Povera patria e la libertà di opinione

Povera patria e la libertà di opinione

Povera patria e la libertà di opinione

Siccome ci sono state alcune polemiche in seguito alla pubblicazione di un articolo su questo blog: “Cade la terra e pure un po’ le braccia”, e riteniamo che la nostra libertà di opinione non debba essere messa in discussione da scrittori-bavaglio, segugi di certe dinamiche tutte italiane, riportiamo un articolo apparso sulla pagina di Roberto Guerra, critico, recensore e scrittore italiano che come noi pensa che la libertà non sia un delitto. Pertanto lo ringraziamo.

 

La strega, tecnica mista su cartone rigido, 39 x 15 cm, by Mary Blindflowers©

Di Roby Guerra©

Tempo di parole definitive su certo andazzo periodico che coinvolge una delle migliori scrittrici italiane contemporanee, per sua fortuna da tempo emigrata in Gran Bretagna… visto il declino della nostra Povera Patria (direbbe Battiato) a livello politico, economico e anche letterario ed editoriale. Ci riferiamo a Mary Blindflowers che conosciamo da tempo e apprezziamo anche dal cibertempo, tanto per insinuare subito ai destinatari di quanto segue il livello d’interfaccia necessario per qualsivoglia dialettica con il sottoscritto: che da sempre, vero democratico ovviamente, rivendica il diritto di parola con “chi mi pare”, come dire “sono l’unico registro di sistema di me stesso!” Ebbene questa legittima difesa verso la collega sarebbe anche superflua: basta un giro nel web, e spessissimo in dinamiche web almeno rilevanti, come prova popperiana del talento della scrittrice in questione. Che pur appunto trasvolata oltre Manica, curando comunque microstoricamente uno dei blog più interessanti in lingua italiana, persino segnalato in ambiti anche accademici, di tanto in tanto rinfresca una delle sue caratteristiche blogger: è anche una grande polemista intellettuale e letteraria e ben vengano sempre autori o autrici che con coerenza anche superiore alla nostra, semplicemente denunciano spesso – a suo avviso- certe dinamiche letterarie ed editoriali mediocri o supposte tali, specchio del bel Paese. Ebbene va da sé che spesso i bersagli sembrano convalidare in controluce e contrario dell’ombra le sue critiche, che sintetizzando spesso colpiscono – a nostro avviso – al di là di questo o quello scrittore specifico- ma in generale certo manierismo letterario tutto italico ed anche editoriale, quella che solo dei sonnambuli zombies alla Romero francamente possono nel 2017, in Italia, ancora negare. Ma il problema neppure tale in certe repliche piccate che debordano sempre off topic, sempre guarda guarda con controattacchi ai limiti del gossip radical chic e anche fuorviante senza neppure una abc d’informazione complessa: ché poi sempre l’arma impropria del radical chicchismo letterario italico piaccia o meno convenzionale o pseudo alternativo che a nostro avviso conferma sempre due grandi eretici e perturbanti autori ancora contemporanei. Vale a dire un certo Baudrillard quando dichiarò la morte della letteratura nell’era elettronica e virtuale e Enzensberger quando coniò la diagnosi storico letteraria del nostro tempo: “Idiot Lettré”, vale a dire poeti e letterati analfabeti dal punto di vista scientifico e nell’era della scienza e dell’Intelligenza Artificiale!
Noi siamo più gentili e nessun moralismo, legittima la pratica, anche se eventualmente inerziale ormai, della letteratura autoreferente italiana convinta di salvare il mondo con la parola e con l’accumulo di premi letterari spesso di dubbia trasparenza e così via.
Semplicemente questa Parola e certa tipologia di letterati non ci interessa, apparteniamo ad un’altra quasi razza aliena, siamo completamente insensibili e indifferenti alla cosiddetta letteratura contemporanea, tranne anche non rare eccezioni, in quanto parliamo già di matematica qualitativa, di grandi numeri in ogni caso e necessità e libertà!
Dice: ma la Blindflowers non è una letterata? Qua casca l’asino… siamo già nell’Oltre Letteratura prossima nei suoi frattali immaginari alla Parola scientifica già ampiamente venuta alla luce: fin dal Rinascimento scientifico, fin da certo post-simbolismo o certo futurismo e le avanguardie del primo novecento in particolare, lasciando perdere per ora fantascienza, cinema meccanico ed elettronico fino alle arti elettroniche degli anni duemila.
Poesie e saggi e romanzi ecc. della Blindflowers fioriscono da una matrice in-esatta, una asistematica danza dei significanti (direbbe lo stesso Jacques Lacan) che captano la complessità della parola e delle combinatorie complesse psicosociali del nostro tempo, connessa tale Cifra letteraria (e scusate se naturalmente chiosiamo lo stile del critico…) come una deliziosa
Time Machine e in memi alineari con il futuro anteriore e quello prossimo/remoto.
In ogni caso – attualmente – sul piano critico letterario si osservano da un lato una letteratura letterante auto-circoscritta e dall’altro una meta-letteratura che dopo un secolo di vocali colorate alla Rimbaud o macchine oniriche alla Breton o visionarie marinettiane (ecc.), magari resta relativamente di nicchia, secondo i canoni eterodiretti convenzionali, ma che sempre, in ogni evo o eva.., è la culla del futuro e del suo Linguaggio. E in tale linguaggio vive la poetica della Blindflowers, percorso sempre relativamente raro e di altitudine, divenire nell’energia e nella materia oscura, parafrasando non i soliti eventuali
link esauriti di certa storia anche di stoffa della letteratura italiana, ma magari la Fisica contemporanea…:
Lasciate stare la Blindflowers, non è Rosa 1.0, 2.0, vostra!

https://www.youtube.com/watch?v=gfHpWwWu-qY

https://plus.google.com/101468185778115774572

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

Manifesto Destrutturalista contro comune buonsenso

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