apostoli, e gli Apostoli hanno fatto lo stesso quando hanno scelto i collaboratori che sarebbero loro succeduti nel ministero […] La Chiesa si riconosce vincolata da questa scelta fatta dal Signore stesso. Per questo motivo l’ordinazione delle donne non è possibile» (art. VI, Il sacramento dell’ordine).

A questo punto mi chiedo perché ci sia gente in giro che parli di rivoluzione? Sanno esattamente il valore il significato di questa parola? Oppure seguono gli spot in tv?

Per tornare all’incipit di questo mio articolo. Tutti i benpensanti che parlavano di rivoluzione papale, hanno ricordato carezze del papa, viaggi, pubblicità di apertura mediatica, etc. io ho ricordato la sua prima defecata. Tutti si sono scandalizzati. Sì perché questo è un Paese di signori e signore bene che se pronunci la parola “cacca”, si scandalizzano e perdono dentiere e parrucche. E inneggiando a Bergoglio e Wojtyla come santo, ti vorrebbero bruciare sul rogo delle falsità. “Cacca” scandalizza, non scandalizza però il fatto che il papa polacco Wojtila, citato nella conversazione come santo subito, abbia fatto diventare prelatura personale un’organizzazione nazi-fascista come l’Opus dei che ha ancora un indice dei libri proibiti; non si scandalizzano dei rapporti del Vaticano con la mafia; dello IOR che ricicla miliardi; degli affari che il Vaticano fa con gli sceicchi sostenitori del fondamentalismo islamico; non si scandalizzano per la morte di Papa Luciani, che poveretto, lui, il tempo di fare la cacca, non l’ha mica avuto. Non si scandalizzano dell’attico di Bertone, né della pedofilia, dell’usura, delle malversazioni delle curie, no, tutto questo va bene, è nascosto sotto la cenere, sono tutte dicerie, falsità. Il papa è santo, il cielo è blu, la lobotomia in atto. Nessun dubbio, i detentori delle verità assolute sanno tutto, non si può discutere.

Aveva ragione Baudelaire a questo punto, meglio conversare con i propri visceri.

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