Utensile sparso, blogger galeotto

Utensile sparso, blogger galeotto

Utensile sparso, blogger galeotto

Di Mary Blindflowers©

 

La pesca miracolosa, tecnica mista su tela, opera esposta al Rayleigh Windmill Museum (U.K.), by Mary Blindflowers©

 

Se la poesia viene depauperata del suo contesto e riassesto critico-giocoso, è nulla. Se si riduce alla contemplazione estatica ed estetizzante della natura senza cogliere vene polemiche da cui zampilla sangue di invettiva che colora la pagina bianca di nuove possibilità di espressione, essa rimane silente. Cosa c’è di più indecente di una poesia che non vuole innocuamente dire niente?

Il niente.

Ringrazio i flip dei miei detrattori, forze e sicuri motori di creativi sinaptici trip. Lode a voi, untori.

 

Borghi e lupanari sono aperti
lacerti che conosci bene,
dove l’hai lasciata la divisa?
Intrisa di delirio è la tua ghisa.
Ora componi libri per gli amici
della Nuova vecchia
che fanno articoli di spasso
come si covano le uova di forfecchia,
ci si riscopre in peggio,
l’ameno banco della prova
segna sempre molto basso
il tuo punteggio.

L’utensile mio caro galeotto
è qualcosa di raro,
di scondotto,
certo, per te un quattro e quattr’otto,
dato che concepisci solo il bricolage,
et voilà la grande ouvrage,
tic tac, tac tic,
è il tuo entourage ventennio
dolce come l’uva passa
all’abbeveratoio moschemassa,
e Nuova e Unione
parlavano di te,
eheh gatta ci cova,
ma succede a volte,
e chi cerca,
trova.
Perciò chi muore giace,
in pace, e spiace nemmeno contumace,
studia, bada ai casi tuoi,
comprati un compasso,
prenditi dei buoi,
ara il terreno,
e soprattutto sta’ sereno,
evita il prolasso.
Non vedi che qualcosa ti sfugge?
Sarà il tuo vecchio leone che mugge.

Sarà che sfugge il tempo degli eroi,
le are a precipizio, gli avvoltoi ravvolti,
le pistole trafficate in divise da scritture lise,
ma concise si depauperano rime,
sfinite canzoncine da minaccia,
resta la tua sporca faccia tra le prime
di blogger ripulito,
la macchia indelebile al vestito,
nel tanfo stanfo spanfo degli affumicatoi.

 

https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-psico-pillole/

 

https://www.youtube.com/watch?v=am-xbPmrXG8

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Riesumando un oggetto che le è caro nella sua duttilità pregnante e contigua alla mano dell’artigiano/artista capace di sfruttarlo a dovere e ad arte, come già espresso in “Follia”, lirica d’ouverture della raccolta “Utensili sparsi”, la poetessa riapre il tema dell’ “ingreggimento” di tanti pseudo acculturati/letterati incapaci di andar oltre un anonimo fai-da-te asservito al potere becero e massonico di un’editoria da velina del MINCULPOP. E l’idea di una fallocrazia in disarmo si reitera nella motteggiante metafora paradossale dello pseudo re della foresta capace di emettere solo versi da pio bove castrato cui si anatemizza irridentemente addirittura un cedimento di matrice decisamente molto poco virile! “ Bada ai casi tuoi” par riecheggiare il mantra del mitico Rino Gaetano in chiusura della sua “Gianna” e la poetessa pare esser sulla stessa falsariga con le sue liriche che paiono sottendere una frantumazione del testo che dietro i neologismi e i simbolismi in realtà si sostanzia di sarcastica veridicità!
    Stavolta meno asimmetria e quasi tutte rime in clausula, se si fa eccezione per quell’entourage nel trittico d’oltralpe (ouvrage, bricolage, entourage) posto eccentricamente in endostico: il resto è tutto clausole di baciate, alternate e incatenate in un labor limae che l’autrice sente via via più impellente.

Post a comment