Nettarget edizioni? Diritti d’autore

Nettarget edizioni? Diritti d'autore

Nettarget edizioni? Diritti d’autore

 

Il nodo, credit Mary Blindflowers©

 

 

 

Mary Blindflowers©

Nettarget Edizioni? Diritti d’autore©

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Oggi parliamo di editori non a pagamento e di diritti d’autore.

Non tutti gli editori non a pagamento poi pagano gli autori. Lo sapevate?

Io sì.

Tutti parlano degli EAP che chiedono duemila e passa euro agli autori per pubblicare un libro, una cosa disdicevole, ne convengo, ma vogliamo parlare per una volta anche degli editori non a pagamento che non rispettano i contratti editoriali e non danno un centesimo agli autori?

Nel 2015 ho pubblicato il mio primo libro con Nettarget editore, di Cosimo Dino-Guida, un libro di cucina scritto a sei mani, poi sono seguiti altri libri, un romanzo in brossura e altri titoli a tiratura limitata.

In ogni contratto è scritto al punto 3 II. Testuale: “l’editore invierà con frequenza trimestrale il rendiconto del venduto e provvederà al pagamento di quanto dovuto all’Autore entro la fine del mese successivo”. Questo significa che “ogni tre mesi”, l’editore, per contratto, è obbligato a presentare documentazione ufficiale del venduto all’autore e poi a pagare!

Ora capita che il signor Cosimo Dino-Guida forse soffra di pesanti amnesie, dato che nonostante nei suoi messaggi scritti e nelle sue mail, comunica che molti libri sono stati venduti, tant’è che mette esaurito sotto molti titoli nel suo stesso sito (si veda screenshot) non ricorda mai di rendicontare ufficialmente all’autore il numero delle copie effettivamente vendute, poi del pagamento non se ne parla nemmeno, figuriamoci, ha altre cose a cui pensare il nobil’uomo, come si dice, a pagare e morire c’è sempre tempo. L’autore così si informa, e l’editore risponde: “ho esaurito tutte le copie del Dio mangiato, non ne ho più, dobbiamo ristamparle, vendute”.

Quando mi rendiconti?

Risposta. A breve.

La brevità però per molte persone è concetto aleatorio, un poco ballerino, un attimo che può durare un secolo e può non arrivare mai.

Poi un bel giorno, dopo molti solleciti, il pettine della verità arriva al nodo dell’inconsistenza editoriale. E l’editore inizia a raccontare le barzellette, “su cento copie edizione lusso stampate per la gloria, e tutte esaurite, ne ho regalato 99 di un titolo e 89 di un altro, perché io sono un filantropo”… A questo punto il copione prevede evidentemente che il povero gabbato autore si faccia due risate, e rida soprattutto considerando il resto della rendicontazione… Come dire, i conti non tornano davvero per nessun libro e non corrispondono nemmeno alle comunicazioni per mail dello stesso editore che affermava: “abbiamo venduto tutta la prima edizione di questo libro e di quell’altro, sono andati a ruba, vedrai che diventiamo…”.

Dopo queste comunicazioni così entusiaste e pimpanti, quando si tratta di pagare, ah il vile denaro che corrompe tutto, il bello e il brutto…, le bugie cominciano ad accavallarsi: “ho stampato solo 15 copie dell’Estinzione dell’atomo pensante, e ne ho venduto una!”.

A parte il ridicolo di quest’affermazione, che razza di editore sei se vendi una copia in pochi mesi? E che libri pubblichi? E che razza di persona sei, se prima mi dici che li hai venduti tutti e poi ti rimangi la parola, se prima mi dici che ne hai stampato 100 e poi diventano 15? Che razza di individuo sei?

Si vede che ha sbagliato a contare ancora una volta… Lui vende una copia soltanto e scrive esaurito sotto la copertina del libro nel suo stesso sito, eh, evidentemente ne ha regalato 14 perché è un filantropo, un benefattore dell’umanità, penso, ecco… Peccato che sul libro, nella prima pagina bianca, nell’unica copia che mi ha mandato (il contratto recita che doveva mandarmene 5), ci sia scritto: copia numero 0 di 100, riservata all’autore e poi la firma dell’editore a mano, come si faceva una volta…

Ma come, caro editore, non ne avevi stampato 15? L’ho detto che non sai contare… capita…

Inoltre lo stesso editore, dopo essere stato sollecitato a pagare i diritti, comunica all’autore che, se vuole acquistare qualche suo stesso libro (cosa che all’autore non passa nemmeno per il cervelletto balzano), può farlo al 30% sul prezzo di copertina “con atto di generosità”. L’autore stavolta sì, si fa corpose risate, perché nel sito dell’editore i libri vengono proposti al 40% sul prezzo di copertina a chiunque, e nel contratto editoriale c’è scritto a chiare lettere che gli autori hanno diritto al 60% di sconto sul prezzo di copertina. Non è strano?

Sì, tutto molto curioso. Lo stesso è accaduto per gli altri libri, compresi quelli illustrati dall’autore, che appaiono esauriti nel sito ma di fatto sono stati tutti regalati, a quanto pare… E che dire della prefazione che l’autore ha fatto ad un libro di Dante e per la quale prefazione ha firmato regolare contratto? Dimenticato. L’amnesia, certo…

A questo punto mi chiedo. Chi veramente controlla questi editori che mentono spudoratamente e prendono per i fondelli gli autori? Perché non viene applicata una legge che tuteli gli autori dalle bugie editoriali di pseudo-editori che vendono i libri e non pagano i diritti d’autore, non rispettano il contratto perché non rendicontano e quando lo fanno, dopo anni e pec, rendicontano palesemente il falso e magari pure ristampano ad insaputa dell’autore?

Perché gli autori devono sempre fare la fine dell’ortolano?

Molti autori tacciono, accettano passivamente i rendiconti falsi, pur di pubblicare un libro. Tutto è concesso agli editori italiani. Ma è veramente questa la strada per fare cultura?

E perché caro Nettarget editore, ossia Cosimo Dino-Guida, il filantropo, il benefattore, il giorno dopo che ti ho mandato una bella pec di diffida, hai cambiato nome e ora ti chiami Edizioni αετός?

Cosimo Dino-Guida, quand’è che mi paghi i diritti d’autore e mi fai una rendicontazione seria che rispetti il tenore delle tue precedenti mail (tutte conservate) che recitavano: abbiamo venduto tutta la prima edizione di questo e di quello?

Non è mica per i soldi che te lo chiedo, non divento ricca, ma per un principio di onestà, anche perché chiedermi pure un disegno in omaggio dopo che ti sei trattenuto illecitamente quello che ti ho mandato perché dovevi portarlo alla Fiera del libro dove non sei mai andato, mi è sembrato un tanto eccessivo come principio di burla editoriale, considerando che non abbiamo mai mangiato insieme tarallucci e vino, non ci siamo mai visti di persona e non siamo mai stati nemmeno amici.

Attendo risposta per il pagamento e rimandami il disegno, please, che non sono Babbo Natale io, non faccio regali a chi non stimo. E l’anticipo per i disegni che avevi ordinato e non mi hai mai pagato, perché la tua parola vale zero, lo hai perso, non era un regalo come vai cianciando, non accetto caramelle dagli sconosciuti, soprattutto da quelli che non pagano i diritti d’autore e non rispettano i contratti editoriali.

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