Il Girasole del vero ed unico Barbanera

Il Girasole del vero ed unico Barbanera

Il Girasole del vero ed unico Barbanera

Di Mary Blindflowers©

Frutti spontanei, foto Mary Blindflowers©

Fin dal Cinquecento di villaggio in villaggio, di città in città, presenze non facilmente controllabili, inquietanti, bizzarre, cariche di mercanzie, attraversavano le piazze e le calli vendendo saponi, profumi, unguenti medicinali dalle imprecisate ricette, esalanti aromatici effluvi, e piccoli libretti a stampa, lunari e almanacchi.

Erano, questi ultimi, volumi di piccole dimensioni, in modo tale che potessero essere portati dentro le tasche dai contadini, i quali ne apprezzavano i consigli e le previsioni del tempo utili per la semina.

È scritto ne il Discorso generale de Il Girasole ossia l’orologio celeste del vero ed unico Barbanera lunario regolato all’Orologio Oltramontano e d’Italia per l’anno 1815, pubblicato a Bologna per i Tipi de’ Franceschi alla Colomba:

In Domenica primo giorno di Gennajo consacrato alla memoria della prima effusione di sangue del Divino nostro Redentore, avrà principio il nuovo anno 1815 secondo l’immutabil costume di Santa Chiesa; ma per gli Astronomi al loro uso li 21 Marzo or. o. m. 18, sera, Ital. Or. 17. m. 48, nel qual punto il Sole intraprende la sua carriera per il Zodiaco. Venere ne sarà la benefica Dominatrice. Li raccolti saranno quasi tutti abbondanti, specialmente quelli che scarseggiarono nell’anno scorso. Il florido Commercio prosperosamente di nuovo intrapreso sarà la risorsa degl’indigenti Artigiani. Il proseguimento felice de’ lieti avvenimenti dell’anno scorso accresceranno la comune consolazione. Le vicende delle Stagioni sono descritte nei loro analoghi Discorsi. Regneranno nel corso dell’anno gravi malattie. Il tutto nelle rispettive quarte sarà descritto…

Il libretto in antiporta reca l’immagine del famoso Barbanera, tra le stelle, a sottolineare il suo lavoro di osservatore solitario, meteorologo ante-litteram. I lunari rappresentavano il confine tra ciò che era lecito e accettato dalla Chiesa e ciò che non lo era.

I personaggi che distribuivano i lunari erano mal tollerati da un potere ecclesiastico che non poteva controllarli completamente, dato il loro carattere girovago e bizzarro. Si trattava di “fuori norma”, assimilabili ad acrobati, illusionisti e saltimbanchi nei cui spettacoli si potevano rinvenire elementi satanici e ciarlataneschi. Inoltre il carattere “previsionale” dei lunari non era visto di buon occhio.

La scienza del futuro è propria di Dio; se pare che i demoni certamente ne siano forniti, v’è soltanto illusione e congettura derivante dalla fugace induzione delle cose passate, oppure la manifestazione di quelle cose, le quali essi qualche volta stabilirono di fare, o finalmente la interessata notizia di quelle cose le quali colla più grande rapidità acquistarono da diverse e lontane regioni”1.

La legge incontestabile di Dio non vuole che si preveda ciò che accadrà, perché il futuro è una fugace illusione la cui visione non è concessa all’uomo. Anzi “prevedere” è pericoloso, perché indica senz’altro commistione coi demoni.

Come conciliare allora questo dictat della Chiesa con la distribuzione di lunari e almanacchi?

Gli autori di questi opuscoli immaginano così che a scriverli siano pii e austeri religiosi, dediti all’osservazione delle stelle e contemporaneamente alla preghiera. Nasce così un buon frate di Foligno, saggio filosofo e astrologo, che dedicandosi allo studio attento ed appassionato del cielo in santo eremitaggio, coadiuvato dal suo assistente Silvano, un nome che è tutto un programma, formula previsioni e consigli utili nella vita domestica e dei campi.

Così il Barbanera, della cui biografia in pratica non si sa niente, e che probabilmente non è mai esistito, diventa sinonimo di lunario per antonomasia, dapprima distribuito sotto forma di un semplice foglio, poi evolutosi in libretto, ora preda ambita di collezionisti e bibliofili.

La faccia barbuta del celebre astrologo, enigmatica, immersa in uno sfondo di stelle, ci sorride nell’antiporta de “Il girasole” e sembra prendersi gioco di noi un po’ come la Gioconda di Leonardo.

Come si dice, fatta la legge, trovato l’inganno.

1 N. Remigio, Demonolatria, traduzione di Vincenzo Gros.

Manifesto Destrutturalista contro comune buonsenso

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