E lo scrittore viandante

Lo scrittore viandante

E lo scrittore viandante

Di Pierfranco Bruni©

Lo scrittore viandante

La strada, credit Mary Blindflowers©

 

Chi ha vissuto ha il dovere, il diritto, la responsabilità e la follia di testimoniarsi. Perché in ogni testimonianza c’è sempre quel dettaglio di storia che forma il mosaico della memoria e quindi dà vita al tempo e al senso del tempo. Siamo lungo gli anni. In questi anni di agonia e di caduta del pensiero, debole o fragile che sia, rimane in piedi una impalcatura che non è, soltanto, l’immagine simbolica o un immaginario dentro la coscienza dei popoli e delle civiltà, ma è l’essere vivente della consapevolezza che il tempo e la parola restano nel destino del camminamento dei maestri. Questa concetto chiave è la tradizione. La tradizione per essere letta si serve della visione dell’antropologia. I maestri sono nel mantello della tradizione e si lasciano avvolgere da quel Kitone che recita la storia della magia e del sacro. 

Nel segno della tradizione c’è una cultura che si è fatta strada, quella cultura che supera l’ombra, che attraversa il bosco, che filtra la luce tra gli intagli della foresta e si fa vita in un cerchio magico che ci porta oltre l’agonia alla speranza. Sì, lo sappiamo che siamo in un tempo di esasperazione ma anche di perdute ideologie. Un tempo antropologico ci attende. Non si può parlare di crisi perché le crisi sono fenomeni fluttuanti ma di decadenze si può chiaramente discernere. Ormai abitiamo la decadenza. Noi non apparteniamo ad una cultura. La cultura è altro da sé. Io, la mia scuola di pensiero, il cerchio nel quale abitiamo il nostro essere appartengono alla civiltà e non sono cultura ma spiritualità di una civiltà.

La tradizione è lì ferma con le sue maschere metaforizzate di Picasso o con le ombre e le grazie di Simone Weil o con il senso del divino che cerca l’uomo con le parole spagnoleggianti di Maria Zambrano, maestra di tradizione nella contemporaneità che ci conduce verso gli oblii e il disamore. Questa immensa tradizione che ha il senso della evocazione non vive nel sentimento del passato perché non è passato, non vive nel rigurgito della nostalgia o nel vomito del rimpianto. Il passato nella tradizione non esiste. Quella tradizione è il sangue pulsante che è venuto meno all’età della passione sbriciolata lungo le vie della modernità. 

Nel corso di questi anni di ciò abbiamo discusso e sui solchi di queste parole abbiamo tentato di costruire non una struttura mentale ma l’eros del e nel nostro essere nella rivoluzione della vita. La rivoluzione è fantasia. Perché se la vita non è rivoluzione nella tradizione è soltanto il grigio che cerca nel contemporaneo la disarmonia di un sorriso che non è sorriso ma maschera di un pianto lacerante. 

La nostra epoca, si diceva una volta, ha perso il senso e non conosce l’orizzonte. Certo è proprio vero, questa volta se Dio è morto in modo nietzschiano, è pur vero che l’uomo è finito. Ma se l’uomo finito, raccontato da Giovanni Papini, si cerca nella sua storia, si accorgerà subito che quel finito diventa indefinito ma occorre partire proprio dal senso del finito per sollevare l’anima dall’oblio. Anni, dunque, di agonia ma anche di non trasparenza nell’inquieto tragico vivere che ci riporta a De Unamuno e prima ancora a Cervantes con la sua follia e il suo superamento della realtà che giunge sino a Pirandello. 

Che cosa ci potrà salvare? Che cosa abbiamo cercato nel corso di questi anni? La bellezza e la follia. Un’estetica che ci ha condotto ad una dimensione spirituale in cui la stessa spiritualità ha superato gli ancoraggi di quel materialismo storico al quale l’ideologia marxista ci ha condotto. Siamo in un viaggio che dovrà necessariamente porre al centro l’antropologia di un nuovo umanesimo. La cultura come bene culturale è un attraversamento delle antropologie delle civiltà. La letteratura. L’arte. Visioni e dimensioni nell’onirico segno di un tracciato il cui sentimento prioritario è dettato dallo scrittore che non si fa soltanto raccontatore di storie ma che è stato che è e che resta un viandante. 

https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-punti-fermi/

https://www.youtube.com/watch?v=MQXVyO9zpAk

 

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