Sa, Professore, l’asino vola

Sa professore, l'asino vola

Sa, Professore, l’asino vola

Sa professore, l'asino vola

Movimento, credit Mary Blindflowers©

 

 

Mary Blindflowers©

Sa, Professore, l’asino vola

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Premetto per i professori, accusati magari di plagio letterario, che dovessero passare, per caso, di qua, e che hanno commentato l’articolo che segue in altra sede, per tentare un mio screditamento sistematico quanto patetico, che questo mio pezzo, quest’accozzaglia di frasi in libertà, non ha alcuna pretesa accademica, non è una ricerca, non è un approfondimento, non è nulla, semplicemente un pensiero “a voce alta”. Forse a lor professori degli allori non capita mai di pensare in questo modo, e lo capisco, data l’importanza prosopopeica ed i pro pro d’onomatopeutica, della posizione che occupano, ma a me mon importa men che nulla dei loro doveri, esattamente quanto ad un gabbiano importi l’uso dell’orinale sotto il letto dei potenti, perché se mi va di scrivere un saggio accademico, lo faccio, precisando come fanno pomposamente e con sussiego i cattedratici in prefazione, lo scopo del lavoro, mettendo una tesi centrale e un finale conclusivo magari pure innovativo, non occorre essere dei geni, ma qui non voglio dimostrare men che nulla né dir niente di trascendentale o esiziale, e siccome non ho l’ansia di coloro che invece devono sempre valutare gli altri sul metro del proprio ego, francamente me ne frego del giudizio dei suddetti prof. che ai miei occhi valgono men che loffa.

Stante questa forse goffa ma sincera premessa procedo con il mio articoletto.

Leonardo da Vinci (1452-1519), il genio con la g maiuscola, inventore, pittore, scultore, scienziato, ingegnere, anatomista, musicista. Un talento universale, fecondo, inesauribile. Una mente vulcanica. Padre dell’enigmatica Gioconda, del simbolico Cenacolo, della Vergine delle Rocce, etc. etc.

Chi non conosce le sue opere?

L’immagine della Monna Lisa campeggia su cartelloni pubblicitari, magliette, libri, giornali e ha fatto il giro del mondo. Figlio illegittimo di Francesca e del notaio Ser Piero da Vinci, Leonardo si rivelò precocemente curioso nei confronti della natura e dell’uomo. Indagatore audace, sperimentatore. I libri di scuola ci insegnano a decifrare il valore dei suoi dipinti, la collocazione spaziale delle figure o la prospettiva. L’indagine riguarda i colori, i gesti dei personaggi, la dolcezza o il realismo dei tratti somatici. Quello che non si dice è che Leonardo fu pedofilo. A 24 anni due denunce anonime lo accusavano di sodomia con un modello di diciassette anni, Jacopo Saltarelli. Il coinvolgimento nelle denunce di personaggi illustri come Leonardo Tornabuoni gli consentì di essere assolto. Nel 1490 incontra il decenne, secondo il Vasari bellissimo, Gian Giacomo Caprotti detto il Salaino. Quest’ultimo, raffigurato in un ritratto attualmente esposto ad Oxford, fu di temperamento nervoso, “ladro, bugiardo, ostinato e ghiotto”, mutevole d’umore, abituato alla vita di strada. “Il diavolo”, Salai, seguiva Leonardo in tutti i suoi viaggi e venne introdotto a corte come domestico. Nel 1524 una schioppettata, partita incidentalmente o forse nel corso di una rissa, pose fine alla sua inquieta esistenza. L’attenzione per l’infanzia è un fenomeno relativamente recente. Più si va indietro nel tempo più aumentano le possibilità di abusi sessuali nei confronti dei bambini, come giustamente sottolinea De Mause. Soltanto in epoca moderna nasce l’idea dell’infanzia come categoria antropologica degna di definizione e cure. All’epoca di Leonardo le botteghe erano piene di fanciulli desiderosi di apprendere l’arte dei loro maestri e non sempre i rapporti erano limpidi. Certo l’idea di un genio parafilico, con preferenze sessuali deviate, rientra a pieno titolo in “quello che la scuola non dice”. Si studiano le biografie di grandi intellettuali e filosofi, omettendo particolari scottanti che potrebbero essere interpretati come “diseducativi”. Questo perché si dà per scontato che sia giusto presentare gli uomini che hanno fatto la storia come intoccabili, puri, perfetti. Questo errore di fondo cala gli studenti in un universo surreale, non corrispondente alla realtà. Si accentua dunque il divario tra scuola e verità.

Che Platone non sia stato soltanto un grande pensatore, ma anche un inveterato pederasta, non si può dire, evitando così di informare i giovani sul fatto che la pederastia in Grecia era considerata normale. Santippe, moglie di Socrate, non aveva di certo l’esclusiva. Il filosofo si divertiva parecchio con amanti giovani e di sesso maschile.

