Seme Bianco? No, grazie!

Seme Bianco? No, grazie!

Seme Bianco? No, grazie!

By Mary Blindflowers©

(Translation by Mariano Grossi)

 

Seme Bianco? No, grazie!

La rete, credit Mary Blindflowers©

 

Seme Bianco? No, grazie!

Ora vi racconto una bella storia vera.

Nel mese di febbraio tal Michele Caccamo, direttore editoriale del Seme Bianco, definito a gran voce e con grande clamore pubblicitario, partner Castelvecchi, grande editoria, e via dicendo, mi contatta dicendomi che il mio libro, La Stella Nera di Mu, è stato approvato per la pubblicazione, che avrei ricevuto un contratto regolare dopo una decina di giorni e che verso fine febbraio avrei avuto la pubblicazione effettiva. Bene. Aspetto il contratto. 

Intanto Caccamo in conferenza stampa annuncia i primi titoli della sua casa editrice, tra cui il mio, senza avere un contratto firmato. È sicuro di sé.

Passa febbraio e non vedo né libro né contratto, tant’è che della pubblicazione, non avendo molta fiducia in questo personaggio, non dico niente neppure agli amici. Caccamo poi assieme a Luisella Pescatori che lo affianca nella direzione della casa editrice, mi contatta dicendomi che hanno già fatto la copertina, una copertina tristissima tra l’altro, color crema stantia, standard, uguale per tutti i romanzi della stessa collana. Gli dico che non mi piace. Rispondono entrambi che la copertina è quella e non si può cambiare e che la dovrei anche mettere su fb, nel mio blog, pubblicizzando il libro e taggando pure gli amici. Mi sembra strano che un editore ti inviti a pubblicizzare la copertina di un libro per il quale non ti ha mostrato nemmeno il contratto, dando per scontato che tu lo firmi e lo accetti senza neppure discutere civilmente le condizioni. Siccome il pregevole direttore editoriale insiste, posto la triste copertina, taggo e faccio sapere che insomma, il mio libro col Seme Bianco è in preparazione. Passa marzo, i bulbi cominciano a cacciare i loro fiori colorati ma del contratto neppure l’ombra. In compenso la Pescatori mi fa sapere che loro non correggono i refusi, ci deve pensare l’autore. Bene. Correggiamo i refusi. Ho lasciato apposta nel testo un’annotazione tra parentesi di correzione refusi. Non se ne sono accorti. Nell’impaginato che mi hanno mandato c’era ancora, a dimostrazione che sul testo non lavorano per nulla, confermato, non danno neppure una ricontrollatina, altrimenti le notazioni tra parentesi le avrebbero viste e levate. Ma stavano ancora lì, pure segnate in grassetto, quindi parlare di svista non sarebbe corretto.

Andiamo avanti. Arrivato aprile alcuni amici che avevano prenotato il libro, incuriositi dalla trama e dal titolo, mi scrivono: ma il libro? Giro la domanda alla Pescatori che diventa scostante, al limite della maleducazione: Noi abbiamo i nostri tempi, bella stella, fa’ la brava. Le faccio notare che l’amicizia dura se la notte non è scura, al che lei, fingendo di non capire, mi ha risposto che non siamo amici, mi hanno solo pubblicato un libro… Esatto, ha usato proprio quest’espressione e il participio passato del verbo pubblicare, ossia pubblicato, come se io avessi accettato e firmato un contratto. Mi fa anche sapere, con malgarbo, che loro non organizzano neppure presentazioni, insomma, ci deve pensare l’autore. Certo un autore che aspetta da febbraio e non sa il prezzo di copertina del libro, non sa quando esattamente verrà stampato, non vede un contratto, ha un attimo di difficoltà organizzative. Cosa dice alla libreria, alla galleria, all’associazione dove verrà presentato il libro? Non so quando esce, il contratto non l’ho visto, non so quanto costerà, non so un fico secco, mi organizzi una presentazione?

Siamo al livello di barzelletta.

Il bello è che quando faccio domande all’editore, cioè al guru-Caccamo, mi risponde: Pinna, (eh sì, lui mi chiama solo per cognome, per ribadire il suo ruolo di leader indiscusso), tu fai troppe domande, lasciaci lavorare in pace e i tuoi post su fb sono disturbanti per noi. In pratica mi dice che, siccome lui si degna di pubblicarmi un libro, devo stare zitta e non sapere nulla nemmeno sul mio stesso libro e non esprimere opinioni personali sui social, per non risultare antipatica.

