Le nuove vecchie ricette di MicroMega

Le nuove vecchie ricette di MicroMega

Le nuove vecchie ricette di MicroMega

Di Mary Blindflowers©

 

 

 

La cena delle beffe, oil on canvas, by Mary Blindflowers©

Prendete una pornodiva dalle giunoniche forme, mixatela con un intellettuale che avrà il compito di aiutare a costruire un personaggio, miscelate bene il tutto all’interno di una rivista di nome MicroMega e il gioco è fatto, la ricetta della patata con variante viene servita su un luccicante piatto d’argento con servizio di posate finto-oro sfolgorante, che solleticano opportunamente la pruderie della gente comune.

Siccome l’Italia non è un Paese di persone ma di personaggi che non esistono nella realtà, cosa fare per incrementare le vendite e attirare lettori che normalmente non comprerebbero la rivista? Creare un personaggio nuovo di zecca, la novità delle novità, la pornodiva che, con insolita proprietà di linguaggio, risponde ad un filosofo, una pornodiva intelligente. Ma che bello! Eh sì, è proprio vero. La patata comunque la si cuocia attira sempre i polletti nostrani e ruspantelli da fare arrosto e ci vuol poco a scrivere due righe su un giornale e su twitter e dire che sono fuoriuscite dal cervellino originale di una Nappidiva, prestata per qualche attimo all’opinionismo. Scucita dunque la donnina dal suo ruolo, tutto cambia, la gente si interessa, comincia a sognare e a schierarsi, commentare, interessarsi alla faccenda di una snocciolatrice di piselli che improvvisamente rivela doti sillogistiche-dialogiche, insomma, l’opinione pubblica si intriga. E chi ci guadagna? Naturalmente la rivista e il filosofo e la divetta che scandaglia e finge senza fretta. Così anche chi non aveva mai letto MicroMega, siccome la Nappi ha argomenti senza bisogno di argomentare, ora che fa? Legge e sogna fellatio che sanno d’Orazio e filosofia usa e getta.

Ma cosa stiamo veramente leggendo? Chi scrive e chi legge sul serio? Chi vive in Italia e chi ha realmente diritto di parola? Una manica di meretrici e di intellettuali che poi alla fine, sono la stessa identica cosa. L’importante è costruire un personaggio e vendere, il resto conta poco. La cultura, quella vera, può attendere, intanto si fa notizia con un bel gioco, una nuova-antica ricetta, vecchia come il mestiere che fa la Nappi e gli intellettuali di regime, così le pecore sognano e commentano. Voilà signore e signori, il teatrino novità dello stivale da buttare è servito sulla tavola dei semplici da meccanismi piuttosto complicati e sbeffeggianti il senso di ogni cosa. Il risultato finale, per un osservatore che va oltre, è solo una grande cosmica tristezza per come l’Italia-pascolo è diventata o forse è, purtroppo, sempre stata.

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Manifesto Destrutturalista contro comune buonsenso

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