La Nutella triste metafora del nulla

La Nutella triste metafora del nulla

La Nutella triste metafora del nulla

Di Mary Blindflowers©

Sipario per pesci, pastello a cera su carta, By Mary Blindflowers©

 

La Nutella, un prodotto italiano che ha contribuito notevolmente alla crescita di una nota azienda, la Ferrero. Chi è che non ha mai mangiato o quantomeno assaggiato la Nutella? Tutti credo. Il basso costo ha decretato la diffusione del prodotto e non solo a livello nazionale, ormai la Nutella la conoscono tutti, in tutto il mondo.

Ma di cosa è fatta in realtà e quanto cacao contiene? Si compone per il 76 per cento di olio di palma, il resto è latte scremato in polvere, nocciole e cacao in piccola percentuale. Una tavoletta di buon cioccolato dark può contenere fino al 99% per cento di cacao, la Nutella il 7 per cento. Fate le dovute proporzioni.

In pratica quando si mangia la Nutella si mangia un cibo molto grasso, povero di cacao e ricchissimo di zucchero bianco raffinato, un prodotto che non offre nulla in termini di qualità e salute, anzi aumenta il tasso di zucchero nel sangue e fa ingrassare.

Basta prendere un barattolo del prodotto e metterlo al sole per un poco per valutare la quantità di grassi che contiene e che non fanno di certo bene alla salute. Eppure per tanto tempo la Nutella è stata spacciata per cibo “sano”, utile addirittura per la crescita dei bambini, un periodo onnipresenti nelle pubblicità della Ferrero con un bella fetta di pane e sopra la crema definita “al cacao e alle nocciole”.

Si dice che oggi con la circolazione delle notizie e delle informazioni ci sia più consapevolezza alimentare e non. Ma è davvero così?

Ci sono ancora persone che sostengono che la Nutella sia intoccabile, un ottimo cibo, e continuano non solo a cibarsene, ma la danno pure ai bambini, convinti che faccia addirittura bene! Non mi addentrerò in discussioni sulla probabile cancerosità dell’olio di palma, che comunque, cancerosità o no, è uno dei peggiori oli del mondo; non si soffermerò neppure sul fatto che vaste aree del pianeta vengono sacrificate per la coltivazione della pianta da cui si produce quest’olio, in barba a chi dice che la Ferrero è ecosostenibile, né sul fatto che questa azienda voglia inglobare anche la famosa Nestlé, altra multinazionale del cacao che sfrutta il lavoro minorile nei Paesi poveri. Mi limiterò a dire che la Nutella non solo non è un cibo sano, perché contiene straordinarie quantità di grassi e zuccheri che farebbero male anche ad un rinoceronte, ma crea una forte dipendenza, esattamente come i cibi del Mc Donald’s. Avete mai notato che quando mangiate la Nutella vi viene voglia di mangiarne ancora e poi ancora e poi ancora? Si crea una sorta di schiavitù alimentare. Perché? L’alta percentuale di zucchero contenuta nel prodotto, crea un innalzamento della serotonina che dà un senso di calma e di appagamento, di momentanea felicità. Così non è raro vedere persone afflitte e dispiaciute per qualche accadimento personale, attaccarsi al barattolo di Nutella per trarne giovamento. Le multinazionali giocano su due fattori principali per smerciare prodotti aberranti: dipendenza psicologica e scarsa qualità, così il costo può rimanere basso e soddisfare praticamente tutti, espandendo il prodotto-spazzatura in tutto il mondo e realizzando grossi profitti.

È la morte della cultura alimentare, la standardizzazione della dipendenza, la sottoqualità spacciata per oro, tramite pubblicità ingannevoli ed ossessive. E questa sarebbe la nutrizione dell’uomo del futuro? Depensante, dipendente, schiavo delle multinazionali, sempre più depresso, sempre più grasso e inebetito dal sistema, un pesce nel maremagnum del business che usa la massa come marionetta. La Nutella è la triste metafora del nulla. Dimostra come il popolo sia manipolabile, scarsamente capace di autodeterminazione, di riflessione.

Vi siete mai chiesti perché le etichette dei prodotti alimentari diventino sempre più piccole? Per esempio in U.K. sono piccolissime, faccio fatica a leggerle, spesso ci vuole la lente di ingrandimento per capirci qualcosa. E sono piccole apposta. Perché tanto la gente non le legge quasi più, non ha tempo, va di fretta, mangia quel che capita, quello che suggerisce la pubblicità, indipendentemente dalla composizione, perché il tempo è denaro. I pesci seguono la corrente, si vive come automi dentro una busta di plastica trasparente che ha dei buchi per poter, ogni tanto, respirare ma senza pensare troppo.

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