La Pescatori fa anche di più, precisa che ci sono delle “norme comportamentali” da seguire per proseguire il rapporto con loro. Usa proprio queste parole, “norme comportamentali”, precisando che a Pinna, ossia io, Michi, che sarebbe il modo in cui lei chiama Caccamo, preciserà ben presto quali sono queste norme.

Allora mi riscrive Michi Caccamo, dicendomi in sintesi che Pinna a casa sua, di Caccamo, non può fare domande e non si devono avere dubbi perché il dubbio non è una cosa buona.

Mi viene a questo punto un dubbio: ma come sarebbe, mi pubblica un romanzo basato sul dubbio e mi dice che non devo avere dubbi, ma l’ha letto bene? Ha capito cosa scrivo? Evidentemente no.

Finalmente arriva l’impaginato. Noto che la Luisella bella impaginando ha fatto degli errori, eh sì, errori che non erano presenti nel testo originario, per esempio delle parole tagliate che nel file che le avevo dato erano intere. Poi non ricordandosi di avermi scritto (ho conservato tutti i messaggi) che il testo conteneva pochissimi refusi, mi dice bellamente che ho fatto un sacco di refusi. Le faccio notare che i refusi sono miracolosamente nati dopo la sua impaginazione taglia-parole e su questo non rispondono più, dicono solo che lo devo ricontrollare per l’ennesima volta e mandarglielo corretto. Santa pazienza! Bene, ricorreggiamo. Ricorretto mi mandano l’impaginato e il contratto.

Finalmente riesco a capire la formuletta magica di questa mirabolante, fantastica e innovativa editoria, fai cento e vai in libreria, sì, fai cento. Devi vendere 100 copie di cui non percepirai un soldo di diritti d’autore, perché verrai pagato solo a partire dalla copia 101, che verrà stampata solo se vendi 100 copie che non staranno in catalogo libreria, ma solo nei circuiti on line, in più non avrai diritto nemmeno ad un libro in omaggio prima di aver venduto 100 copie, in pratica devi andare in giro come una perfetta minchiona, a spese tue, ovvio, per presentare un libro su cui non percepirai il becco di un quattrino. E ti tengono legata per ben 5 anni con questo improponibile e vergognoso contratto capestro che diventa ancora più ridicolo considerando che non sto alla prima pubblicazione, mentre personaggi usciti dal nulla, che non hanno pubblicato niente, sono stati inseriti, loro sì, nella collana Emersioni di Castelvecchi di cui Caccamo è editor. Gli ho chiesto anche come mai io devo fare cento per andare in libreria, mentre i soggetti x e y, spuntati dal nulla e senza praticamente curriculum, vanno direttamente in libreria senza problemi e senza fare 100. Mi ha risposto che non è lui il padrone di Castelvecchi, insomma in poche parole se hai agganci vai dove vuoi, anche se non hai pubblicato mai nulla, se invece sei un povero sfigato scrittore che ha pubblicato una ventina di libri, tra cui anche saggistica, ma non ti raccomanda nessuno, vai nella collana dei minchioni fai cento e vai in libreria, ossia cerca di vendere 100 libri per la gloria in modo da permettere a Caccamo di fare editoria “rivoluzionaria”. Ovviamente i 100 libri stampati nella collana del Seme Bianco, non andranno neppure nei cataloghi per le librerie. In pratica il libraio non verrà invitato ad ordinare il tuo libro, dato che non è neppure in catalogo. Forse sperano che uno scrittore, pur di andare in libreria, sia disposto a comprarsi le 100 copie? 

La tanto capillare distribuzione millantata da Caccamo con Messaggerie in tutta Italia è destinata soltanto agli amici degli amici, i cui libri ovviamente stanno in catalogo fin dalla prima copia, perché il talento in Italia (Caccamo stesso ha detto che so scrivere bene, salvo poi mandare i suoi amici nei social a dire che non so scrivere, perché la coerenza è sempre importante), non conta un fico secco.

