Un ragionevole dubbio su fatti non accertati

Un ragionevole dubbio su fatti non accertati

Un ragionevole dubbio su fatti non accertati

Di Mary Blindflowers©

 

Voltavetrata, foto Mary Blindflowers©

I vantaggi dell’informazione via web consisterebbero in una relativa libertà e velocità di diffusione delle notizie. La rete ha comunque i suoi trabocchetti e talvolta appare difficile distinguere le bufale dalle notizie vere. Sono circolati, su vari siti, resoconti a dir poco inquietanti sull’operato della Chiesa in alcune scuole cattoliche canadesi. Si parla addirittura di 50.000 vittime tra bambini aborigeni che sarebbero stati uccisi e torturati. Scrive Marco Cinque de «Il Manifesto» nella rubrica Fuoripagina: «Ammontano almeno a 50 mila i bambini morti nelle scuole residenziali cattoliche, senza contare tutti coloro che resteranno segnati per sempre, fisicamente e psicologicamente, dalle torture e dalle violenze subite. Ma la situazione attuale nelle riserve indiane canadesi continua ad essere tragica e i nativi sono ancora vittime di deprivazioni, violenze razziste, discriminazioni e misteriose sparizioni. Negli ultimi 20 anni, circa 500 donne native americane sono svanite nel nulla in tutto il Canada. Annet ha denunciato la scomparsa di molte ospiti aborigene del centro di Vancouver Eastside e il coinvolgimento di agenti della Royal Canadian Mounted Police (RCMP), della Chiesa e dello stesso governo. Tale coinvolgimento, supportato da prove documentali e da dichiarazioni di testimoni oculari, farebbe capo a una rete di pedofili e a un traffico di film porno e pedo-pornografia. Più volte Annet, attraverso il suo programma radiofonico Hidden from History, trasmesso dalla Vancouver Co-op Radio, ha rivelato l’esistenza di luoghi di sepoltura di massa per occultare i resti delle donne assassinate nell’area intorno a Vancouver. Un esame necroscopico sui resti di ossa riesumate, rinvenute nella riserva degli Indiani Musqueam, vicino all’Università della British Columbia nel 2004, ha rivelato infatti che queste appartengono a giovani donne mischiate ad ossa di maiale».

I media non ne parlano. Perché? Censura o prudenza su fatti non ancora accertati, su notizie di cui non si hanno prove certe?

Qui ci aggiriamo per i sentieri del dubbio. Arthur McPaul in un articolo riportato nel blog TERRA REAL TIME sostiene che fin dal 2010, quando il Papa si recò in Gran Bretagna, l’attivista ateo Richard Dawkins chiese alle autorità di arrestarlo, per chiarire i crimini sessuali perpetrati dalla Chiesa. Nel 2011 le vittime degli abusi sessuali da parte del clero chiesero alla Corte Penale Internazionale di indagare sul Papa. Il Gruppo per i Diritti Costituzionali (CCR) e la Rete dei Superstiti abusati dai sacerdoti (SNAP), ha presentato una denuncia presso la Corte Penale Internazionale relativa al fatto che i funzionari del Vaticano avevano consentito crimini sessuali. La Corte Penale Internazionale non ha ritenuto di dover procedere. Perché? Una domanda senza risposta.

Resterebbe attualmente aperta la richiesta del Rev. Kevin Annet che chiede l’estradizione e l’arresto del Papa per genocidio. L’Ufficio centrale dell’ITCCS, International Tribunal into Crimes of Church and State di Bruxelles, è stato costretto dall’improvvisa abdicazione di Benedetto XVI a rivelare dettagli raccapriccianti sulle torture e uccisioni perpetrate negli istituti cattolici del Canada.

Alcuni dicono che l’ITCCS non ha, di fatto, alcun valore legale, pertanto si tratterebbe di una notizia falsa. Marco Cinque ha intervistato il reverendo Annet: «Sono ormai diversi anni che Kevin Annet denuncia gli abusi e le stragi dei nativi canadesi nelle cosiddette “scuole residenziali” cattoliche. Prima col libro The Canadian Holocaust, poi col film documentario Unrepentant, diretto da Louie Lawless, Annet sta cercando di scuotere l’opinione pubblica internazionale sulle sistematiche violenze fisiche, sugli abusi sessuali, gli elettroshock, le sterilizzazioni di massa e gli omicidi perpetrati ai danni delle popolazioni native nella seconda metà del XX secolo. “È necessario che il mondo sappia quello che è successo”, recitava una donna nativa in lacrime all’inizio di Unrepentant, ma bisogna vedere se il mondo a cui viene rivolto questo drammatico appello abbia davvero voglia di sapere. Sia il governo canadese che il capo della Chiesa Cattolica hanno ammesso i crimini commessi nelle scuole residenziali. Infatti, l’11 giugno 2008 il Presidente del Consiglio dei Ministri, Stephen Harper, ha chiesto ufficialmente scusa per il genocidio e per gli abusi inflitti agli aborigeni. Dal canto suo papa Ratzinger, durante un’udienza con Phil Fontaine, leader discusso e non riconosciuto dalle First Nation, ha espresso “il proprio dolore per l’angoscia causata dalla deplorevole condotta di alcuni membri della Chiesa”, che ha causato sofferenza ad “alcuni bimbi indigeni, nell’ambito del sistema scolastico residenziale canadese”. Queste scuse però, oltre a sminuire il senso delle proporzioni, somigliano a una sorta di confessione che in un sol colpo pretenderebbe di cancellare le responsabilità dei peccatori e di redimerne automaticamente i peccati. Se dei crimini sono stati commessi ed ammessi, si presume che debbano esistere anche i criminali che li hanno compiuti e risulta strano che gli stessi non vengano né identificati né perseguiti a norma di legge».

Su Kevin Annet le opinioni sono controverse. Su nativiamericani.it si dice che sul cammino del reverendo ci sono delle ombre, e l’articolista si domanda: «Perché creare una “Corte internazionale di Giustizia Common Law” dall’istituzione e componenti nebulosi e non fornire alla Commissione Permanente sui Diritti Umani del Parlamento Italiano, presso cui Annett era stato portato in occasione della sua venuta in Italia, dei dati e riscontri precisi sui responsabili dei crimini contro i Nativi per avviare un’inchiesta così come a lui era stato richiesto? Non abbiamo nessuna risposta a questa domanda».

Il dubbio si infittisce.

(Articolo del 2013)

Manifesto Destrutturalista contro comune buonsenso

Post a comment