L’irreale aura di santità con cui filosofi, condottieri, conquistatori, scrittori, poeti, vengono presentati, crea una cesura tra noi e la storia. L’idea che personaggi che hanno contribuito al benessere e progresso dell’umanità possano avere un lato oscuro fa orrore. L’altra faccia della medaglia non viene neppure contemplata nei programmi ministeriali delle scuole superiori, col pretesto che sarebbe forse “diseducativo” presentare la verità nuda e cruda. Un quindicenne qualsiasi la verità la conosce da Internet, dai giornali e dalla televisione e non sempre nel modo giusto.
La scuola rimane un “mondo altro”, metafisico, una sorta di tempio inviolabile in cui educatori non sempre preparati, versano fiori sugli altari di uomini e donne famose. Si evita con accuratezza di dire che qualsiasi uomo è un impasto di bene e di male. I santi senza macchia non esistono.
Edgar Allan Poe era un drogato visionario, ciò non toglie che possa essere considerato un maestro dell’horror, grande anticipatore del romanzo poliziesco.
Il pensatore tedesco Arthur Schopenhauer ne “L’arte di trattare le donne” scrive sul gentil sesso frasi attribuibili ad un idiota integrale. Il difetto si annida in tutti gli uomini e l’arte o il genio non rappresentano valide giustificazioni per nasconderlo.
Occultare il cadavere dell’errore potrebbe essere uno sbaglio.

Perché non ammettere che intelligenza e vizio possano convivere in un medesimo corpo? Si può essere fragili ed irascibili insieme.

Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (1571-1610) aveva un carattere rissoso, nonostante di fatto fosse costituzionalmente debole a causa della malaria. Il pittore non aveva una condotta morale irreprensibile, anzi si intratteneva con donne di malaffare, dentro bische e osterie. Ritraeva spesso gente di strada nella violenta luce chiaroscurale dei suoi dipinti. Fu pure omicida di Ranuccio Tommasoni e frequentatore delle carceri di Tor di Nona. Girava armato e pronto alla rissa. Davvero un pessimo soggetto, eppure guardando un quadro del Caravaggio si rimane ammaliati. Le figure escono plasticamente dalla tela, tavernieri, osti, meretrici in abiti da sante, parlano il linguaggio segreto, misterioso ed universale dell’arte vera. La scuola italiana, intrisa di cattolicesimo e pratiche omissive, naviga verso la non conoscenza. I numerosi tagli ai testi in uso dimostrano soltanto che la cultura può essere manomessa ad uso e consumo di politica, perbenismo e religione.

Quest’articoletto così vanitosetto e fatuo, in cui moltissimi altri esempi avrebbero dovuto essere inseriti, si disintegrerà in pochi secondi agli occhi di qualunque benpensante.

Andate e siate santi e sante, se potete e se no (che nessuno in realtà lo è), ricordatevi che voi valete, come diceva una nota pubblicità di cui non ricordo nemmeno il nome, o forse no, non era nota, non so, ma l’importante alla fine non è comunque e sempre crederci?

Professore l’asino vola! I sorbonagri, anche, sulle cime perlopiù stanche delle loro scopiazzate avventure!

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Christ was a female

Rivista Destrutturalismo

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Comments (3)

  1. Mariano Grossi

    Per sapere che Orazio amava circondarsi di specchi che gli riflettessero l’immagine dei suoi coiti etero/omo sovente a pagamento bisogna arrivare alle biblioteche specialistiche per avere le edizioni integrali delle opere dell’autore stesso o di chi scrisse di lui come Svetonio. La Satira del viaggio a Brindisi ce la leggevano monca dell’episodio della polluzione notturna dovuta all’eccitazione che gli aveva lasciato una ragazzina a pagamento che non mantenne la promessa di appuntamento .

  2. Mariano Grossi

    Non voglio scandalizzare anime belle, ma in parecchi autori greci si sottolinea la preferibilità dell’ano dei ragazzini alla vagina della donna. Leopardi nello Zibaldone qualifica questo desiderio degli uomini anzianotti cone volgare pederastia altro che le menate dell’erotismo pedagogico. Aristofane nella “Pace” fa dire allo scarabeo stercoraio che vuole feci di ragazzo abituato a farsi penetrare analmente poiché preferisce sterco ben pesto e compatto. Perché questa bisessualità specie nei maestri? Ipertrofia prostatica e deprezzamento del canale vulvare delle proprie mogli slabbrato dalle gravidanze che garantivano la prosecuzione della specie. Femmina dunque fisiologicamente usa e getta. Per la sessualità degli anziani il canale anale era l’unica panacea alle fisiologiche defaillances dell’etå.

  3. Mariano Grossi

    Hic ego mendacem stultissimus usque puellam
    ad mediam noctem expecto; somnus tamen aufert
    intentum Veneri; tum inmumdo somnia visu
    nocturnam vestem maculant ventremque supinum.

    Testo integrale, mai letto al liceo per non scandalizzare le anime di fanciulli che quasi ogni notte vivevano la medesima esperienza di Orazio: “Qui aspetto , che idiota!, fino a mezzanotte una ragazzina bugiarda; ma il sonno mi prende intento a Venere; Allora sogni di aspetto sozzo macchiano la mia camicia da notte e il ventre supino”

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