Ebbene io il contratto del Seme Bianco non lo firmo, dico no, perché ho bisogno di un editore vero che paghi al suo autore i diritti fin dalla prima copia e che instauri una comunicazione rispettosa ed educata, scevra da superomismi, un editore che non ti dica, bella stella, fa’ la brava, troppe domande, perché le stelle stanno in cielo e quelli che fanno i bravi al 90% sono dei deficienti che non si interrogano e abbassano lo sguardo di fronte alle prepotenze del padrone. No, Caccamo, non ci sto! La mia stella nera non ha bisogno di te, troverà un altro firmamento su cui saggiamente risplendere e se sarà destinata all’oscurità, non importa, meglio essere Nessuno che fingere di essere qualcuno, uno dei tuoi qualcuno qualunque.

E in quanto alla puerile obiezione che nel tuo sito si capiva benissimo che tu delle prime cento copie vendute non paghi niente all’autore, ti invito a visionare e a ingrandire la piccola foto, che troverai in fondo a questo articolo, fatta da me al tuo sito, che serve da promemoria e fa capire come tu dica semplicemente che vendute cento copie, il libro va in distribuzione in libreria. Non dici che i diritti all’autore per le cento copie vendute non verranno pagati.

Ah, e infine, volevo dirti, Caccamo, che non ho dimenticato di bannarti, ma ti ho bannato e risbannato affinché potessi leggere tutto. Infatti è noto che uno fa un articolo su un blog accessibile al pubblico come Destrutturalismo, affinché tu non ti accorga di ciò che è stato scritto. Ma veramente pensi che io volessi che tu non te ne accorgessi?

English version:

Now I tell you a nice real story.

Last February a certain Michele Caccamo, Seme Bianco’s head editor, loudly and earthshakingly defined Castelvecchi’s partner, big publishing and so on, contacted and told me my book, “Mu’s Black Star”, had been selected for issuing, I would receive a regular contract within 10 days and for February’s end get my book published. Well! I started waiting for the contract. Meanwhile in a press conference Caccamo announced his publisher’s first titles and among them mine, without a signed contract. He was so self-confident!

February was through, but I saw neither my book nor the contract so that, being no trustful in that guy, I told even my friends nothing. Then Caccamo together with Luisella Pescatori, his partner in publisher’s managing, contacted and told me they had already made my book’s cover (very workaday indeed, musty-cream coloured, standard, made in the same way for all the novels of the collection). I told him I did not like it. They both answered the cover would be in that way, would not be changed and I should:

put it:

in Facebook;

in my blog;

advertise the book;

tag my friends.

It looked to me strange a publisher invited an author to advertise a book’s cover before showing the contract, taking for granted he would accept and sign it without discussing politely its terms. As that worthy director kept on insisting, I posted that workaday cover, tagged my friends and made known my Seme Bianco’s book was about to be issued.

March was through as well, bulbs started pushing their coloured flowers, but I did not see the slightest shadow of the contract. On the other hand Luisella Pescatori acquainted me they were not used to correcting misprints which would be an author’s task. Well! I corrected my misprints. I left on purpose a note in proof-reading’s brackets. They did not notice it! It was still in the layout they sent me, as evidence they had not worked at all on the text: confirmed, they had neither corrected the misprints, nor given a swift look to them, otherwise they would see and remove the bracketed notes. And instead they were still there, even bold face typed, so that it would not be right speaking about an oversight.

Let us go on. In April some friends of mine, who had been drawn by my book’s plot and title and ordered it, wrote me: “Then, your book?” I passed on their questions to Luisella Pescatori who became bad-tempered, almost impolite: “Time is a great healer, sweetheart, be good!” I pointed out to her that “Friendship is stark if night is not dark”, but she, pretending not to understand, answered me they were not my friends, but only my publishers….Exactly, she used just that sentence: “We have only issued your book”…issued, past participle of the verb to issue, as I had accepted and signed a contract. She made me known they would neither correct misprints nor organize productions: the author should have to think of that!

Surely an author who is waiting since February, ignores book’s cover’s price, when his book will be printed, sees no contract, faces some organizing hardship. What can he tell the bookshops, the galleries, the associations where his book is going to be produced? “I ignore when it is issued, have not seen the contract, ignore how much it will cost, know nothing: can you organize a production?” It seems to be a joke!

And it is fanciful the fact that when I ask the publisher, that is the Guru Caccamo, he answers me: “Pinna (yes, he calls me by my surname, to reaffirm his unquestionable leading role), you put too many questions, let us work at our ease! Your Facebook’s posts are disturbing for us!” Practically he tells me that, as he is so kind as he publishes my book, I must hold my tongue and ignore everything about it and not express my own opinions in social networks so that I can avoid to look unpleasant.

Luisella Pescatori does even more: she underscores there are behaviour’s rules which should be respected to pursue my business relationship with them. She uses just these words, “behaviour’s rules”, underlining that Miky, the nickname she uses to mention Caccamo, is going to define as soon as possible to Pinna, that is me, the rules she means.

Then Miky Caccamo rewrites and tells me synthesizing Pinna cannot make questions at Caccamo’s and one must not have any doubt since doubt is not a good thing. I do have a doubt at this point. How come? He is issuing a doubt based novel and is telling me I must not have any doubt: did he read it with accuracy? Did he understand what I wrote? Evidently not!

At last the layout arrives! I notice the beautiful Luisella, paging the text up, made some mistakes, oh, yes, mistakes which were not in the original one, for instance a few cut words which were unbroken in the file I gave her. Then, forgetting she wrote me (I saved all the messages) the text contained very few misprints, she tells me in a fine way I made a lot of them. I point out to her the misprints were miraculously born after her word-cutter layout and they do not answer anymore regarding that, they say simply: “You must check it again and send it correct to us!” Oh dear! Well! Let us correct again! After correcting again they send me layout and contract.

At last I manage to understand the magic little formula of this amazing, fanciful and innovating publishing trade: get to 100 and go to the bookshops, yes, get to 100. You must sell 100 copies you will not cash a copyright’s penny, since you will be paid only starting from the 101st copy, which will be printed provided you sell 100 copies that will not be in workshops’ catalogues, but only in on-line circuits, moreover you will not have right to get a presentation copy either before selling 100 copies, in practice, you must wander just like a perfect fool at your expense, obviously, to produce a book without cashing a penny. And they get you bound for a good 5 years by this unacceptable and shameful noose-contract which becomes far more ridiculous considering I have a very worthy issuing curriculum, while lots of nonentities without any issue were included in Castelvecchi’s “Emersioni” collection whose publisher is just Caccamo. I asked him furthermore: “How come I must get to 100 to enter a bookshop, while other writers, come up from nothing, without a real curriculum, appear straight in the bookshops without problems and without getting to 100?” He answered me he is not Castelvecchi’s owner, in short, in a word: “If you have helping hands, you go everywhere, even though you have never issued anything, if instead you are a poor luckless writer, who has issued a good 20 books, including essays, but nobody puts in a good word for you, you enter “Simpleton” Collection, you get to 100 and enter the bookshop!”, or rather “Try to sell 100 books for glory so that you allow Caccamo to perform “revolutionary” publishing.” It goes without saying that those 100 copies printed in “White Seed” collection will not appear in any bookshops’ catalogues . In practice a bookseller will not be invited to order your book, as it does not appear in any catalogue. Maybe do they hope a writer, if only he could appear in a bookshop, be only too willing to buy 100 copies?

The extending everywhere supply Caccamo highly praises with parcels offices all over Italy is set aside only for his friends’ friends, whose books obviously are in catalogue starting from their first copy, as in Italy talent (Caccamo himself judged me good at writing) is not worth a bean.

Well, I will not sign Seme Bianco’s contract, I say “No!”, since I need a true publisher who pays my copyrights beginning from my book’s first copy and sets up a respectful and polite communication, devoid of supermanliness, a publisher who does not say to you: “Sweetheart, be good, too many questions!”, since good guys at 90% are simple-minded people who never ask themselves any questions, with downcast eyes before their bosses’ arrogance. No, Caccamo, I am not into it! My Black Star does not need you, will find another firmament where it will be able to shine wisely and even though it is doomed to darkness, never mind: it is better to be a Nobody rather than to pretend to be Somebody, one of your ordinary people.

And as for your childish objection according to which in your web-site it was clearly understandable you would not pay anything to the author with reference to the first 100 copies you could sell, I invite you to screen and blow up this small picture I took to your web-site, just as a memorandum, since it lets understand you state simply that, once sold 100 copies, a book is supplied to the bookshops. You do not state copyrights for those 100 copies one sells will not be paid:

 

And eventually I remind you, Caccamo, I have never forgotten to ban you, I did ban you at first and afterwards unban in order. Indeed everybody knows that one writes an item in a public blog just like “Destrutturalismo” in order you do not notice what was written there. Do you actually believe I wanted you would not notice it?

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Video – The Black Star of Mu

Rivista Il Destrutturalismo

Christ was a female

Comments (15)

  1. Frank Detari

    ad autori (meno che) mediocri, editori mediocri.
    Kest’è!

  2. sergio

    Avevo proposto un manoscritto a questo “editore”, quello che mi hanno proposto non mi piaceva più di tanto così ho deciso di cercare opinioni in rete. Ti ringrazio, sicuramente non avrei accettato, ma dopo aver letto la tua esperienza, ho cestinato immediatamente la mail.
    Grazie ancora.
    Sergio

  3. simona

    Indipendente dal contenuto del pezzo, che mi interessa particolarmente e di cui ti ringrazio di cuore, devo complimentarmi per il modo in cui lo hai raccontato. E’ un pezzo lungo ma che si lascia leggere piacevolmente. Grazie!

    1. Destrutturalismo

      Grazie a lei. Ho avuto non pochi problemi per questo post: pec con inviti immediati alla rimozione e minacce rombanti di denunce, messaggi anonimi che mi dicevano “sei finita”, “non sai scrivere” e altre carinerie quisquilianti, attestazioni di disistima, insomma… Ma questa è la prassi qui nel nostro blog. Fuori di qua invece vige l’usanza di star sempre zitti a subire ogni prepotenza editoriale, e fior di scrittori tacciono, censurano perfino, segnalano e si prostrano a gente che ha sul petto scritto: “editor”.

      1. Simona

        E’ un’usanza che conosco e che ho sempre odiato anche se non scrivo, ed è per questo che apprezzo ancora di più questo post e il blog in generale… continuerò a sbirciare. Di solito non sono una chiacchierona, ma questo commento mi è davvero venuto dal cuore. Buona giornata!

        1. Destrutturalismo

          Grazie!

        2. Lucrezia Lombardi

          Grazie per aver scritto ciò che ti è successo. Anch’io non ho molta stima per questo editore e, soprattutto, fingono di correggere i manoscritti. Figuracce incredibili! Non sono dei professionisti. No di certo.

  4. Carlo

    Personalmente sono stato pubblicato da “Il Seme Bianco” senza subire tutta la Tua “Odissea”. Contratto immediato, revisione rapida del testo e impaginazione accurata (sia pure con continua assistenza da parte mia). I dolori sono iniziati subito dopo: il loro “Ufficio Stampa” mi ha telefonato per illustrarmi tutto quello che NON fanno: non partecipano a concorsi letterari, non presentano il libro a giornalisti, critici o blogger, non organizzano presentazioni… Ovviamente, io sarò libero di fare tutto questo e anche di più (ci mancherebbe altro, vorrei vedere…).
    Non avevo compreso che il libro NON sarebbe uscito a scaffale nelle librerie, e mi è molto dispiaciuto. Ma posso anche capire i problemi dell’editoria attuale, in un mondo pieno di web e telefonini e così scarno di lettori… Capisco meno la loro assoluta inattività sul fronte promozionale: non dovrebbe essere anche un loro interesse far conoscere la casa editrice, le sue collane e i libri?
    Quanto ai diritti d’autore, neppure ci penso: non ho scritto per guadagnarci, Però non è molto serio tenermi all’oscuro di tutto: ad oggi non ho ancora idea di quante copie siano state vendute.

    Carlo

    1. Destrutturalismo

      Io ci penso invece ai diritti d’autore, non perché voglia guadagnarci chissà che, ma si tratta di una questione di rispetto per chi scrive. Ogni lavoro va giustamente retribuito. Non metto in dubbio che ora siano più rapidi nello stilare i contratti, quando li contattai io avevano appena aperto e nemmeno i refusi sapevano correggere. Non sono libri che arrivano in libreria. Questo è certo. Per arrivare in libreria in Italia bisogna pubblicare con Einaudi, Adelphi o Mondadori e pochi altri, il resto lascia il tempo che trova e serve a covar le uova. Ma per pubblicare coi suddetti non basta saper scrivere. Della scrittura non importa nulla veramente a nessuno. Mary

    2. Destrutturalismo

      Ho appurato pure io che i manoscritti non li correggono, avevo lasciato un ghirigori dentro il testo, apposta, e là è rimasto, tranquillo e pacioso… Rifiutare il contratto era il minimo. Dopo un certo numero di editori truffaldini che non pagano diritti e non hanno alcuna cura per il testo, ho capito che forse pubblicarsi da soli e seguire la propria opera dall’inizio alla fine, è l’unica via percorribile per chi non ha agganci per pubblicare con la grossa editoria.

  5. Paolo

    Oggi ero sul punto di mandare una proposta a questi, e poi mi sono imbattuto in questo articolo.
    GRAZIE GRAZIE GRAZIE.

  6. Di Benedetto Bruno

    Infatti ho scritto una lettera via mail al tal famigerato Caccamo, al suo indirizzo web da lui stesso emesso sulla sua pagina fb, e la lettera non è arrivata. L’indirizzo elletronico non esiste. Quello he maggiormente mi fa schfo è che dietro la letteratura in genere ci sia un tale vergognoso mercimonio che tanto male fa alla letteratura stessa. Oggi i veri scrittori sono a svendere, anzi lo sono già da un atrentina di anni, da quando calciatori, veline, pinchi pallini qualsiasi che erano apparsi in tv ne hanno approfittato per lasciare un’orma del loro passaggio. Cosa pietosa in quanto erano loro stessi a pagare. Oggi, cara amica, puoi anche scrivere meglio di Proust, di Marquez, ma se, come tu hai fatto ben capire non hai le giuste amicizie, non vai da nessuna parte. Te lo dice uno che di libri ne ha scritti 43 e non è mai riuscito a pubblicare a meno che non avessi pagato 5,10.000 euro. Purtroppo la letteratura vera sta morendo e io per avere un orgasmo letterario debbo riandare a pescare tra gli autori d’una volta, Marquez, Sepulveda, Eco, Magris, ecc. ecc.! Saluti. Scusa qualche errore, ma sono incazzato come un crotalo!

  7. Claudio

    Quello che è diventata oggi l’editoria giustifica la disaffezione dei lettori in atto in Italia. Che non è casuale o colpa di internet come vorrebbero faci credere. I grossi editori continuano a promuovere libri che non valgono nulla, che vendono, ma per moda. Ma, o non vengono letti da chi li ha acquistati, o comunque non piacciono e ricevono tantissimi giudizi negativi. Che purtroppo, fanno vendere loro ancora di più, perché poi la gente è curiosa e vuole verificare. Non riesce a capire come sia possibile che libri che hanno venduto così tanto, siano poi disprezzati. Ma o lettori li freghi una volta, due, tre, poi alla fine smettono di leggere e si mettono a guardare film. E fanno bene. Non parliamo poi della piccola editoria… La gran parte di questa conta solo sui parenti e gli amici di chi gli invia il libro. Mentre il libro stesso, prima di decidere di pubblicarlo, neppure lo leggono.

  8. Nicola Gragnani

    Pubblicai con loro oramai vari anni fa, e mi ritrovai alla fine a far notare a Caccamo che la sua casa editrice campa sfruttando gli scrittori, spesso poveri, perché l’intero meccanismo era palesemente basato sul far pagare il testo all’autore che lo ha scritto (o ai suoi amici). Non avendo nessuna volontà reale di promuoverlo, mi si paleso’ che l’unica loro fonte di guadagno era intenzionalmente il portafoglio dello scrittore sconosciuto, esordiente. Non ebbi poi nessuna notizia delle vendite, fossero anche state soltanto 5 copie sarebbe stato gentile comunicarlo. Chiesi di stralciare anticipatamente il contratto, mi dissero di si’ ma non lo fecero.

  9. Lorenzo

    Ciao ho proposto un manoscritto ed è stato accettato ma anche a me hanno detto che devo organizzare da solo presentazioni, firme libri e convegni ma non hanno parlato della vendita gratuita di 100 copie, provvederò anche io a cestinare questi cialtroni, Grazie

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